Merate: una viola come saluto ai collaboratori. Se ne va così Franca Maggioni
Un gesto semplice, com’è nello stile della persona: una viola del pensiero per il primo giorno di primavera a ognuna delle dieci impiegate che in cinque anni hanno condiviso il faticoso, a volte drammatico, sempre entusiasmante lavoro ai Servizi Sociali.
Così l’avvocata Franca Maggioni ha salutato i “colleghi” dell’ufficio, portando con sé qualche oggetto personale e una montagna di ricordi.
Il disprezzo umano che segna i rapporti all’interno della maggioranza che guida Merate traspare con una evidenza irritante nella lettera del capogruppo Alessandro Vanotti che potete leggere nella animata rubrica Ci hanno scritto.
Prepotenza, smania di potere, quel senso di onnipotenza caratteristico degli ultimi estremisti della Lega. Neanche una parola di ringraziamento per i due assessori che, in incarichi diversi, hanno lavorato per la città e per questa sedicente maggioranza. Neppure la gratitudine dato che senza i loro voti Vanotti e altri sarebbero all’opposizione. Basti pensare che nel 2019 con la sua boria, Vanotti aveva ottenuto 66 preferenze contro le 174 di Franca Maggioni e 346 di Giuseppe Procopio.
Solo questo dato avrebbe dovuto indurlo a più miti atteggiamenti. Ma evidentemente chi va col mugnaio si infarina inevitabilmente.
Franca Maggioni ha lasciato l’incarico con grande stile, riservatezza, nessun commento, solo tanta amarezza per tutte quelle persone fragili che ha aiutato, guidato, seguito in questi anni. E che ora hanno perso il loro importante riferimento.
Ma la sola ingratitudine non è sufficiente a inquadrare il personaggio, noto alle cronache soltanto per la mozione contro la lingua inglese, che neanche a livello nazionale si è avuto il pudore di portarla in approvazione parlamentare.
Sostiene, il capogruppo, che tutti i membri fossero d’accordo sulla revoca delle deleghe. Invece a noi risulta il contrario. Per esempio che Greta Ghezzi non abbia partecipato a questa vergognosa roulette né, tanto meno, Andrea Robbiani che, almeno fino a oggi, fa parte del gruppo e che Fabio Tamandi abbia votato contro.
Attendiamo un sussulto di dignità da Tamandi affinché smentisca il suo capogruppo e anche da Fiorenza Albani e Alfredo Casaletto un cenno di orgoglio se davvero hanno tentato di convincere il sindaco a non togliere le deleghe almeno alla Maggioni.
Una cosa è certa: ovunque si entri, con chiunque si parli l’indignazione popolare è forte per questo atto violento. E le conseguenze non mancheranno.
Così l’avvocata Franca Maggioni ha salutato i “colleghi” dell’ufficio, portando con sé qualche oggetto personale e una montagna di ricordi.
Il disprezzo umano che segna i rapporti all’interno della maggioranza che guida Merate traspare con una evidenza irritante nella lettera del capogruppo Alessandro Vanotti che potete leggere nella animata rubrica Ci hanno scritto.
Prepotenza, smania di potere, quel senso di onnipotenza caratteristico degli ultimi estremisti della Lega. Neanche una parola di ringraziamento per i due assessori che, in incarichi diversi, hanno lavorato per la città e per questa sedicente maggioranza. Neppure la gratitudine dato che senza i loro voti Vanotti e altri sarebbero all’opposizione. Basti pensare che nel 2019 con la sua boria, Vanotti aveva ottenuto 66 preferenze contro le 174 di Franca Maggioni e 346 di Giuseppe Procopio.
Solo questo dato avrebbe dovuto indurlo a più miti atteggiamenti. Ma evidentemente chi va col mugnaio si infarina inevitabilmente.
Franca Maggioni ha lasciato l’incarico con grande stile, riservatezza, nessun commento, solo tanta amarezza per tutte quelle persone fragili che ha aiutato, guidato, seguito in questi anni. E che ora hanno perso il loro importante riferimento.
Ma la sola ingratitudine non è sufficiente a inquadrare il personaggio, noto alle cronache soltanto per la mozione contro la lingua inglese, che neanche a livello nazionale si è avuto il pudore di portarla in approvazione parlamentare.
Sostiene, il capogruppo, che tutti i membri fossero d’accordo sulla revoca delle deleghe. Invece a noi risulta il contrario. Per esempio che Greta Ghezzi non abbia partecipato a questa vergognosa roulette né, tanto meno, Andrea Robbiani che, almeno fino a oggi, fa parte del gruppo e che Fabio Tamandi abbia votato contro.
Attendiamo un sussulto di dignità da Tamandi affinché smentisca il suo capogruppo e anche da Fiorenza Albani e Alfredo Casaletto un cenno di orgoglio se davvero hanno tentato di convincere il sindaco a non togliere le deleghe almeno alla Maggioni.
Una cosa è certa: ovunque si entri, con chiunque si parli l’indignazione popolare è forte per questo atto violento. E le conseguenze non mancheranno.