Cernusco: danni all’auto, per Santoro c’entra la politica

Due danneggiamenti alla propria auto, una Fiat 500 di colore azzurro, sono stati denunciati ai carabinieri da Pietro Santoro, assessore alla Cultura a Cernusco Lombardone. I fatti risalgono al 6 e all’8 luglio, due episodi distinti quindi. Nel primo caso è stato colpito lo specchietto, nel secondo è stato lesionato il parabrezza. Quest’ultimo avvenimento è accaduto mentre si stavano svolgendo i preparativi dello spettacolo teatrale nella piazzetta nei pressi del Municipio, dove era presente l’assessore.

 

A comunicare i danni subiti è stato lo stesso Santoro dal proprio account facebook. Con un post si è sfogato all’indomani dell’ultimo vandalismo. Dalle sue parole l’assessore fa intendere di essere convinto che i danneggiamenti siano una conseguenza del suo impegno in Municipio.

 

Le dichiarazioni di Santoro, che ha pure degli incarichi nel Provinciale di Forza Italia, partono con una difesa alle critiche ricevute sull’intitolazione della biblioteca. Pur avendo preso più voti Alda Merini, la Giunta ha optato per Luigi Rusca.

 

“La questio della biblioteca ha acceso molto, seppur pochi i voti scrutinati al momento della formazione e della terna – e non della classifica come qualcuno vuole far credere o si ostina a non capire” ha sostenuto Santoro. Che poi ha aggiunto: “Ma vabbè, come un ex politico della zona mi ha detto ‘E’ il gioco delle parti’ e questo tipo di gioco lo posso anche capire ma voglio assolutamente starne fuori”.

 

Si è poi riferito alle lettere pubblicate su Merateonline nello spazio dedicato ai lettori, parlando immediatamente dopo dei danni subiti: “Dopo i numerosi commenti su una testata giornalistica locale, ho ricevuto due danneggiamenti”. Santoro ha quindi sostenuto di aver inizialmente pensato che la deformazione dello specchietto potesse essere causato dal caldo “perché non non avrei mai potuto credere che oggi potessero succede questo tipo di azioni in Brianza”.

 

Santoro ha poi informato i suoi amici sul social network di aver sporto denuncia “non tanto perché spero in una punizione dei responsabili ma perché una persona onesta si rivolge alle forze dell’ordine”. Quindi la rivendicazione: “Sono una persona onesta, vivo del mio lavoro e vivo una vita realizzata. Mi pongo obbiettivi, studio per raggiungerli e li raggiungo”.

 

Il post torna ancora sulla politica: “Non mi sono mai sottratto al confronto politico di tono ma fuggo da quella dialettica degradante e da quella macchina del fango, tipica di una certa politica stantia e anacronistica. Per me questa esperienza non è un gioco e non lo è mai stata. Cerco di amministrare seriamente, approfondendo, proponendo, realizzando e lavorando in prima persona”.

 

Lo sfogo assume i contorni dell’arringa. “Ci meravigliamo che i giovani non entrano in politica? Siamo solo ciechi. Queste polemiche, questi gesti sono alimentati anche da persone che hanno amministrato la cosa pubblica e che spesso, oggi, si lamentano della poca voglia dei giovani nel fare politica. Se il dibattito politico sfocia in queste parole e in questi gesti posso solo che capire i ‘famosi giovani’ che non scendono in campo perché l’esempio attuale di chi lo ha già fatto non è dei migliori” questo il passaggio più controverso, che imputa di fatto alla minoranza e all’ex amministrazione i danneggiamenti subiti.

 

Santoro ha denunciato, quasi a voler fare l’identikit: “Questi sono gli stessi che scrivono sui giornali con la presunzione di volerti insegnare qualcosa e poi per strada fanno fatica a rispondere al mio educato saluto. A voi dico: prima di qualsiasi ‘dibattito politico’ non dimentichiamo mai il rispetto della persona”.

 

L’assessore nel post ha detto di avere paura: “Ringrazio i miei amici, la persona che mi sta accanto, che mi fanno compagnia per evitare che resti da solo e che l’ansia – e a volte il terrore di rimanere solo per strada – mi assalgono”. Poi rivolgendosi alla madre, ha chiesto scusa per le preoccupazioni che le arreca per la sua attività politica, “preoccupazioni che solo un cuore di madre che vive la distanza può capire”.

 

Le dichiarazioni di Santoro si sono chiuse con un’ultima frecciatina e la promessa a continuare nell’amministrare il paese: “Si va avanti. Non saranno di certo due o tre commentucci sgarbati, sgrammaticati e infamemente anonimi a fermare una persona che cerca nel meglio delle sue possibilità di fare bene il bene, davanti alla sua coscienza, supremo giudice del bene”. Con altrettanta convinzione, Santoro si è appellato a Dio: “Una volta arriverà il giudizio divino. Per tutti”.

 

L’assessore ha ringraziato nel suo post il gruppo di maggioranza e in particolare il sindaco Gennaro Toto e la vice Renata Valagussa. Proprio il primo cittadino martedì scorso ha ripreso il commento di Santoro, aggiungendo una personale considerazione: “Condivido questo comunicato con profondo dispiacere per quanto avvenuto, sperando che non si ripetano atti simili - già successi sia a me sia a Nino De Luca - e si finisca di buttar fango su chi sta lavorando per il bene della Comunità!”.

M.P.
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