Cernusco: punto in Consulta sulla "Comunità energetica"

In Consulta Ecologia a Cernusco Lombardone si è fatto il punto della situazione sulla creazione della Comunità Energetica Rinnovabile [clicca QUI]. La proposta di adesione alla manifestazione d’interesse promossa da Regione Lombardia è in fase istruttoria. Intanto deve ancora definirsi il quadro normativo nazionale, in pratica con la conferma da parte dell’Esecutivo degli indirizzi ormai noti, con i decreti attuativi e gli emendamenti.
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Intanto a Cernusco si comincia già a ragionare sullo statuto e sul regolamento della CER in via di formazione. Una bozza è stata messa a disposizione della Consulta Ecologia, che si è riunita giovedì 21 settembre in sala consiliare. Collegato in videoconferenza, l’esperto Marco Pezzaglia, individuato dall’amministrazione comunale per affiancare l’Ente locale nel percorso tecnico.
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L'ing. Marco Pezzaglia

Pezzaglia ha consigliato di costituire la CER nella forma dell’associazione, in cui valga il principio democratico di “una testa, un voto”. Dovrà essere un’associazione formalmente riconosciuta, anche se nella primissima fase, che precede l’entrata a regime della Comunità energetica, potrebbe anche non essere riconosciuta. Il che eviterebbe ai soci fondatori di dover versare subito i 15 mila euro di capitale minimo. Il vice presidente della Consulta Mario Sirio Levati ha suggerito di dare alla CER la forma della cooperativa o della società di beni e servizi. Sarebbe più flessibile e adatta alle esigenze di una Comunità energetica. L’assessore ha mostrato di non avere preclusioni. Ogni ipotesi andrà analizzata tecnicamente.
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L'assessore Andrea Passavanti

La Consulta si è concentrata proprio sulla fase di avvio della CER. Il presidente Paolo Proserpio ha ragionato sulla possibilità di dare maggiore rilevanza nello statuto ai produttori rispetto ai consumatori, ipotizzando un rapporto percentuale 70-30. Pezzaglia ha evidenziato che così si conformerebbe una democrazia a parità di condizioni. Si potrebbe chiedere una consulenza legale per capire se sarebbe in regola. L’assessore Andrea Passavanti ha però fatto notare che, almeno nei primi anni, il più grande produttore all’interno della CER sarebbe presumibilmente il Comune. Conferire troppo peso nelle scelte all’Ente locale potrebbe disincentivare i cittadini ad aderire alla Comunità Energetica.
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Il presidente della Consulta Paolo Proserpio

Altro tema è come distribuire i “ricavi” dell’energia immessa in rete, che in base alla normativa nazionale è a prezzi favorevoli per le Comunità energetiche. Una quota dovrà andare ad un fondo cassa per le spese gestionali, un’altra parte da utilizzare a fini sociali. Il resto verrà spartito tra produttori, prosumer e consumatori. Anche in questo caso l’interesse dovrebbe essere di trovare la formula incentivante per l’utente medio, che sarebbe almeno nei primi anni il consumatore puro. Passavanti ha ipotizzato come sistema premiante di concedere una quota maggiore a chi consuma nelle ore in cui i pannelli fotovoltaici assorbono l’energia solare.
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Fabio Bonanomi

La Consulta si è ripromessa di assicurarsi a quale soggetto apparterà la responsabilità degli impianti fotovoltaici che entreranno a far parte della Comunità energetica e di fare in modo che sia ben specificato nello statuto. Fabio Bonanomi ha proposto di inserire nello statuto la possibilità di creare tra i membri della CER dei gruppi d’acquisto per comprare insieme e dunque a prezzi vantaggiosi i pannelli fotovoltaici. La bozza attuale consente invece soltanto la creazione di gruppi d’acquisto per i contratti con i fornitori d’energia.

Le varie ipotesi emerse di modifica di statuto e regolamento della CER saranno comunicate all’esperto Marco Pezzaglia, rimasto in collegamento solo nella prima parte della riunione, che fornirà le sue puntuali considerazioni.
M.P.
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