Parco di Montevecchia e del Curone: 40 anni di storia raccolti nel calendario

Il calendario 2024 del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone celebra i 40 anni della sua costituzione. La nuova edizione, curata dal consigliere del Consiglio di Gestione, Giuseppe Sardi, e dalla Responsabile dell’Educazione ambientale, Francesca Brambillasca, assembla in copertina un collage di tutte le precedenti annate, da quel fatidico 1983. Ogni mese poi pesca una pagina caratteristica dei calendari realizzati in passato in una mescolanza di stili e di approcci al racconto del Parco. Dalle fotografie in bianco e nero a quelle a colori, dai disegni realizzati a mano libera agli acquerelli, dai proverbi locali alle descrizioni degli abitanti animali e vegetali che si possono trovare nell’ambiente protetto. A quattro decenni di distanza, viene valorizzata la valenza di testimonianza storica dell’oggetto-calendario.

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“Per ripercorrere e celebrare il lungo cammino compiuto, abbiamo deciso di ripubblicare alcune pagine dei quaranta calendari realizzati dal 1983 ad oggi, riprendendo le immagini delle diverse epoche che hanno caratterizzato il nostro Parco, dalle edizioni pionieristiche realizzate con la fotocopiatrice e le fotografie amatoriali, ai periodi che hanno valorizzato gli artisti che disegnavano il lavoro, le persone, gli ambienti, la flora e la fauna, fino alle più recenti uscite con le bellissime fotografie di Sandro Maggioni” è scritto nell’introduzione firmata da Marco Molgora, presidente del Parco.

Le origini del calendario del Parco in realtà sono addirittura precedenti all’istituzione dell’Ente. Il “prototipo” era uscito nel 1982, su volontà del Gruppo Promotore Salvaguardia della Valle del Curone e Montevecchia, che curò le edizioni fino al 1995 per illustrare le peculiarità del territorio e sensibilizzare al rispetto dell’ambiente. Il nuovo calendario riconosce perciò i meriti del Gruppo che, formatosi nel 1974 sotto la denominazione di “Gruppo Ambiente Parco Curone”, fu precursore delle battaglie per la difesa del territorio dall’aggressiva antropizzazione e che contribuì alla raccolta di 5.142 firme autenticate per la creazione del Parco. Tra le iniziative promosse, oltre alla petizione, anche la realizzazione del calendario appunto.

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“Già quarant’anni fa – prosegue Molgora nella nota introduttiva – c’erano persone che senza esitazione decisero di affrontare le difficoltà del muro di pregiudizio e conformismo, persone che sfidarono i timori e le paure per difendere un’area ricca di bellezze naturali e di ecosistemi preziosi”.

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Una riflessione che trova conferme nel commento più tecnico del direttore del Parco, Michele Cereda, che evidenzia l’importanza della biodiversità: “Nel Parco la grande diversità degli ambienti consente la presenza di oltre 1.100 specie vegetali, e le piccole zone umide sono estremamente importanti per la presenza di diverse specie animali, in particolare gli anfibi”. Cereda rimarca la pregevole attività di reinserimento di specie che si erano estinte, come lo scoiattolo rosso, la tartaruga palustre e il tasso, oltre al ritorno spontaneo del picchio nero. Il direttore tocca anche il delicato tema della fruizione nel Parco, tutt’ora oggetto di riflessione sulle modalità di mitigazione. I vertici del Parco rivendicano tra le altre cose, gli ampliamenti dei confini del Parco, dai 1.600 ettari iniziali ai 3.000 attuali, prossimi ad aumentare nei primissimi mesi del 2024 per l’ingresso del PLIS Monte di Brianza e del Lago di Sartirana, arrivando a 4.300 ettari.

Le copie del calendario possono essere ritirate alle sedi di Cascina Butto e di Ca’ del Soldato con un contributo di 5 euro.
M.P.
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