Imbersago: l’ex magistrato Piercamillo Davigo ospite in mediateca parla di Giustizia
Nel pomeriggio di sabato 25 novembre Imbersago ha avuto il piacere di ospitare Piercamillo Davigo, notissimo magistrato che, tra le tante inchieste condotte, è stato protagonista della stagione di (tentata) pulizia morale con l'indagine Mani Pulite, assieme a Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Francesco Saverio Borrelli (procuratore), Gerardo D'Ambrosio e Francesco Greco. Presso la Mediateca, nell’ambito della rassegna “Poesia sul traghetto”, l’ex magistrato ha dialogato con Marco Bellini sul tema della giustizia nella letteratura e nella storia. L’incontro è stato molto partecipato e apprezzato, Davigo in poco più di due ore ha tenuto una vera e propria lezione sulla storia della giustizia in Italia, mettendo in risalto le differenze con altri paesi del Mondo e rapendo l’attenzione dei presenti anche con uno spiccato senso dell’umorismo.
A dare inizio all’incontro è stata la lettura dell’incipit di “Requiem”, il ciclo di poesie dell’autrice russa Anna Achmatova. Bellini, introducendo il testo, ha raccontato il dramma delle donne russe che nei primi decenni del Novecento ogni giorno si recavano davanti al carcere in attesa di avere notizie dei propri mariti, o come nel caso di Achmatova, del proprio figlio. Marco Bellini ha quindi raccontato della pianura di Thingvellir in Islanda, dove le comunità vichinghe si incontrano sentendo l’esigenza di confrontarsi, e dove nel 930 d.C. sorse quello che a tutti gli effetti è stato il primo parlamento di cui si ha conoscenza.
Introdotto il tema della giustizia nella storia e nella letteratura, Bellini ha passato la parola a Piercamillo Davigo, che ha citato i numerosi autori italiani che, in un modo o nell’altro, hanno trattato l’argomento attraverso le proprie opere. Menzionati Calvino, Sciascia e Manzoni, l’ex magistrato ha fatto presente come, con l’ultimo autore citato, sia stata compiuta un’opera di “travisamento”, facendo credere che gli italiani fossero “bravi e buoni”. “Purtroppo la giustizia non funzionava ai tempi della dominazione spagnola esattamente come non funziona adesso” ha detto Davigo. L’argomento ha dato occasione all’ex magistrato per parlare di inasprimento delle pene, portando come esempio il tema dei furti d’auto. “L’Italia ha la percentuale di furti d’auto più alta d’Europa” ha continuato, spiegando che da codice penale una persona dovrebbe essere punita anche fino a 10 anni di reclusione per questo tipo di reato, quindi 30 anni se dovesse rubare tre auto, pena che però, allo stato di fatto – con una serie di attenuanti – si riduce a 4 mesi e 2 giorni di reclusione.
Secondo Davigo il problema della giustizia in Italia è da ricondurre alle “condizioni”. In Italia si contano circa 250mila avvocati e ogni anno vengono svolti circa 90mila processi. Numeri impressionanti che non spiegano come mai, nonostante tutto, qualcosa non vada. Il problema, secondo quanto emerso nel corso della discussione, starebbe nella “mentalità” e nelle abitudini. Portando concreti esempi frutto della propria esperienza e del tempo trascorso all’esterno, Davigo ha parlato molto della giustizia negli Stati Uniti.
“Paradossalmente viene punito più severamente uno che mente negli Stati Uniti rispetto a uno che uccide in Italia” ha detto l’ex magistrato, spiegando di come lui stesso abbia avuto modo di constatare la severità degli americani di fronte a chi mente. Per svelare il fulcro della questione, Davigo ha spiegato di quando una persona italiana negli Stati Uniti raccontò una nota barzelletta di Roberto Benigni in cui si fa riferimento a una menzogna che Silvio Berlusconi avrebbe detto. “Io ero presente e risi” ha detto Piercamillo Davigo, spiegando di essersi però scontrato con gli sguardi increduli degli americani che aveva attorno. “Gli italiani sono cinici, ma il fatto è questo. Negli Stati Uniti non è concepibile che un politico menta, e se non è vero che ha mentito, non è allora accettabile che un comico scherzi a riguardo. Noi italiani invece tolleriamo tutto questo e ridiamo”.
Sempre confrontando con gli Stati Uniti, Davigo ha parlato del sovraffollamento delle carceri in Italia, una problema che, a suo parere, non è reale ma è sorto a causa di un’errata considerazione dei dati. Raccontando poi del funzionamento di un carcere della Carolina del Nord che ospitava principalmente “colletti bianchi”, Davigo ha menzionato anche l’evasione fiscale, concludendo che in Italia “la legislazione sembra scritta apposta per tutelare gli evasori fiscali”. Parlando di giustizia in generale nel nostro Paese, Davigo ha terminato lanciando l’invito a “interrogarci sui nostri difetti”.
