Capitano Gino Prinetti, Medaglia d’Oro al valor militare morto sul campo di battaglia
Capitano Gino Prinetti, medaglia d'oro al valor militare, morto in combattimento alla Bertagnina il 9 agosto 1944.
Michele Meregalli, I° divisione Piacenza corpo volontario della Libertà dell'esercito italiano di Liberazione. Fucilato il 1° gennaio 1945 dai tedeschi in Aie di Busseto, frazione del comune di Pecorara (Piacenza)
Umberto Mandelli, nato a Sartirana nel 1925, appartenente alla Brigata "Oreste - divisione P. Cichero. Caduto a Caselle Scrivia (Genova) il 1° aprile 1945 combattendo contro forze nazifasciste.
Ernesto Panzeri nativo di Mondonico, classe 1925 appartenente al Corpo Volontari della Libertà, comando militare regionale piemontese-Torino. Ucciso a Aglié (Aosta) il 1° maggio 1945 dai tedeschi.
Gino Prinetti trascorre la sua gioventù tra Milano e Merate nella villa paterna del Subaglio. Nel 1940, ottenuta la licenza liceale, a 19 anni si iscrive all'Accademia militare di Torino. Nel 1942 è promosso sottotenente di artiglieria al reggimento Pinerolo. Chiede di essere inviato in zona di guerra e nel 1943 viene assegnato al reggimento in partenza per la Grecia. Per una brillante azione militare viene insignito della medaglia d'argento. L'8 settembre del '43, Prinetti è a casa in licenza. L'Italia firma l'armistizio e le alleanze cambiano. Liberato il Duce dalla prigionia di Campo Imperatore sul Gran Sasso (Operazione Quercia condotta da paracadutisti tedeschi) il 23 settembre nasce la Repubblica Sociale Italiana e nel contempo si costituiscono le formazioni partigiane che precedono gli alleati in risalita dalla Sicilia. Con Edgardo Sogno (comandante della Franchi) il capitano Prinetti, nome di battaglia "Partigiano Gino" raggiunge Alagna e si unisce alla Brigata Garibaldina "Osella" comandata da Cino Moscatelli. Trasferito alla volante LOSS, ai primi di agosto del '44 i nazifascisti danno vita ad un rastrellamento a tappeto alla caccia di partigiani. Valduggia rischia di diventare una tomba per i combattenti. Per dare modo alla maggioranza dei partigiani di fuggire occorre una retroguardia disposta a sacrificare la vita. Gino si offre subito volontario e con pochi uomini terrà la posizione consentendo così ai compagni di mettersi in salvo. Il gruppetto di volontari fu sterminato sulle balze della Bertagnina. Come presagisse la propria morte il capitano Prinetti aveva scritto una lettera alla famiglia: "Sono molto più fortunati quelli che partono di quelli che rimangono; infatti voi restate in lacrime ed io parto col mio sorriso sereno. Dio vi benedica!".
Piuttosto della resa il capitano Prinetti combatté fino alla morte. La medaglia d'oro con dedica porta la data 9 agosto 1944, Colle di Valduggia.
Alla memoria del capitano Gino Prinetti, il comune di Merate (sindaco Luigi Zappa) intitolerà la strada che dalla località Montalbano conduce alla Villa Prinetti. Il discorso ufficiale sarà pronunciato dal comandante della brigata partigiana Cino Moscatelli.