Lomagna: personale in fuga. E la 'mobilità' a caro prezzo

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La sede municipale di Lomagna
A gennaio tre Responsabili di servizio su tre degli Uffici comunali di Lomagna non staranno più a quella che è stata o è ancora la loro scrivania. E non per aver scelto la modalità del “lavoro agile”, un’opzione appena deliberata dalla Giunta (pare che non passerà in Consiglio comunale) per soddisfare in primis le esigenze di un dipendente portatore di handicap ma estensibile su base volontaria a tutto il personale per due giorni alla settimana o, in casi specifici, a più giornate. Lavorare al Municipio di Lomagna è più che altro un concetto fluido.

Le porte d’ingresso, più che far entrare i cittadini che necessitano di un servizio – non si contano più negli ultimi mesi gli avvisi di chiusura degli sportelli –, sono diventate una via di uscita del personale con ruoli apicali. Come avevamo già riportato [clicca QUI], il primo addio è arrivato a settembre dalla storica Lara Spreafico, Responsabile dei Tributi, dopo oltre 20 anni di impiego a Lomagna. Non è ancora stata sostituita. Ad una impiegata ex cat. C, Barbara Fumagalli, dipendente di Osnago, è stato affidato un compito di “supervisione” per la sua esperienza maturata nello stesso Ufficio.

Poi è arrivata la richiesta di mobilità da parte di Michela Cavalli, che dal prossimo gennaio sarà a Olginate. Una notizia che non ha stupito particolarmente dal momento che il Comune le aveva sottratto l’area del Personale, creando una fantomatica Unità di Progetto, salvo rendersi conto successivamente che forse c’era bisogno di rinfoltire l’organico. La procedura di mobilità non è andata a buon fine ed in seguito, a inizio dicembre, è stato messo a bando il concorso per l’assunzione di un posto ex categoria C.


All’indomani dell’approvazione in Consiglio comunale della nuova organizzazione delle aree degli Uffici, che secondo le intenzioni avrebbe dovuto ridurre l’esodo incontrollato, al Protocollo è pervenuta la lettera di dimissioni di Marco Tornaghi, responsabile dell’area tecnica dell’Urbanistica, dello Sportello attività produttive ed Edilizia. Anche lui da gennaio preferirà lavorare altrove, ad Arcore, passando dalla categoria superiore ex D alla categoria C. Per tamponare questa grave assenza, proprio nel periodo in cui è in fase di revisione generale il PGT (Piano di Governo del Territorio) sia a Lomagna che ad Osnago, il Comune ha avviato una manifestazione di interesse per un incarico “extra time” a supporto del settore Urbanistica, per 12 ore settimanali eccedenti all’ordinario lavoro nel proprio Ente di riferimento.


A sobbarcarsi del collasso di Lomagna non può che essere il personale di Osnago. Anche formalmente, in attesa delle sostituzioni, le funzioni svolte dai dimissionari saranno svolte dai vicari, che sono Barbara Massironi e Carmelo Martuffo, entrambi già gravati dai rispettivi carichi di lavoro. In questo quadro sarà difficile andare ad elezioni sostenendo la bontà delle gestioni associate: a Lomagna per le continue chiusure straordinarie degli uffici, a Osnago per aver subìto il fardello causato dai “cugini” lomagnesi.


Potrà essere negato dall’amministrazione, ma è evidente che il clima negli uffici di Lomagna non è piacevole. Altrimenti non ci sarebbe una fuoriuscita in massa. Sindaco e Giunta, per quanto non direttamente coinvolti, vivono gli uffici e dovrebbero assicurarne l’equilibrio nella prassi quotidiana. E poi ci sono le scelte propriamente politiche. È stata creata un’Unità di Progetto al posto dell’Ufficio Personale, cosa mai vista altrove, anziché ampliare la pianta organica del settore. Si è provveduto a farlo solo dopo l’annuncio delle dimissioni della ex responsabile di quel servizio. È stata fatta la riorganizzazione delle aree e, sarà l’ironia della sorte, è arrivata un’altra dimissione.


E infine potremmo citare il caso della Commissione giudicatrice per due mobilità voluta da Lomagna. Di solito, senza trambusti, i commissari erano gli stessi dipendenti del Comune, a costo zero. Per la prima volta, senza che nessuno lo chiedesse, è stato fatto un avviso pubblico per le nomine dei commissari. Il sospetto è che fosse un tentativo per tagliare fuori il personale interno. La commissione è stata super remunerata: 1.980 euro per il presidente, 1.800 euro per gli altri due commissari, 1.620 euro per il segretario, 900 euro per l’eventuale psicologo. Dal momento che l’avviso non escludeva ai dipendenti del Comune di partecipare, pare che qualcuno di loro abbia avanzato la propria candidatura. Una bella e salata beffa, che è costata pure ad Osnago. Sì, perché in contemporanea anche Osnago doveva procedere con due assunzioni e si è dovuto accodare alla medesima modalità sulla nomina della commissione.
M.P.
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