Non sono mancate domande e complimenti al termine dell’incontro da parte di diversi cittadini. È intervenuta alla fine anche la vicesindaca Elena Codara, che ha omaggiato Piercamillo Davigo con un volume su Imbersago da parte dell’amministrazione e ha ringraziato Marco Bellini per la rassegna “Poesie sul traghetto”.
A dare inizio all’incontro è stata la lettura dell’incipit di “Requiem”, il ciclo di poesie dell’autrice russa Anna Achmatova. Bellini, introducendo il testo, ha raccontato il dramma delle donne russe che nei primi decenni del Novecento ogni giorno si recavano davanti al carcere in attesa di avere notizie dei propri mariti, o come nel caso di Achmatova, del proprio figlio. Marco Bellini ha quindi raccontato della pianura di Thingvellir in Islanda, dove le comunità vichinghe si incontrano sentendo l’esigenza di confrontarsi, e dove nel 930 d.C. sorse quello che a tutti gli effetti è stato il primo parlamento di cui si ha conoscenza.
Introdotto il tema della giustizia nella storia e nella letteratura, Bellini ha passato la parola a Piercamillo Davigo, che ha citato i numerosi autori italiani che, in un modo o nell’altro, hanno trattato l’argomento attraverso le proprie opere. Menzionati Calvino, Sciascia e Manzoni, l’ex magistrato ha fatto presente come, con l’ultimo autore citato, sia stata compiuta un’opera di “travisamento”, facendo credere che gli italiani fossero “bravi e buoni”. “Purtroppo la giustizia non funzionava ai tempi della dominazione spagnola esattamente come non funziona adesso” ha detto Davigo. L’argomento ha dato occasione all’ex magistrato per parlare di inasprimento delle pene, portando come esempio il tema dei furti d’auto. “L’Italia ha la percentuale di furti d’auto più alta d’Europa” ha continuato, spiegando che da codice penale una persona dovrebbe essere punita anche fino a 10 anni di reclusione per questo tipo di reato, quindi 30 anni se dovesse rubare tre auto, pena che però, allo stato di fatto – con una serie di attenuanti – si riduce a 4 mesi e 2 giorni di reclusione.
Secondo Davigo il problema della giustizia in Italia è da ricondurre alle “condizioni”. In Italia si contano circa 250mila avvocati e ogni anno vengono svolti circa 90mila processi. Numeri impressionanti che non spiegano come mai, nonostante tutto, qualcosa non vada. Il problema, secondo quanto emerso nel corso della discussione, starebbe nella “mentalità” e nelle abitudini. Portando concreti esempi frutto della propria esperienza e del tempo trascorso all’esterno, Davigo ha parlato molto della giustizia negli Stati Uniti.
“Paradossalmente viene punito più severamente uno che mente negli Stati Uniti rispetto a uno che uccide in Italia” ha detto l’ex magistrato, spiegando di come lui stesso abbia avuto modo di constatare la severità degli americani di fronte a chi mente. Per svelare il fulcro della questione, Davigo ha spiegato di quando una persona italiana negli Stati Uniti raccontò una nota barzelletta di Roberto Benigni in cui si fa riferimento a una menzogna che Silvio Berlusconi avrebbe detto. “Io ero presente e risi” ha detto Piercamillo Davigo, spiegando di essersi però scontrato con gli sguardi increduli degli americani che aveva attorno. “Gli italiani sono cinici, ma il fatto è questo. Negli Stati Uniti non è concepibile che un politico menta, e se non è vero che ha mentito, non è allora accettabile che un comico scherzi a riguardo. Noi italiani invece tolleriamo tutto questo e ridiamo”.
Sempre confrontando con gli Stati Uniti, Davigo ha parlato del sovraffollamento delle carceri in Italia, una problema che, a suo parere, non è reale ma è sorto a causa di un’errata considerazione dei dati. Raccontando poi del funzionamento di un carcere della Carolina del Nord che ospitava principalmente “colletti bianchi”, Davigo ha menzionato anche l’evasione fiscale, concludendo che in Italia “la legislazione sembra scritta apposta per tutelare gli evasori fiscali”. Parlando di giustizia in generale nel nostro Paese, Davigo ha terminato lanciando l’invito a “interrogarci sui nostri difetti”.
Non sono mancate domande e complimenti al termine dell’incontro da parte di diversi cittadini. È intervenuta alla fine anche la vicesindaca Elena Codara, che ha omaggiato Piercamillo Davigo con un volume su Imbersago da parte dell’amministrazione e ha ringraziato Marco Bellini per la rassegna “Poesie sul traghetto”.
E.Ma.