Merate: vertice dei capigruppo, la mozione di minoranza a salvaguardia del Mandic è approvata. Verbale da riscrivere
Sciolta la riserva, dopo la conferenza dei capigruppo di Merate svoltasi questa mattina alla presenza del Sindaco, della Segretaria e dei capigruppo Vanotti per la maggioranza e Perego per la minoranza, la risposta ufficiale è arrivata: la mozione presentata da Aldo Castelli, Andrea Robbiani e altri sulla salvaguardia dell’ospedale di Merate è stata approvata. Diversamente dall’affermazione del sindaco Massimo Augusto Panzeri che al termine del dibattito in Consiglio comunale nella seduta del 23 novembre aveva per ben quattro volte scandito “la mozione non è approvata”.
Come si ricorderà era stato il consigliere di minoranza Roberto Perego a smentire tale affermazione, regolamento comunale e testo del Dipartimento affari territoriali alla mano in quanto le 11 astensioni espresse da tutti i consiglieri di maggioranza vengono conteggiate ai fini del raggiungimento del numero legale per deliberare ma non sono computate ai fini del calcolo tra favorevoli e contrari. Quindi siccome i favorevoli sono i sei firmatari della mozione mentre gli altri 11 consiglieri si sono astenuti, la mozione è approvata.
Ora la segretaria comunale Maria Vignola dovrà rettificare il verbale della serata. Ma si apre anche un secondo fronte, quello della mozione – respinta – sulla lingua italiana presentata dal capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti. Allora la votazione aveva visto sei favorevoli, tre contrari e cinque astenuti. Quindi il Sindaco col conforto della Segretaria, suo malgrado, aveva dovuto comunicare all’Aula la bocciatura della mozione presentata dal suo capogruppo. Una figuraccia. Che oggi raddoppia con la presa d’atto del regolamento.
Così anche quella delibera andrà riverbalizzata oppure riportata in Aula per una nuova discussione.
Come avrebbe dovuto accadere con la mozione sul Mandic. Sia Castelli sia Robbiani avevano più volte offerto la disponibilità a emendare la loro mozione per sintonizzarla con quella iscritta al punto successivo e trarne un testo unico da approvare all’unanimità. Una posizione sensata mirata a rafforzare il contenuto del documento da inviare poi all’assessorato regionale.
Ma il Sindaco ha respinto l’offerta – non rendendosi conto di quanto stava accadendo – anzi sottolineando con sarcasmo che la mozione Castelli, Robbiani e altri era stata scritta al bar. Purtroppo per lui era stata solo presentata in una conferenza stampa in un locale di Merate ma era stata scritta in Municipio a Missaglia alla presenza di una ventina tra amministratori ed ex amministratori anche di lungo corso come Andrea Massironi e Dario Perego, peraltro entrambi collocabili nel centrodestra.
L’offerta di Castelli e Robbiani mirava proprio a evitare la conta. Qualcuno in maggioranza lo ha capito ma ha taciuto. L’opposizione più che a una vittoria politica premeva pervenire ad un testo unico.
Ma Panzeri ha deciso di andare alla conta, alla prova dei numeri. E i numeri gli hanno dato torto.
Come si ricorderà era stato il consigliere di minoranza Roberto Perego a smentire tale affermazione, regolamento comunale e testo del Dipartimento affari territoriali alla mano in quanto le 11 astensioni espresse da tutti i consiglieri di maggioranza vengono conteggiate ai fini del raggiungimento del numero legale per deliberare ma non sono computate ai fini del calcolo tra favorevoli e contrari. Quindi siccome i favorevoli sono i sei firmatari della mozione mentre gli altri 11 consiglieri si sono astenuti, la mozione è approvata.
Ora la segretaria comunale Maria Vignola dovrà rettificare il verbale della serata. Ma si apre anche un secondo fronte, quello della mozione – respinta – sulla lingua italiana presentata dal capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti. Allora la votazione aveva visto sei favorevoli, tre contrari e cinque astenuti. Quindi il Sindaco col conforto della Segretaria, suo malgrado, aveva dovuto comunicare all’Aula la bocciatura della mozione presentata dal suo capogruppo. Una figuraccia. Che oggi raddoppia con la presa d’atto del regolamento.
Così anche quella delibera andrà riverbalizzata oppure riportata in Aula per una nuova discussione.
Come avrebbe dovuto accadere con la mozione sul Mandic. Sia Castelli sia Robbiani avevano più volte offerto la disponibilità a emendare la loro mozione per sintonizzarla con quella iscritta al punto successivo e trarne un testo unico da approvare all’unanimità. Una posizione sensata mirata a rafforzare il contenuto del documento da inviare poi all’assessorato regionale.
Ma il Sindaco ha respinto l’offerta – non rendendosi conto di quanto stava accadendo – anzi sottolineando con sarcasmo che la mozione Castelli, Robbiani e altri era stata scritta al bar. Purtroppo per lui era stata solo presentata in una conferenza stampa in un locale di Merate ma era stata scritta in Municipio a Missaglia alla presenza di una ventina tra amministratori ed ex amministratori anche di lungo corso come Andrea Massironi e Dario Perego, peraltro entrambi collocabili nel centrodestra.
L’offerta di Castelli e Robbiani mirava proprio a evitare la conta. Qualcuno in maggioranza lo ha capito ma ha taciuto. L’opposizione più che a una vittoria politica premeva pervenire ad un testo unico.
Ma Panzeri ha deciso di andare alla conta, alla prova dei numeri. E i numeri gli hanno dato torto.