Airuno: ultimo saluto al piccolo Andrea Cecchini, spentosi a 11 anni. Don Ruggero: ‘Non dimenticheremo il suo sorriso’
Ha cercato risposte nella parola del Signore don Ruggero Fabris per tentare di offrire alla famiglia, agli amici e alle insegnati del piccolo Andrea Cecchini una spiegazione alla sua morte, avvenuta a soli 11 anni dopo un lungo periodo di coma. Nemmeno il sacerdote, di fronte alle tante persone che hanno gremito la Chiesa Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano di Airuno nella mattina di 23 agosto, è riuscito a contenere la commozione durante la sua omelia.
Difficile confortare i cuori piangenti degli amichetti di Andrea, del suo fratellino maggiore Marco, della mamma Veruska, dei familiari e di tutte quelle persone che ricordano Andrea come un bimbo sempre sorridente e affettuoso nonostante la patologia che l’ha accompagnato sin dai primi mesi di vita e che, nell’ottobre del 2020, l’ha portato ad andare in coma, sospendendo la sua esistenza fino alla mattina dello scorso lunedì, quando è voltato in cielo con il sorriso in volto e circondato dall’affetto della sua mamma.
“Ci facciamo confortare dalle parole di Dio, perché è davvero faticoso vivere questo momento” ha ammesso don Ruggero, offrendo ai presenti dei passi dell’Apocalisse, del Vangelo secondo Marco e la parabola del buon pastore. Commentando i testi, ha detto: “Questa pagina dell’Apocalisse finisce con un gesto: «Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi». Così sarà anche per Andrea, che ora non piangerà più. Dio stesso asciugherà le sue lacrime. Noi invece, le lacrime dobbiamo tenerle, perché questa è la vita”. Sulla piccola bara bianca posta davanti all’altare e ricoperta di fiori, è stata poggiata una fotografia di Andrea. “Questa foto non rende merito a quello che era davvero il suo sorriso – ha continuato il sacerdote. – Il suo sorriso non ce lo dimenticheremo. Anche nei momenti dolorosi non smetteva mai di sorridere”.
Rifacendosi al salmo, il prete ha citato il cammino “nella parte oscura” che ha dovuto affrontare Andrea, residente a Olgiate Molgora ma molto legato alla comunità di Airuno, dove aveva frequentato la scuola primaria. “Questo cammino è durato quasi tre anni. Dall’ottobre del 2020, qualche giorno dopo che suo fratello Marco aveva ricevuto la Cresima. È stato un cammino di dolore che non ha mai fatto da solo, ma accompagnato dalla sua famiglia, soprattutto dalla sua mamma, e dalle tante persone che gli hanno voluto bene, come le sue insegnanti, la sua catechista e i compagni di scuola. Ora, il cammino del dolore è finito e come dice il finale del salmo, «felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita e abiterò nella casa del Signore», ora Andrea è giunto alla casa del Signore”.
Commentando il Vangelo secondo Marco, il sacerdote ha ricordato quello che diceva Gesù: “«Lasciate che i bambini vengano a me». Una frase che oggi assume un tono strano. C’è tutta l’amarezza per la partenza di Andrea, ma dobbiamo lasciare che lui vada da Gesù. «Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino non entrerà in esso» è scritto. Ora sappiamo dove sarà Andrea, tra le braccia di Gesù, nel suo Regno. Un giorno lo rivedremo”.
Al termine della cerimonia la salma del piccolo Andrea Cecchini è stata condotta al cimitero locale di Airuno. Sul sagrato della chiesa le tante persone accorse per dirgli addio si sono strette attorno alla sua famiglia. Tra loro anche il sindaco di Olgiate Molgora Giovanni Battista Bernocco e il sindaco e vicesindaco di Airuno, Alessandro Milani e Adriana Rossi, che ben conoscevano il piccolo e hanno voluto manifestare solidarietà nei confronti della famiglia.