Mandic: sindaci uniti nella preoccupazione. Presto un testo indirizzato a Regione

La nota positiva di maggior rilievo dell’incontro tra sindaci del Meratese e Casatese con i tre consiglieri regionali locali sul tema dell’Ospedale di Merate è stata la forte coesione mostrata dai primi cittadini, che indipendentemente da colori politici e localizzazione del territorio hanno ribadito con voce univoca la seria preoccupazione sulla situazione attuale del Mandic, e soprattutto su quella che potrà essere la situazione futura. 
A ripercorrere l’incontro avvenuto la sera di martedì 17 ottobre sono stati i presidenti delle conferenze dei sindaci di Meratese e Casatese, Fabio Vergani di Imbersago e Ave Pirovano di Cremella, in una breve conferenza stampa. PresidentiMerCas.jpeg (54 KB)

“Meratese e Casatese in accordo hanno intrapreso l’iniziativa di incontrare i consiglieri regionali, poiché ci siamo accorti che il dialogo con la Direzione Generale dell’Asst di Lecco si è molto sfilacciata” ha detto Vergani, senza negare che con il dottor Paolo Favini non si è riusciti a mantenere un rapporto stretto. 

Da qui la necessità di cambiare interlocutore e incontrare i consiglieri Mauro Piazza, Gian Mario Fragomeli e Giacomo Zamperini. Ai tre sono stati dati i minuti necessari all’inizio della riunione per dire cosa pensassero del malumore del territorio sulla questione ospedale. Secondo quanto riportato in conferenza stampa, il Sottosegretario Piazza sarebbe stato colui che vede la situazione meno grigia, riconducendo il problema dell’ospedale alla situazione che si sta verificando a livello nazionale. Il consigliere in capo alla Lega ha quindi presentato un report riguardante gli interventi fatti negli anni all’ospedale. Il consigliere Zamperini invece si sarebbe detto “nuovo” in termini di incarico, e quindi si sarebbe messo in ascolto, rendendosi disponibile a capire quali son i problemi. Il consigliere in capo a Fratelli d’Italia ha dichiarato di essere preoccupato e fermo sul fatto che il presidio ospedaliero di Lecco non potrebbe sopravvivere senza quello di Merate. 

Più “caldo” invece deve essere stato l’intervento di Gian Mario Fragomeli, che avrebbe levato un atto d’accusa pesante sui sistemi gestionali dell’Azienda Socio Sanitaria. Il consigliere del PD ha promesso che qualora non dovessero arrivare risposte dirette dagli organismi deputati, continuerà a portare l’attenzione del Consiglio Regionale continuamente sull’ospedale di Merate attraverso questione-time e altri mezzi in sua facoltà. 

“L’obbiettivo di noi sindaci era quello di trasmettere la seria preoccupazione che aleggia nel territorio per quella che è la situazione dell’ospedale” ha detto Fabio Vergani. “Positiva in questo senso la coesione tra tutti i numerosi sindaci e assessori presenti”. Ad aver tranquillizzato in parte i primi cittadini sarebbe stata la dichiarazione del consigliere Piazza riguardo al fatto che non ci sarebbe alcuna intenzione di chiudere l’ospedale. Tuttavia le sorti del Mandic sono tutto fuorché chiare, almeno ai sindaci e ai cittadini. Proprio per questo, infatti, durante la riunione sarebbe emerso anche il tema della scarsa trasparenza della Direzione Generale. Non è stato gradito dai sindaci il fatto di incontrare Favini, non avere alcun aggiornamento su eventuali defezioni da parte di medici, e poi all’indomani apprendere dalla stampa l’ennesima partenza di personale dall’ospedale.

La riunione di martedì sera non si è conclusa con la stesura di un documento da inoltrare al Presidente di Regione e all’Assessore alla Sanità, ma i sindaci di Casatese e Meratese hanno comunque preso l’impegno di scrivere il testo durante il prossimo incontro. “In questo documento metteremo nero su bianco cosa vogliamo per il bene del territorio – ha detto Fabio Vergani. – Seppur non si possa più immaginare un Mandic come quello degli anni Ottanta, non vogliamo neanche che venga ridotto a un ospedale territoriale perdendo così la qualifica di I° livello. Noi vogliamo che l’ospedale resti di primo livello e garantisca i servizi di primo livello, con Pronto Soccorso e punto nascite. Abbiamo sette sale operatorie e vorremmo che fossero tutte funzionanti. Vorremmo quindi che il nostro ospedale fosse attrattivo”. 

Al di là di questa richiesta, quello che i sindaci desiderano che venga fatto nell’imminente è una profonda riflessione e analisi della situazione attuale, di quello che sta accadendo e del perché sta accadendo, su ogni fronte. Da lì quindi partire per capire cosa fare per salvare l’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate.
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.