Imbersago: Augurusa presenta il suo libro ''Dopo di noi''
Nella serata di martedì 26 marzo si è tenuto il terzo appuntamento della rassegna “Incontro con l’autore”, promossa dall’Amministrazione comunale e la biblioteca di Imbersago. Ospite Giuseppe Augurusa, che insieme al consigliere Eleonora Lavelli, ha presentato il suo terzo libro pubblicato con Minerva Edizioni “Dopo di noi”.
Una narrazione ambientata ad Arese alla fine degli anni sessanta, in un periodo di forte cambiamento per l’allora piccolo paese contadino di provincia: non solo nel 1963 venne aperto il più grande stabilimento Alfa Romeo, ma grazie all’intuizione di un prete, nacque in oratorio “Basket Arese”, una squadra che salì in serie A1 conquistando 7 promozioni in 17 anni. Nella sua opera Augurusa racconta l’incredibile scalata di questo team, nato quasi per caso nel suo paese, durante gli anni della sua gioventù, ricostruendo la storia sulle testimonianze dei protagonisti. Lo scrittore, durante la stesura, ha difatti mantenuto un dialogo costante con i giocatori e l’allenatore Luigi Bergamaschi, uno dei personaggi principali del libro, che fondò e seguì la squadra fino al suo scioglimento nel 1996.
Un gruppo di adolescenti che giocava, inizialmente senza conoscere le regole, nel campetto improvvisato dell’oratorio alla fine degli anni sessanta, si ritrova dieci anni dopo in serie D e dieci anni dopo ancora in serie A2, vincendo il Campionato e raggiungendo così la prima categoria. “La particolarità e la ragione del successo di questa squadra è che dopo le prime promozioni continua a fare risultati mantenendo giocatori autoctoni e tenendo come punto di riferimento l’allenatore Bergamaschi”. Si sviluppa una sorta di mitologia intorno al team, che nel Derby si confronta con le più grandi città pur non avendo un palazzetto proprio. “Gli avversari non sopportavano di giocare in un posto così piccolo e la palestra non riusciva a contenere l’alto numero di tifosi affezionati”. La dotazione del paese di un palasport adeguato divenne dunque una questione politica: le elezioni di quegli anni si giocarono sulla costruzione di questa struttura, che però non venne mai realizzata. “Un borgo senza attrattive improvvisamente si ritrova al centro dell’attenzione, fu l’età dell’oro per Arese dal punto di vista sportivo ed economico”.
Augurusa, nelle sue pagine, traspone un perfetto spaccato della società del tempo, accompagnato da aneddoti e dietro le scene della ribattezzata Aresium. L’autore racconta delle trasferte del team in America, del mancato accordo con la Nike e dell’acquisto del gruppo quasi portato a termine da Silvio Berlusconi, che nel 1986 con la Polisportiva Mediolanum, raccolse in un'unica società le squadre di diversi sport praticati nella città di Milano, che finì per includere baseball, hockey su ghiaccio, pallavolo e rugby, escludendo di fatto la pallacanestro. La narrazione segue le vicissitudini di campioni nazionali e non, da Giancarlo Sarti e Marco Rossetti a Enrico Lana e Andrea Blasi, dei giocatori americani come Floyd Allen, Adrian Dantley e John Fox, che dal passaggio dell’Aresium in serie A vennero assegnati alla formazione e le loro difficoltà ad ambientarsi in un piccolo comune di provincia, in un universo completamente diverso da quello dell’NBA.
Lo scrittore, disegna con le parole un ritratto di grandi e piccoli personaggi, soffermandosi soprattutto sul coach Bergamaschi, sulla figura che diede vita ad una squadra il cui inimmaginabile percorso non è stato ancora eguagliato. Una storia che si è meritata la prefazione del giornalista e allenatore statunitense Dan Peterson, icona del basket italiano dell’ultimo mezzo secolo, che scrive: “Ogni miracolo è destinato a finire, da quando sono in Italia ne ho visti due: quello della Mens Sana Siena di Ezio Cardaioli e l’Aresium di Luigi Bergamaschi, di certo il più impressionante".
