La ineludibile lezione della tragedia di israele e di gaza

Per chi volesse comprendere meglio e in profondità la terribile situazione che si è creata a Gaza dopo il massacro subito da Israele il 7 ottobre consiglierei di vedersi la trasmissione de “IN ½ ora” di ieri: https://www.raiplay.it/video/2023/10/In-mezzora-Puntata-del-22102023-ab9be457-692e-4d9b-b215-44169b3d4a2f.html

Di Monica Maggioni, conduttrice della trasmissione e peraltro quasi conterranea perché proveniente dal territorio meratese, non è che avessi una grande considerazione ma devo invece riconoscere che ha saputo tracciare, anche attraverso prestigiose interviste incrociate, un quadro che consente – come poche altre trasmissioni – di andare ben al di là di aspetti tipici da “tifoseria” che sembrano connotare larghi strati dell'opinione pubblica, spesso strumentalmente e superficialmente orientata specie dai grandi media (Su alcun aspetti mi ero già precedentemente quanto sinteticamente espresso https://www.merateonline.it/notizie/130894/non-diamo-carta-bianca-ai-crimini-di-guerra

Sempre relativamente ai vari aspetti interconnessi, molti sono stati quelli giustamente approfonditi in trasmissione arrivando a delineare quella che potrebbe essere una chiave interpretativa più che fondata e cioè che Hamas stia “speculando” per interessi geo-religiosi sulla questione palestinese (e non gli interessino quindi molto le sorti della più che martoriata popolazione di Gaza) e che Benjamin Netanyahu e la sua cricca di estremisti siano mossi più da interessi tutelativi della propria “carriera” che dalla genuina difesa del proprio Popolo, che peraltro in parte l'aveva apertamente contestato.

Ecco perché, si sosteneva in alcuni interventi dei partecipanti alla trasmissione, occorrerebbe esautorare in qualche modo, a partire dalla più che auspicabile “trattativa”, sia il premier israeliano (uno dei veri responsabili, secondo molti, di questa pericolosissima situazione e dell'altrettanto possibile pericolosa reazione a catena di irrazionali scenari da “guerra santa” e “guerra tra civiltà”) che la componente fanatica di Hamas.

Una solo piccola critica alla trasmissione: l'aver dato poca voce alle ragioni dei rappresentanti istituzionali palestinesi rispetto a quella concessa ai pareri di vari esponenti, anche della società civile, del mondo israeliano del resto per vari aspetti, anche in trasmissione, coraggiosamente critico nei confronti dell'attuale propria dirigenza.

Ecco perché riporto qui letteralmente la parte saliente dell'intervento di Mustafa Barghouti, fondatore “Iniziativa Nazionale Palestinese” (dal 1h 13' 30'') interpellato dalla Maggioni anche per un suo specifico parere e cioè se, secondo lui, da parte palestinese ci fosse stato in questi anni qualche spiraglio per fare qualcosa di diverso:

Certo tante cose, avremmo dovuto avere le elezioni del 2021 alle quali si sono opposti gli Stati Uniti, si sono opposti gli Israeliani e purtroppo il presidente palestinese è stato ad ascoltarli. Avrebbe dovuto consentirle le elezioni e non ci saremmo trovati in questa situazione politica oggi, perché tutti i sondaggi hanno dimostrato che ne Fatah ne Hamas avrebbero avuto la maggioranza. Ci sarebbe stato un sistema pluralistico e nessun partito avrebbe avuto la stragrande maggioranza. La cosa più importante è che negli ultimi 3 anni il presidente Biden e il suo ministro degli Esteri sono molto colpevoli perché non hanno fatto nulla per portare avanti il processo di pace e tutte le volte che è stato chiesto loro di farlo dicevano che non era il momento appropriato. Ecco quello di cui dobbiamo occuparci. In questo momento la situazione è catastrofica. Ogni 5 minuti perdiamo un palestinese, ogni 15 minuti viene ammazzato un bambino palestinese. Fino adesso Israele ha ammazzato 4651 palestinesi a Gaza, compresi 1873 bambini ( ndr. secondo il triste conteggio dei morti il mattino del 22/10 si registrava un totale di circa 1400 morti israeliani, con circa 220 persone in ostaggio..) e Io non voglio che muoia nessun palestinese o israeliano ma qual è il valore del continuare questa guerra che continua a portare via vite umane? Abbiamo più di 14000 feriti palestinesi che non possono avere neanche le cure perché c'è un atto di punizione collettiva che impedisce l'arrivo di medicine a Gaza, che impedisce l'arrivo dell'acqua, dell'elettricità ….” e alla successiva puntuale domanda della conduttrice se non ritenesse che l'attacco di Hamas avesse indebolito definitivamente la causa palestinese rispondeva “ … Io non sono d'accordo sull'uccisione di alcun civile ma il problema qui è che tante, tante persone in Palestina e tanti giovani soprattutto vedono che non c'è più speranza per noi. Non soltanto siamo soggetti a 3 crimini di guerra, genocidio pulizia etnica ma anche siamo da decenni sotto occupazione israeliana e nessuno pone fine, vuole porre fine a questa occupazione. Vediamo l'atteggiamento dell'Europa, degli Stati Uniti in Ucraina e confrontiamolo con quello in Palestina. Per l'Ucraina hanno dato 224 miliardi di dollari, per combattere l'occupazione, dicono. Ora in questo caso danno tutti gli aiuti militari ad Israele per continuare l'occupazione della Palestina. Capite cosa significa essere sotto l'occupazione militare di Israele per tutta la vita? ….”.

