L'alloggio affittato al mare non c'è, il caso in Tribunale
Nel giugno 2020, desiderosa di andare in vacanza, dopo le fatiche del lockdown, aveva risposto a un annuncio online per affittare un appartamento a Riccione, iniziando poi a messaggiare con il proprietario dell'immobile per accordarsi, arrivando nel giro di poco ad un punto d'incontro con l'alloggio “bloccato” versando – a titolo di caparra – il 30% dei 900 euro pattuiti.
Avrebbe poi potuto beneficiare del 15% di sconto se l'8 luglio, dopo essere stata ricontattata dal locatore, avesse deciso di versare anche il saldo. “Non ho aderito alla proposta perché non mi sembrava il caso, prima di aver visto l'appartamento. Per fortuna”. E già perché quando il 25 luglio la donna – allora residente a Lomagna, oggi di casa a Robbiate – è arrivata in Riviera... è rimasta letteralmente senza un tetto sopra la testa. In via Milano lo stabile di cui aveva le foto sul cellulare effettivamente c'era, mancava però l'alloggio che aveva affittato, come del resto le hanno poi confermato i residenti della palazzina. E ovviamente anche il suo interlocutore come, nel più classico dei copioni, non si è fatto più trovare.
La questione, a distanza di 3 anni dal fatto, è approdata oggi in Aula. Oltre alla denunciante, al cospetto del giudice Paolo Salvatore, è stato escusso anche l'operante della caserma carabinieri di Bellaria-Igea Marina che si è occupato poi delle indagini, arrivando a indicare come provento di altro raggiro i documenti inviati alla donna dal sedicente proprietario della casa vacanze per poi trascinare invece a giudizio l'intestatario dell'utenza telefonica utilizzata per scambiare messaggi con la malcapitata.
A processo vi è dunque Raffaele P., classe 1973, chiamato a rispondere del reato di truffa, assistito dall'avvocato Luca Del Bue. Se lo riterrà, il prossimo 29 novembre potrà sottoporsi ad esame. In ogni caso il processo a suo carico proseguirà: già prevista la discussione finale.
Avrebbe poi potuto beneficiare del 15% di sconto se l'8 luglio, dopo essere stata ricontattata dal locatore, avesse deciso di versare anche il saldo. “Non ho aderito alla proposta perché non mi sembrava il caso, prima di aver visto l'appartamento. Per fortuna”. E già perché quando il 25 luglio la donna – allora residente a Lomagna, oggi di casa a Robbiate – è arrivata in Riviera... è rimasta letteralmente senza un tetto sopra la testa. In via Milano lo stabile di cui aveva le foto sul cellulare effettivamente c'era, mancava però l'alloggio che aveva affittato, come del resto le hanno poi confermato i residenti della palazzina. E ovviamente anche il suo interlocutore come, nel più classico dei copioni, non si è fatto più trovare.
La questione, a distanza di 3 anni dal fatto, è approdata oggi in Aula. Oltre alla denunciante, al cospetto del giudice Paolo Salvatore, è stato escusso anche l'operante della caserma carabinieri di Bellaria-Igea Marina che si è occupato poi delle indagini, arrivando a indicare come provento di altro raggiro i documenti inviati alla donna dal sedicente proprietario della casa vacanze per poi trascinare invece a giudizio l'intestatario dell'utenza telefonica utilizzata per scambiare messaggi con la malcapitata.
A processo vi è dunque Raffaele P., classe 1973, chiamato a rispondere del reato di truffa, assistito dall'avvocato Luca Del Bue. Se lo riterrà, il prossimo 29 novembre potrà sottoporsi ad esame. In ogni caso il processo a suo carico proseguirà: già prevista la discussione finale.
A.M.