Cernusco: "Caso Fiocchi" il Tar accoglie la tutela cautelare, resta in Consiglio

Daniela Fiocchi è tornata. Non si può dire ancora con certezza per quanto ma, di fatto, torna ad essere consigliera comunale a Cernusco Lombardone. Il presidente della Prima Sezione del TAR Lombardia ha accolto la domanda di tutela cautelare avanzata dall’ex assessore. Il tribunale amministrativo ha dunque sospeso l’efficacia della delibera di Consiglio comunale sulla decadenza dell’avvocata dal ruolo di consigliere.
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L'avv. Daniela Fiocchi mostra il decreto del TAR che sospende la sua decadenza da consigliera

La sospensiva del TAR è stata emessa il 4 ottobre, ad appena un giorno di distanza dal deposito del ricorso, ed è stata poi pubblicata nella tarda mattinata del 5 ottobre. La camera di consiglio del tribunale milanese si riunirà per la trattazione collegiale mercoledì 8 novembre.


Come abbiamo già scritto [clicca QUI], il Consiglio comunale che doveva essere celebrato il 5 ottobre, è stato rinviato. La comunicazione pubblica è apparsa sul sito internet del Comune nel pomeriggio del 5 ottobre stesso, mentre ai consiglieri la notifica era stata inviata il giorno prima. L’organo consiliare ha la necessità di approvare una convenzione per la partecipazione a un bando per i lavori alla scuola media. Se la seduta dovesse essere convocata per la settimana prossima, a questo punto uno scranno dovrebbe essere ancora riservato a Fiocchi. La quale, con ogni probabilità, sarà intenzionata a partecipare in qualità di consigliere indipendente, abbandonando dunque il gruppo di maggioranza Identità e Futuro Nostro Cernusco.
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L’amministrazione comunale si trova ora tra l’incudine e il martello. Prima di convocare i consiglieri alla prossima seduta, si dovrà valutare cosa succederebbe se alla fine il TAR dovesse dare ragione all’Ente comunale, riabilitando così l’efficacia della delibera sulla decadenza di Fiocchi. I provvedimenti approvati nel frattempo anche dalla consigliera Fiocchi risulterebbero validi? O verrebbe annullato tutto ciò che è passato in Consiglio dalla sospensiva alla sentenza del TAR, qualora avesse torto Fiocchi? Un’alternativa ci sarebbe: il ritiro in autotutela della delibera impugnata, anche se ciò significherebbe per il sindaco di perderci la faccia. Un dubbio amletico.


Abbiamo incontrato Daniela Fiocchi fuori dal municipio di Cernusco Lombardone. La presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Osnago tiene in mano e, raggiante, esibisce il decreto di sospensiva del TAR. È convinta di avere in pugno la riattribuzione definitiva delle funzioni di consigliera comunale. “Non sono sorpresa della sospensiva. Avevo preannunciato che l’esito sarebbe stato questo. Mi ha sorpreso piuttosto il comportamento dell’amministrazione comunale che si è auto-sabotata” commenta sferzante l’avvocata.


Le chiediamo se intende partecipare al prossimo Consiglio: “Naturalmente, ci sarò e voterò i punti all’ordine del giorno. Penso che siano venuti meno i presupposti però di far parte del gruppo di maggioranza. Quello che ci tengo a precisare è che non dipende da me se si è arrivati a rinviare il Consiglio. Per me si poteva anche svolgere togliendo la surroga o, meglio ancora, ritirando la delibera sulla decadenza. Il rinvio del Consiglio era una extrema ratio. Tutto quello che si è venuto a creare non è la conseguenza di un semplice errore, ma l’effetto di un astio personale del sindaco e dei consiglieri di maggioranza nei miei confronti. Non è un atteggiamento che dovrebbe essere tenuto da un pubblico ufficiale, che dovrebbe invece basare le proprie azioni sulla chiarezza e sulla trasparenza”.


Comunque sia, anche l’avvocata Fiocchi è parte in gioco della diatriba. Pure le sue scelte legali e da consigliera possono e potranno avere ripercussioni sull’azione amministrativa di Cernusco. “Data la mia professione – ribatte a questa osservazione Fiocchi – non posso indietreggiare di fronte ad un’aberrazione del diritto. Io non ho nulla di personale, agisco per e nel rispetto del diritto. Non agisco per fare del male all’amministrazione comunale. Sono pienamente convinta che la delibera sulla decadenza sia inefficace ed antigiuridica”.


Fiocchi avrebbe inoltre appurato che la notifica dell’avvio del procedimento della sua decadenza da consigliere sia stata fatta nelle modalità sbagliate. Ciò pregiudicherebbe a cascata, secondo Fiocchi, ogni atto successivo fino alla delibera famosa del 31 agosto. La comunicazione iniziale non conterrebbe la data. Non sarebbe l’unico vizio di forma: “La notifica è stata fatta da un ufficiale territorialmente non competente. È stata eseguita dalla Polizia locale di Cernusco Lombardone sul territorio di Osnago. La consegna doveva essere fatta dal messo di Osnago. Ciò rende nulla la notifica e di conseguenza l'intero procedimento amministrativo”.


L’ex assessore sembra essere agguerrita, ma allo stesso tempo pare che voglia tendere una mano: “Fossi in loro mi domanderei: non conviene fermarsi? Se fossi il loro difensore suggerirei di non costituirsi nemmeno al ricorso al TAR e di ritirare la delibera sulla decadenza. È una questione di buon senso, nell’interesse del Comune, anche per evitare il danno erariale. Dovrebbero capire che, proseguendo su questa linea, vanno a sbattere la testa. È tutto frutto dell’inadeguatezza di questa amministrazione”.


Le chiediamo di spiegarsi meglio: “Se decidono di costituirsi, io sarò costretta a depositare delle memorie integrative alla luce della delibera che mi è stata notificata oltre i termini consentiti. La mia richiesta è del 4 settembre e ho ricevuto la documentazione il 5 ottobre. E poi, ribadisco, la notifica dell’avvio della procedura non è conforme, quindi è totalmente nullo. Dovrei inoltre segnalare al TAR a questo punto anche l’esistenza di una doppia versione della delibera. Ne sono rimasta esterrefatta”. Su quest’ultimo aspetto ci potrebbero essere ulteriori passaggi. “Da avvocato non vedo come non dovrei segnalarlo all’ANAC. Dovrò valutare anche se intraprendere ulteriori azioni in merito”.
M.P.
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