E come non trarre qualche ulteriore motivo di riflessione da quanto successivamente in altra trasmissione su La7 condotta da Tiziana Panella https://www.la7.it/tagada/rivedila7/tagada-26-10-2023-510320 ha asserito letteralmente Tommaso Cerno dopo una prolusione che parte al minuto 56' facendo peraltro un assai poco felice paragone calcistico: “... non può vincere Hamas ...”.

Si potrebbe obiettare, se si volesse essere coerenti oltre che conseguenziali, che il modo di battere Hamas è proprio l'opposto di quello che sembrerebbe profilarsi da parte della componente più estrema di Israele, e dei suoi epigoni. Se si commettono ulteriori stragi a Gaza (dopo oltre 7000 morti che si registrano ora, di cui gran parte donne e bambini nel tragico conteggio) il più che possibile risultato è produrre ulteriore odio non solo da parte dei Palestinesi ma di tutto il mondo ad esso legato: la sicurezza del futuro non si costruisce sui morti che richiamano sempre altri morti!

Quindi per ogni persona che riesca razionalmente, prima ancor che umanamente, a ragionare Hamas non si indebolisce radendo al suolo Gaza e soprattutto infierendo sulla sua inerme popolazione civile ma semmai ponendo le basi per una soluzione rispettosa di entrambe le popolazioni e soprattutto rispettando ciò che è il diritto umanitario e pure quello internazionale che sancisce, in termini di territori assegnati, precedenti accordi purtroppo concretamente disattesi da Israele.

E se molti in Israele rischiano di essere risucchiati in una comprensibile ma non giustificabile logica vendicativa, chi può invece operare per cercare una soluzione equa ma soprattutto umana di questa assurda carneficina iniziata atrocemente da Hamas non può alimentare a sua volta una spirale di odio e di risentimento.

Ripeto: Hamas (le cui forze peraltro non sono certamente dislocate solo a Gaza) non si indebolisce con le ingiuste stragi ( semmai lo si rafforza) ma con la forza del diritto e della civiltà. Civiltà che non appartiene certamente solo al cosiddetto mondo occidentale spesso, per primo, assai incoerente rispetto ai propri dichiarati valori e principi.

Che non si rischi quindi d'innescare una “guerra di religione o di civiltà”: sarebbe solo una guerra di autodistruzione per tutti!

Proprio anche in ragione di tutto ciò mi sembra che la domanda, purtroppo assai brutalmente stridente, da porre specialmente al fronte israeliano sia: ma Israele non può ritenere più che ben “compensato” il massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre?

Domanda, a mio avviso, che dovrebbero fare propria tutte le effettive componenti mosse da genuini interessi di composizione del conflitto ( compresa un'Europa sinora ininfluente) spingendo realmente ad una immediata cessazione del fuoco ed evitando una ulteriore carneficina di inermi civili.

Speriamo che dall'alto Qualcuno (per chi cerca di credere come me) o il semplice buon senso (per chi non ha convinzioni religiose) illumini le menti di chi può contribuire a scongiurare quello che potrebbe purtroppo diventare l'inizio della terza guerra mondiale.

Germano Bosisio
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