“Ciò che mi ha stupito è che non è stato tramandato nulla. Le nuove generazioni non conoscono l’epopea del basket di Arese e tantomeno la presenza dell’Alfa Romeo” ha commentato Augurusa, che con questa opera vuole sopperire a questo vuoto, perpetuando la memoria di quel glorioso trentennio.
Una narrazione ambientata ad Arese alla fine degli anni sessanta, in un periodo di forte cambiamento per l’allora piccolo paese contadino di provincia: non solo nel 1963 venne aperto il più grande stabilimento Alfa Romeo, ma grazie all’intuizione di un prete, nacque in oratorio “Basket Arese”, una squadra che salì in serie A1 conquistando 7 promozioni in 17 anni. Nella sua opera Augurusa racconta l’incredibile scalata di questo team, nato quasi per caso nel suo paese, durante gli anni della sua gioventù, ricostruendo la storia sulle testimonianze dei protagonisti. Lo scrittore, durante la stesura, ha difatti mantenuto un dialogo costante con i giocatori e l’allenatore Luigi Bergamaschi, uno dei personaggi principali del libro, che fondò e seguì la squadra fino al suo scioglimento nel 1996.
Un gruppo di adolescenti che giocava, inizialmente senza conoscere le regole, nel campetto improvvisato dell’oratorio alla fine degli anni sessanta, si ritrova dieci anni dopo in serie D e dieci anni dopo ancora in serie A2, vincendo il Campionato e raggiungendo così la prima categoria. “La particolarità e la ragione del successo di questa squadra è che dopo le prime promozioni continua a fare risultati mantenendo giocatori autoctoni e tenendo come punto di riferimento l’allenatore Bergamaschi”. Si sviluppa una sorta di mitologia intorno al team, che nel Derby si confronta con le più grandi città pur non avendo un palazzetto proprio. “Gli avversari non sopportavano di giocare in un posto così piccolo e la palestra non riusciva a contenere l’alto numero di tifosi affezionati”. La dotazione del paese di un palasport adeguato divenne dunque una questione politica: le elezioni di quegli anni si giocarono sulla costruzione di questa struttura, che però non venne mai realizzata. “Un borgo senza attrattive improvvisamente si ritrova al centro dell’attenzione, fu l’età dell’oro per Arese dal punto di vista sportivo ed economico”.
Augurusa, nelle sue pagine, traspone un perfetto spaccato della società del tempo, accompagnato da aneddoti e dietro le scene della ribattezzata Aresium. L’autore racconta delle trasferte del team in America, del mancato accordo con la Nike e dell’acquisto del gruppo quasi portato a termine da Silvio Berlusconi, che nel 1986 con la Polisportiva Mediolanum, raccolse in un'unica società le squadre di diversi sport praticati nella città di Milano, che finì per includere baseball, hockey su ghiaccio, pallavolo e rugby, escludendo di fatto la pallacanestro. La narrazione segue le vicissitudini di campioni nazionali e non, da Giancarlo Sarti e Marco Rossetti a Enrico Lana e Andrea Blasi, dei giocatori americani come Floyd Allen, Adrian Dantley e John Fox, che dal passaggio dell’Aresium in serie A vennero assegnati alla formazione e le loro difficoltà ad ambientarsi in un piccolo comune di provincia, in un universo completamente diverso da quello dell’NBA.
Lo scrittore, disegna con le parole un ritratto di grandi e piccoli personaggi, soffermandosi soprattutto sul coach Bergamaschi, sulla figura che diede vita ad una squadra il cui inimmaginabile percorso non è stato ancora eguagliato. Una storia che si è meritata la prefazione del giornalista e allenatore statunitense Dan Peterson, icona del basket italiano dell’ultimo mezzo secolo, che scrive: “Ogni miracolo è destinato a finire, da quando sono in Italia ne ho visti due: quello della Mens Sana Siena di Ezio Cardaioli e l’Aresium di Luigi Bergamaschi, di certo il più impressionante".
“Ciò che mi ha stupito è che non è stato tramandato nulla. Le nuove generazioni non conoscono l’epopea del basket di Arese e tantomeno la presenza dell’Alfa Romeo” ha commentato Augurusa, che con questa opera vuole sopperire a questo vuoto, perpetuando la memoria di quel glorioso trentennio.
I.Bi.