Imbersago: mozione ‘Mandic’ Approvazione all’unanimità
Unità e convinzione verso la salvaguardia del San Leopoldo Mandic, il presidio che per anni è stato lo specchio della forza del territorio. Nella serata di mercoledì 29 novembre il Consiglio comunale di Imbersago ha votato all’unanimità la mozione avente ad oggetto la “delibera di conferimento al Sindaco della rappresentanza degli interessi di cittadini e del territorio in valore del presidio ospedaliero San Leopoldo Mandic di Merate”, presentata congiuntamente dai gruppi di maggioranza e minoranza "Insieme per Imbersago", "Imbersago in Più" e "Imbersago per Tutti-Zamperini Sindaco".
Il consigliere Giovanni Ghislandi ha aperto la discussione ringraziando il sindaco Fabio Vergani per il lavoro svolto in qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci nella stesura del documento unitario, e i gruppi di minoranza comunale per aver collaborato senza esitazione al testo portato in votazione consiliare. La consigliera di "Imbersago in Più" Chiara Bonfanti ha sottolineato che il gruppo si sarebbe già espresso a favore della prima mozione che stava già circolando per i tavoli istituzionali, la convinzione è dunque rimasta costante verso questa nuova versione, che pur adottando toni più diplomatici, è riuscita a riassumere una volontà condivisa a livello territoriale. “Ciò che è mancato in questi anni è stata una voce sola capace di non dare spazio ai fraintendimenti. Con questo documento si è compiuto un primo passo con l’assunzione di responsabilità diretta a livello istituzionale e amministrativo nel mantenimento di un presidio che innanzitutto bisogna tenere attivo per poi ripristinare e potenziare ciò che è stato perso”.
Ghislandi ha ripreso dunque la parola riflettendo sulla genesi dell’ospedale, che pur essendo gloriosa, non può essere la base per il cambiamento di una struttura sulla quale si è addensata una “tempesta perfetta”. “La carenza del personale medico e sanitario, le legittime ambizioni di coloro che lavora al suo interno, la cronica carenza di risorse economiche e la riorganizzazione del sistema, la lungodegenza che sta prendendo il sopravvento, sono alcuni dei fattori che hanno generato aspetti negativi”. A tutto ciò va sommata la fase di rivoluzione e profonda innovazione, ma allo stesso tempo di crisi che sta vivendo la medicina e il sistema sanitario. “Deve esserci una forte attenzione ma soprattutto devono essere investite delle risorse da chi è di dovere, perché non può esserci un ridimensionamento del presidio in mancanza di risorse umane che sono alla base del funzionamento della sanità”.
Vergani si è dimostrato orgoglioso del Consiglio di Imbersago per aver presentato congiuntamente al sindaco una mozione, mettendo da parte divisioni e differenze di pensiero: “ritengo che si possa essere divisi su temi diversi, non su uno che interessa la salute di 120.000 persone”. Il sindaco non ha nascosto le difficoltà e il grande impegno richiesto per stendere un documento esteso e condiviso da tutto il territorio, per riuscire a dare alla questione il giusto peso per discuterne in Regione. La preoccupazione però è ancora tanta, questo è solamente il primo passo verso un cammino collaborativo. “Ci vuole un reale supporto di spesa dai tavoli di regione Lombardia e il coinvolgimento del territorio nella stesura di un piano di organizzazione aziendale strategico. È proprio il perenne distacco tra le parti e la mancata comunicazione che ha portato al disinteressamento del personale provocando la “tempesta”. La politica deve fare la sua parte senza battaglie di fazioni per riuscire a mantenere il Mandic come presidio di primo livello, il primo punto di riferimento per i bisogni della popolazione”. Il primo cittadino ha infatti sottolineato come le criticità del sistema sanitario nazionale non debbano fungere da alibi per assistere al depauperamento del presidio di Merate che è inoltre causato dalla disaffezione che sta spingendo centinaia di utenti a recarsi in ospedali vicini. “È necessario concentrarsi sul perché di questo esodo prestando ascolto alle maestranze e a chi opera nel sistema”.
Il consigliere Giovanni Ghislandi ha aperto la discussione ringraziando il sindaco Fabio Vergani per il lavoro svolto in qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci nella stesura del documento unitario, e i gruppi di minoranza comunale per aver collaborato senza esitazione al testo portato in votazione consiliare. La consigliera di "Imbersago in Più" Chiara Bonfanti ha sottolineato che il gruppo si sarebbe già espresso a favore della prima mozione che stava già circolando per i tavoli istituzionali, la convinzione è dunque rimasta costante verso questa nuova versione, che pur adottando toni più diplomatici, è riuscita a riassumere una volontà condivisa a livello territoriale. “Ciò che è mancato in questi anni è stata una voce sola capace di non dare spazio ai fraintendimenti. Con questo documento si è compiuto un primo passo con l’assunzione di responsabilità diretta a livello istituzionale e amministrativo nel mantenimento di un presidio che innanzitutto bisogna tenere attivo per poi ripristinare e potenziare ciò che è stato perso”.
Ghislandi ha ripreso dunque la parola riflettendo sulla genesi dell’ospedale, che pur essendo gloriosa, non può essere la base per il cambiamento di una struttura sulla quale si è addensata una “tempesta perfetta”. “La carenza del personale medico e sanitario, le legittime ambizioni di coloro che lavora al suo interno, la cronica carenza di risorse economiche e la riorganizzazione del sistema, la lungodegenza che sta prendendo il sopravvento, sono alcuni dei fattori che hanno generato aspetti negativi”. A tutto ciò va sommata la fase di rivoluzione e profonda innovazione, ma allo stesso tempo di crisi che sta vivendo la medicina e il sistema sanitario. “Deve esserci una forte attenzione ma soprattutto devono essere investite delle risorse da chi è di dovere, perché non può esserci un ridimensionamento del presidio in mancanza di risorse umane che sono alla base del funzionamento della sanità”.
Vergani si è dimostrato orgoglioso del Consiglio di Imbersago per aver presentato congiuntamente al sindaco una mozione, mettendo da parte divisioni e differenze di pensiero: “ritengo che si possa essere divisi su temi diversi, non su uno che interessa la salute di 120.000 persone”. Il sindaco non ha nascosto le difficoltà e il grande impegno richiesto per stendere un documento esteso e condiviso da tutto il territorio, per riuscire a dare alla questione il giusto peso per discuterne in Regione. La preoccupazione però è ancora tanta, questo è solamente il primo passo verso un cammino collaborativo. “Ci vuole un reale supporto di spesa dai tavoli di regione Lombardia e il coinvolgimento del territorio nella stesura di un piano di organizzazione aziendale strategico. È proprio il perenne distacco tra le parti e la mancata comunicazione che ha portato al disinteressamento del personale provocando la “tempesta”. La politica deve fare la sua parte senza battaglie di fazioni per riuscire a mantenere il Mandic come presidio di primo livello, il primo punto di riferimento per i bisogni della popolazione”. Il primo cittadino ha infatti sottolineato come le criticità del sistema sanitario nazionale non debbano fungere da alibi per assistere al depauperamento del presidio di Merate che è inoltre causato dalla disaffezione che sta spingendo centinaia di utenti a recarsi in ospedali vicini. “È necessario concentrarsi sul perché di questo esodo prestando ascolto alle maestranze e a chi opera nel sistema”.
I.Bi.