Novate: sulle recinzioni nella Valletta l'ufficio non “ordina”
L’articolo che potete leggere o rileggere qui è del 23 giugno scorso. Racconta della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia che in data 11 aprile 2023 respingeva in modo definitivo il ricorso della società Twins Engineering Srl contro l'ordinanza di demolizione e ripristino dei luoghi emessa dal comune di Merate il 9 dicembre 2015 nr. 11 e la successiva 8 novembre 2016 relative alle recinzioni metalliche di alcune proprietà della società poste nella Valletta di Novate.
E’ una storia che si trascina dal 2014 e che ha visto tanti protagonisti alternarsi tra dichiarazioni e smentite. Il primo a balzare alla ribalta era stato l’avvocato Massimiliano Vivenzio che nella sua veste di assessore all’urbanistica sentenziava come le recinzioni metalliche nella Valletta di Novate fossero legittime. O meglio si trattava di una “legalità tecnica”, straordinaria invenzione lessicale attribuita non si sa quanto corrispondente al vero all’allora segretario comunale Mario Blandino, ora nel medesimo ruolo in Provincia e nel comune di Monticello (Enti entrambi “presieduti” dalla signora Alessandra Hofmann). Non si è mai capito che cosa volesse significare “legalità tecnica” mentre era molto chiara la versione sempre dell’avvocato Vivenzio che la “mascheratura” del ferro grazie ai cespugli poteva anche avvenire in tempi molto lunghi. Infatti la tesi sostenuta era che la recinzione avesse durata “temporanea” in funzione della crescita delle siepi. Quindi se la scelta cade su una siepe che impiega dieci anni a crescere la temporaneità ha durata decennale.
Vivenzio contraddiceva in modo palese l’avvocato Andrea Valli che sempre ha sostenuto l’illegittimità delle recinzioni metalliche. Ma la tattica dilatoria è quella che in Italia funziona meglio, un po’ come l’obiettivo prescrizione è quello più ambito dagli avvocati il cui cliente è palesemente colpevole.
Così sono partiti i ricorsi, con sopralluoghi, ordinanze, contro ricorsi, parziali interventi, altri sopralluoghi. Fino a aprile 2023 quando il Tar ha una volta per tutte respinto il ricorso della Twins (che vedremo poi nuovamente in campo ma a Imbersago). A quel punto l’architetto Carlo Sangalli, responsabile dell’area comunale dell’edilizia privata avrebbe dovuto emettere ordinanza di demolizione di tutte le recinzioni metalliche che circondano la Valletta di Novate come un campo di concentramento.
Ma non l’ha fatto. La Società ha ripresentato ricorso al Consiglio di Stato e il Comune ha nominato l’ennesimo legale pagato con i soldi di tutti i meratesi per sostenere la causa. Ma Sangalli poteva e può procedere, a nostro parere, con l’ordinanza.
Lo ha fatto per un piccolo casolare agricolo in zona Campi e per un manufatto a Brugarolo. Ma è fin troppo chiaro che il resistente ha un profilo ben diverso.
Così si chiudono porzioni di terreno, si aprono nuovi sentieri e nulla accade. La sanzione, invece, è immediata per il cittadino che allarga una finestra senza la preventiva autorizzazione.
E’ una storia che si trascina dal 2014 e che ha visto tanti protagonisti alternarsi tra dichiarazioni e smentite. Il primo a balzare alla ribalta era stato l’avvocato Massimiliano Vivenzio che nella sua veste di assessore all’urbanistica sentenziava come le recinzioni metalliche nella Valletta di Novate fossero legittime. O meglio si trattava di una “legalità tecnica”, straordinaria invenzione lessicale attribuita non si sa quanto corrispondente al vero all’allora segretario comunale Mario Blandino, ora nel medesimo ruolo in Provincia e nel comune di Monticello (Enti entrambi “presieduti” dalla signora Alessandra Hofmann). Non si è mai capito che cosa volesse significare “legalità tecnica” mentre era molto chiara la versione sempre dell’avvocato Vivenzio che la “mascheratura” del ferro grazie ai cespugli poteva anche avvenire in tempi molto lunghi. Infatti la tesi sostenuta era che la recinzione avesse durata “temporanea” in funzione della crescita delle siepi. Quindi se la scelta cade su una siepe che impiega dieci anni a crescere la temporaneità ha durata decennale.
Vivenzio contraddiceva in modo palese l’avvocato Andrea Valli che sempre ha sostenuto l’illegittimità delle recinzioni metalliche. Ma la tattica dilatoria è quella che in Italia funziona meglio, un po’ come l’obiettivo prescrizione è quello più ambito dagli avvocati il cui cliente è palesemente colpevole.
Così sono partiti i ricorsi, con sopralluoghi, ordinanze, contro ricorsi, parziali interventi, altri sopralluoghi. Fino a aprile 2023 quando il Tar ha una volta per tutte respinto il ricorso della Twins (che vedremo poi nuovamente in campo ma a Imbersago). A quel punto l’architetto Carlo Sangalli, responsabile dell’area comunale dell’edilizia privata avrebbe dovuto emettere ordinanza di demolizione di tutte le recinzioni metalliche che circondano la Valletta di Novate come un campo di concentramento.
Ma non l’ha fatto. La Società ha ripresentato ricorso al Consiglio di Stato e il Comune ha nominato l’ennesimo legale pagato con i soldi di tutti i meratesi per sostenere la causa. Ma Sangalli poteva e può procedere, a nostro parere, con l’ordinanza.
Lo ha fatto per un piccolo casolare agricolo in zona Campi e per un manufatto a Brugarolo. Ma è fin troppo chiaro che il resistente ha un profilo ben diverso.
Così si chiudono porzioni di terreno, si aprono nuovi sentieri e nulla accade. La sanzione, invece, è immediata per il cittadino che allarga una finestra senza la preventiva autorizzazione.