Merate: abbattute barriere architettoniche inesistenti
I lavori in piazza degli Eroi a Merate con diramazioni sua via Francesco Viganò, parte di viale Lombardia e di viale Carlo Baslini possono essere variamente giudicati. Tolto un porfido ne è stato messo a dimora un altro. Nulla di che, qualcuno sibila. Le panchine sono oggettivamente più scomode, molto meno anatomiche di quelle in legno e tuttora senza schienale. C’è chi sostiene siano belle e moderne e chi, soprattutto gli utilizzatori, che sono scomode e pure brutte con tutto questo marmo che fa pendant con la fontana e le mezze circonferenze attorno ai grandi cedri argentati.
Ma una circostanza appare francamente irritante: il titolo dato all’opera, per quanto, è proprio grazie ad esso che dai fondi del PNRR è giunto il milione: “Miglioramento accessibilità ed abbattimento barriere architettoniche centro città”.
Come tutti coloro che frequentano il centro sanno, non c’era alcuna barriera architettonica da abbattere. Il dislivello strada-marciapiede – utile ai fini della sicurezza – era comunque mitigato dagli scivoli posti ai lati della piazza in coincidenza con gli attraversamenti pedonali. E ancora oggi la strada, portata a livello marciapiede, si attraversa sulle, per quanto poco visibili, strisce pedonali.
Tutto il resto era esattamente come ora. Cubetti di porfido a parte. Anzi no, una cosa diversa c’è: sul lato ovest di viale Carlo Baslini il camminamento finiva con un gradino rispetto alla strada che esce dalla Corte Marforio, abbastanza trafficata. Era un modo per costringere i bambini in bicicletta a fermarsi. Ora invece possono schizzare a tutta velocità. Sperando di non finire contro una portiera di un’auto in transito.
Come ha molto bene documentato la consigliera di minoranza Patrizia Riva – l’unica che fa davvero opposizione – le barriere architettoniche sono tante, ben altre e altrove. (CLICCA QUI)
La più vicina è dentro l’auditorium: impossibile per un disabile motorio salire sul palcoscenico. Ci sono solo due scalette ai lati della ribalta.
E all’indagine di Patrizia Riva possiamo aggiungere lo stato di conservazione di tante strade cittadine che abbiamo documentato in queste settimane grazie alle segnalazioni dei lettori (che invitiamo a continuare a segnalare): da via Prinetti Castelletti – la vergogna cittadina – a via Buonarroti, da via Cerri a Novate a via Grandi. Un buon assessore ai lavori pubblici guarderebbe oltre la sfera del centro. Invece pare che questi, per motivi inspiegabili, riesca solo a concentrare risorse e energie al centro città, luogo di tutti gli eventi in gran parte finanziati dallo stesso Comune (esempio 8.500 per la Notte dello Sport, un fallimento) e, ora, anche dell’investimento più significativo, a parte la riqualificazione di via Verdi progettata almeno cinque anni fa, spacciato per un miglioramento di accessibilità e abbattimento barriere architettoniche.
Intanto Cascina Galli cade a pezzi e villa Confalonieri avanti così diventerà inagibile. E nessuna idea visionaria viene avanti per rianimare sul serio il centro. Ben oltre i famosi “giovedì” apprezzato dall’Assessore sopra detto, nonostante l’immagine deprimente delle serrande abbassate di tutti i negozi. Chiusi. Baretto amato dal signor Sindaco, a parte.
Ma una circostanza appare francamente irritante: il titolo dato all’opera, per quanto, è proprio grazie ad esso che dai fondi del PNRR è giunto il milione: “Miglioramento accessibilità ed abbattimento barriere architettoniche centro città”.
Come tutti coloro che frequentano il centro sanno, non c’era alcuna barriera architettonica da abbattere. Il dislivello strada-marciapiede – utile ai fini della sicurezza – era comunque mitigato dagli scivoli posti ai lati della piazza in coincidenza con gli attraversamenti pedonali. E ancora oggi la strada, portata a livello marciapiede, si attraversa sulle, per quanto poco visibili, strisce pedonali.
Tutto il resto era esattamente come ora. Cubetti di porfido a parte. Anzi no, una cosa diversa c’è: sul lato ovest di viale Carlo Baslini il camminamento finiva con un gradino rispetto alla strada che esce dalla Corte Marforio, abbastanza trafficata. Era un modo per costringere i bambini in bicicletta a fermarsi. Ora invece possono schizzare a tutta velocità. Sperando di non finire contro una portiera di un’auto in transito.
Come ha molto bene documentato la consigliera di minoranza Patrizia Riva – l’unica che fa davvero opposizione – le barriere architettoniche sono tante, ben altre e altrove. (CLICCA QUI)
La più vicina è dentro l’auditorium: impossibile per un disabile motorio salire sul palcoscenico. Ci sono solo due scalette ai lati della ribalta.
E all’indagine di Patrizia Riva possiamo aggiungere lo stato di conservazione di tante strade cittadine che abbiamo documentato in queste settimane grazie alle segnalazioni dei lettori (che invitiamo a continuare a segnalare): da via Prinetti Castelletti – la vergogna cittadina – a via Buonarroti, da via Cerri a Novate a via Grandi. Un buon assessore ai lavori pubblici guarderebbe oltre la sfera del centro. Invece pare che questi, per motivi inspiegabili, riesca solo a concentrare risorse e energie al centro città, luogo di tutti gli eventi in gran parte finanziati dallo stesso Comune (esempio 8.500 per la Notte dello Sport, un fallimento) e, ora, anche dell’investimento più significativo, a parte la riqualificazione di via Verdi progettata almeno cinque anni fa, spacciato per un miglioramento di accessibilità e abbattimento barriere architettoniche.
Intanto Cascina Galli cade a pezzi e villa Confalonieri avanti così diventerà inagibile. E nessuna idea visionaria viene avanti per rianimare sul serio il centro. Ben oltre i famosi “giovedì” apprezzato dall’Assessore sopra detto, nonostante l’immagine deprimente delle serrande abbassate di tutti i negozi. Chiusi. Baretto amato dal signor Sindaco, a parte.
Claudio Brambilla