I dolori del giovane Pietro Santoro e la "scoperta" di questa Brianza
Vittima e vittimista, timoroso e impavido, incassatore e attaccante, candido e smaliziato, umile e giudicante, cuore di mamma e sferzante. Con queste e altre pennellate retoriche si è dipinto Pietro Santoro sui social per dare notizia di aver subito dei danni all’auto. Sgombriamo subito il campo da fraintendimenti: ogni atto di vandalismo è di per sé stesso negativo e farne ricorso è sempre sbagliato. Quanto subito da Santoro è altrettanto deprecabile.
Ciò detto, appaiono gravi le parole di Santoro. Qui non ci interessa andare ad analizzare i tratti caratteriali del personaggio. Lasciamo che siano i lettori a valutare quanto sia preso da sé. Ci interessa piuttosto disinnescare un certo automatismo sottinteso nel discorso dell’assessore.
Santoro ha accostato nella stessa frase le lettere dei lettori - contrari ad una scelta dell’amministrazione comunale – ai danni alla sua macchina, con un suggestionante nesso di consequenzialità. Un ragionamento destituito di ogni fondamento, tanto da risultare al limite del ridicolo. Ma davvero in casa IFNC pensano che qualcuno arrivi a rovinare un’auto per l’intitolazione di una biblioteca? Forse sarebbe intelligente aspettare che a stabilire il tutto siano le autorità competenti.
Il problema è che a sostenere questi ragionamenti non sono due amici al bar qualunque, ma un sindaco e un assessore. L’ingigantimento è tale da far sospettare che si sia voluto trasformare artatamente l’episodio in un caso politico.
Sarebbe come cadere sulla buccia di banana per la seconda volta. È bene evidenziare che era stata la Giunta a decidere di conferire una denominazione alla biblioteca. E di farlo attraverso un percorso partecipato con la cittadinanza. Da quello che si è potuto capire la Giunta non avrebbe ben digerito che alle votazioni avesse preso più preferenze Alda Merini. La poetessa era stata sostenuta da due associazioni che, con i loro rappresentanti e volontari, vengono viste di sinistra. Non scegliendo la più votata, pur legittimamente, la Giunta di centro-destra ha comunque buttato in politica la scelta del nome. Una forzatura che ha suscitato qualche prevedibile polemica, altrettanto legittima.
Santoro è poi passato ad attribuire la responsabilità del vandalismo subito alla sua auto al clima politico avverso che respira, puntando il dito nemmeno tanto velatamente al gruppo di minoranza e agli ex amministratori cernuschesi. Sarebbe interessante che Santoro ci dica se queste tesi le abbia riportate in primis nella denuncia fatta ai carabinieri. Perché altrimenti sarebbe troppo facile usare toni incendiari sui social, ma formalizzare una denuncia contro ignoti.
Nel caso remoto che lo abbia scritto ai carabinieri a breve verrebbero a galla due alternative. O che le forze dell’ordine chiamino gli ex amministratori locali e gli esponenti di quella parte politica tanto disprezzata da Santoro, perché doveroso sarebbe sentire la loro versione dei fatti. Oppure che i carabinieri sconfessino le seppur velate accuse dell’assessore non prendendo nemmeno in considerazione la pista tracciata da Santoro.
Questa maggioranza continua ad avere il cattivo gusto di chiamare in causa l’ex Giunta i cui componenti non si sono più candidati e non siedono perciò ai banchi dell’opposizione. Lo fa costantemente il sindaco criticando in Consiglio comunale le scelte dei suoi predecessori, senza possibilità di un contraddittorio dei diretti interessati. E ora addirittura l’accoppiata sindaco-assessore ha alzato il tiro dicendo che due danneggiamenti all’auto – che pur di modesta entità restano pur sempre dei reati – siano stati alimentati da persone che hanno amministrato la cosa pubblica. Accuse gravi senza uno straccio di prove.
Con certe insinuazioni e certi atteggiamenti in Consiglio comunale, la maggioranza dà l’impressione di avere dei rigurgiti contro chi dissente. E lo fa anche con la stampa non amica. IFNC, con il suo capogruppo Gerardo Biella, dovrebbe prendere le distanze dalle parole di Santoro, o riconoscere perlomeno che siano state eccessive e avventate, magari dettate dallo stato di agitazione in cui si trovava l’assessore mentre scriveva quelle righe.
Le dichiarazioni di Santoro, assecondate dal sindaco, drogano il dibattito pubblico. Chiunque in futuro dovesse esprimere una critica all’amministrazione dovrebbe mettere in conto di poter essere additato come il responsabile morale di un qualsiasi reato. O aspettarsi che l’ex maestro di religione arrivi a scomodare Dio e il suo giudizio finale. Questo non è normale in un paese normale.
E dire che bastava prenderla con un po’ di acuta ironia. Viene in mente l’intelligente verve comica di Antonio Albanese, alias Alex Drastico, in un pezzo d’annata sul motorino rubato che ancora si trova su YouTube. Oppure allo stupito Santoro, che non si capacita dei danneggiamenti alle auto in Brianza, bastava ricordare che questa redazione attende di conoscere chi abbia carbonizzato due macchine in una limpida serata a Sartirana, ormai quasi tre anni fa. Date alle fiamme, non rigate. Con rischi enormi per le case vicine. Questa Brianza il maestro Santoro non la conosceva?
