Brivio: una folla di gente per l’ultimo saluto a Vincenzo. Gli amici: ‘Sgasa Scarry, sgasa!’

“Sgasa, Scarry. Sgasa!”. Questo l’ultimo saluto rivolto a Vincenzo “Scarry” Scarallo dai suoi amici più stretti, che nel primo pomeriggio di sabato 27 gennaio, insieme a una folla oceanica, si sono radunati in chiesa per condividere il dolore per la sua scomparsa, avvenuta in modo improvviso e inaspettato lo scorso giovedì mattina
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42 anni compiuti il 10 dicembre, Vincenzo, appassionato di motocross, amante degli animali e amico di tutti a Brivio e Beverate, aveva ancora una vita davanti e tanti progetti che avrebbe potuto realizzare, così come tristemente ricordato da don Emilio Colombo nel corso della cerimonia funebre. Davanti alle tantissime persone che hanno riempito la chiesa prepositurale, e le altrettante che sono dovute rimanere fuori gremendo il sagrato, il sacerdote ha detto: “Che la presenza di così tanti di voi sia innanzitutto una consolazione per la mamma e la sorella di Vincenzo, e i parenti che piangono la sua morte pressoché improvvisa”. 
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Era solo due settimane fa infatti che Vincenzo, per tutti Scarry, aveva iniziato ad avvertire un fastidio di natura fisica. Fatti degli accertamenti in ospedale, è arrivato il più duro dei verdetti. La sua situazione era ormai troppo grave. Nonostante questo Vincenzo ha affrontato la situazione con consapevolezza. Ha raccontato a tutte le persone a cui voleva bene cosa probabilmente sarebbe potuto succedere di lì poco. Tantissime le persone che nella scorsa settimana sono passate a trovarlo dove era ricoverato. 
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“Questa esperienza aiuta a comprendere la fragilità della vita umana. La nostra vita è fragile anche se sembra apparentemente molto forte, soprattutto quando si è in quell’età in cui sembra di essere onnipotenti” ha proseguito don Emilio, invitando a pregare anche per tutti coloro che a seguito della scomparsa di Vincenzo si sentono soli – compresi Athos e Nina, gli amati cani di Scarry. 
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Riprendendo la lettura del Vangelo proposta, don Emilio ha poi aggiunto: “Il Signore Gesù ci chiede di essere pronti. Ciò vuol dire vivere la condizione di chi è aperto alla speranza. Ci ricorda inoltre che la nostra condizione umana è quella di servi: che la nostra vita serva a qualcosa”. La vita di Vincenzo è servita a qualcosa, e a ricordarlo sono stati due suoi cari amici che al termine della celebrazione hanno condiviso alcuni pensieri: “Oh amico, oh Vince’, Scarry, ne hai combinata un’altra. Come al solito hai creato una gran confusione e adesso ci troviamo tutti qua per darti il nostro arrivederci, e vedo tante persone. Significa che del bene l’hai fatto anche tu. Vogliamo ringraziarti per averci dato la possibilità di essere tuoi amici, di averci fatto scoprire che sotto quella corazza da duro c’era un ragazzo con il cuore d’oro. Sei stato tutto per noi: il sostegno nei momenti difficili, un valido aiuto giardiniere, un amico con cui perdersi per poi ritrovarsi. Per i figli dei tuoi amici sei stato un amico pazzerello che li faceva ridere e che con orgoglio li portava sulla sua moto da cross anche solo per una foto”.
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“Ci mancherà tanto la tua inconfondibile risata contagiosa, le tue battute al momento giusto, i tuoi soprannomi e le canzoni rivisitate a parole tue, ma soprattutto ci mancherà il tuo saluto: «We raga, allora?». Grazie ancora per averci contagiato con la tua irrefrenabile e chiassosa voglia di vivere. Riposa in pace Vince’ e abbraccia tutte le persone care che insieme a te vegliano da lassù. Sgasa Scarry. Sgasa!”
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Anche una cugina di Vincenzo ha voluto condividere un ricordo, un momento affettuoso della infanzia passata con Scarry: “Oggi non voglio fare l’elenco di quello che hai fatto e di quello che era il tuo comportamento sopra le righe, che tutti già conosciamo. Oggi voglio ricordare e raccontare di una sera di quando eravamo bambini e tu rimanesti a casa mia a dormire…Ma che dormire? Abbiamo giocato tutta la notte a Indovina chi, Forza 4, Game Boy, Super Mario Bros, gara di rutti, vinta da te, ovviamente. Sghignazzammo come matti e dovevamo stare attenti a non svegliare i miei. Finché non ci rendemmo conto che fuori era tutto bianco, stava nevicando. Così ci dimenticammo di bisbigliare e istintivamente iniziammo a esclamare «nevica, nevica!». Così all’improvviso sembrò tutto magico e nuovo. Non avevamo mai visto nevicare in quel modo prima. La nostra felicità e il nostro stupore di quel momento sarà il mio più dolce ricordo di te, che terrò per sempre nel mio cuore. Ciao cugi”.

Al termine del funerale Vincenzo Scarallo è stato accompagnato al tempio crematorio. Prima di partire, la salma è rimasta a lungo sul sagrato della chiesa per concedere a tutte le persone presenti di rivolgere un ultimo personale saluto.
E.Ma.
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