Imbersago: Pace, il valore ereditato della Resistenza

Un 25 aprile vissuto non solamente come un rito di celebrazione alla memoria, ma come una necessità alla quale non si può e non si deve rinunciare.
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Questo il messaggio lasciato dal sindaco Fabio Vergani ai cittadini presenti in piazza Garibaldi per commemorare il 79° anniversario della liberazione dall’oppressione Nazi-Fascista.

Un esercizio di riflessione di straordinaria importanza sul valore della libertà promosso da tanti giovani che si sono sacrificati, che hanno dato la vita per garantire, con la conquista, quello che è l’ideale faro dell’Italia che deve essere coltivato e protetto. 
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A tanti anni di distanza è fondamentale partire da questa data per dare esempio alle nuove generazioni. “Nel tempo difficile come quello che stiamo vivendo, dove è sempre più forte il rischio che l’odio tra i popoli prevalga sulla pace e fratellanza, è importante trasmettere i valori ricevuti in eredità dalla lotta di liberazione”.

Negli ultimi mesi, caratterizzati da scenari di morte e distruzione, la guerra che nuovamente insanguina l’Europa e l’escalation del conflitto Israelo- Palestinese, spingono ad interrogarsi su quanto l’esercizio di continua ricerca della pace porti a risultati tangibili. “Dinnanzi ad un presente tanto inquietante, in cui le armi spuntate della politica e della diplomazia sembra non riescano a colpire le coscienze delle nazioni, potremmo essere indotti a pensare che l’umanità non sia ancora in grado di imparare dai propri errori, che si sia perduta quella memoria collettiva, derivata anche dalla guerra di Liberazione, che dovrebbe impedire di commettere gli stessi tragici errori di un tempo”.
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Il Sindaco ha invitato i cittadini a diventare protagonisti affinché il grido della pace si diffonda, con sempre nuova forza, attraverso l’impegno collettivo della comunità internazionale, che valorizzi il dialogo e i negoziati. “Si tratta di un lavoro faticoso che richiede cura, cultura perché la pace è tale soltanto se porta con sé l’antidoto contro l’insorgere di nuove guerre. Un patrimonio che in Europa e vicino a noi, abbiamo dato per scontato e di cui oggi invece ci viene drammaticamente ricordata la fragilità. La pace è un processo che ha bisogno di coraggio, di determinazione, di volontà politica e impegno dei singoli, ce lo ricorda la nostra resistenza”.
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Al termine del discorso, hanno preso la parola alcune giovanissime imbersaghesi, che con un accompagnamento musicale del maestro Marco Pagani, hanno portato delle riflessioni sul significato della festa della liberazione e la dolorosa testimonianza di coloro deportati in quegli anni nei campi di lavoro: Gianpierluigi Bonalume di Sartirana, Giuseppe Cirillo Bonfanti e Giovanni Enrico Bonfanti di Imbersago. La celebrazione si è conclusa con l’intonazione del canto della libertà “Bella ciao” da parte del coro di Imbersago Musicale, al quale si sono uniti tutti i presenti.
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In piazza è visitabile una piccola mostra sul ruolo delle donne nella Resistenza, curata dall’associazione Guarda C’è un Libro nell’Albero e Arci.
I.Bi.
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