Ciò detto, appaiono gravi le parole di Santoro. Qui non ci interessa andare ad analizzare i tratti caratteriali del personaggio. Lasciamo che siano i lettori a valutare quanto sia preso da sé. Ci interessa piuttosto disinnescare un certo automatismo sottinteso nel discorso dell’assessore.
Santoro ha accostato nella stessa frase le lettere dei lettori - contrari ad una scelta dell’amministrazione comunale – ai danni alla sua macchina, con un suggestionante nesso di consequenzialità. Un ragionamento destituito di ogni fondamento, tanto da risultare al limite del ridicolo. Ma davvero in casa IFNC pensano che qualcuno arrivi a rovinare un’auto per l’intitolazione di una biblioteca? Forse sarebbe intelligente aspettare che a stabilire il tutto siano le autorità competenti.
Il problema è che a sostenere questi ragionamenti non sono due amici al bar qualunque, ma un sindaco e un assessore. L’ingigantimento è tale da far sospettare che si sia voluto trasformare artatamente l’episodio in un caso politico.
Sarebbe come cadere sulla buccia di banana per la seconda volta. È bene evidenziare che era stata la Giunta a decidere di conferire una denominazione alla biblioteca. E di farlo attraverso un percorso partecipato con la cittadinanza. Da quello che si è potuto capire la Giunta non avrebbe ben digerito che alle votazioni avesse preso più preferenze Alda Merini. La poetessa era stata sostenuta da due associazioni che, con i loro rappresentanti e volontari, vengono viste di sinistra. Non scegliendo la più votata, pur legittimamente, la Giunta di centro-destra ha comunque buttato in politica la scelta del nome. Una forzatura che ha suscitato qualche prevedibile polemica, altrettanto legittima.
Santoro è poi passato ad attribuire la responsabilità del vandalismo subito alla sua auto al clima politico avverso che respira, puntando il dito nemmeno tanto velatamente al gruppo di minoranza e agli ex amministratori cernuschesi. Sarebbe interessante che Santoro ci dica se queste tesi le abbia riportate in primis nella denuncia fatta ai carabinieri. Perché altrimenti sarebbe troppo facile usare toni incendiari sui social, ma formalizzare una denuncia contro ignoti.
Nel caso remoto che lo abbia scritto ai carabinieri a breve verrebbero a galla due alternative. O che le forze dell’ordine chiamino gli ex amministratori locali e gli esponenti di quella parte politica tanto disprezzata da Santoro, perché doveroso sarebbe sentire la loro versione dei fatti. Oppure che i carabinieri sconfessino le seppur velate accuse dell’assessore non prendendo nemmeno in considerazione la pista tracciata da Santoro.
Questa maggioranza continua ad avere il cattivo gusto di chiamare in causa l’ex Giunta i cui componenti non si sono più candidati e non siedono perciò ai banchi dell’opposizione. Lo fa costantemente il sindaco criticando in Consiglio comunale le scelte dei suoi predecessori, senza possibilità di un contraddittorio dei diretti interessati. E ora addirittura l’accoppiata sindaco-assessore ha alzato il tiro dicendo che due danneggiamenti all’auto – che pur di modesta entità restano pur sempre dei reati – siano stati alimentati da persone che hanno amministrato la cosa pubblica. Accuse gravi senza uno straccio di prove.
Con certe insinuazioni e certi atteggiamenti in Consiglio comunale, la maggioranza dà l’impressione di avere dei rigurgiti contro chi dissente. E lo fa anche con la stampa non amica. IFNC, con il suo capogruppo Gerardo Biella, dovrebbe prendere le distanze dalle parole di Santoro, o riconoscere perlomeno che siano state eccessive e avventate, magari dettate dallo stato di agitazione in cui si trovava l’assessore mentre scriveva quelle righe.
Le dichiarazioni di Santoro, assecondate dal sindaco, drogano il dibattito pubblico. Chiunque in futuro dovesse esprimere una critica all’amministrazione dovrebbe mettere in conto di poter essere additato come il responsabile morale di un qualsiasi reato. O aspettarsi che l’ex maestro di religione arrivi a scomodare Dio e il suo giudizio finale. Questo non è normale in un paese normale.
E dire che bastava prenderla con un po’ di acuta ironia. Viene in mente l’intelligente verve comica di Antonio Albanese, alias Alex Drastico, in un pezzo d’annata sul motorino rubato che ancora si trova su YouTube. Oppure allo stupito Santoro, che non si capacita dei danneggiamenti alle auto in Brianza, bastava ricordare che questa redazione attende di conoscere chi abbia carbonizzato due macchine in una limpida serata a Sartirana, ormai quasi tre anni fa. Date alle fiamme, non rigate. Con rischi enormi per le case vicine. Questa Brianza il maestro Santoro non la conosceva?
Marco Pessina