Imbersago: il cardinale Bagnasco affronta i temi sociali dell'enciclica di Papa Roncalli


Dopo il primo incontro con il professor Saccenti che ha fornito il profilo spirituale, pastorale e umano di San Giovanni XXIII, la seconda conferenza tenuta dal Cardinale Angelo Bagnasco nella serata di lunedì 29 è virata invece sull'analisi di temi sociali delineati in una delle encicliche più importanti promulagate dal Papa: "Mater et Magistra". Questa enciclica firmata nel 1961, nelle prime parti riprende il magistero dei suoi predecessori, sottolineando la continuità e l'apprezzamento per la tradizione della Chiesa - "noi camminiamo sulle spalle dei giganti" - che mantiene viva la parola di Dio. Per questo motivo, il testo di Roncalli rimane fondamentale ancora oggi per segnare il passaggio con il Pontificato corrente. Bagnasco nel suo discorso, ne ha voluto sottolineare l'importanza focalizzandosi su cinque questioni: il bene comune, il lavoro, la proprietà privata, lo Stato e la morale, che dettano la vita dell'uomo.

Il cardinale emerito di Genova Angelo Bagnasco



Il bene comune è una categoria molto nota, tipica della dottrina sociale della Chiesa - dove la fede viene tradotta in categorie sociali. Esso è caratterizzato dall'insieme delle circostanze e condizioni per cui una persona può realizzare se stessa al meglio all'interno della società. Ed è per questo che il lavoro è una condizione del bene comune. Esso permette, trattandosi di un'espressione diretta dell'uomo e non di una merce di scambio, di tessere rapporti e relazioni evitando una vita di solitudine. Consente di mantenersi con dignità, di realizzare se stessi a favore degli altri e contribuire direttamente nella comunità secondo le proprie capacità. Allo stesso tempo però, deve persistere una compartecipazione dei guadagni in questo sistema. Per questo motivo l'enciclica dice "no" al liberismo senza regole dettato da bisogni individuali. Pericolosa è anche la globalizzazione che se gestita in modo erroneo da una élite di pochi eletti o dalla totalità dell'umanità farebbe scomparire il bene comune.

La proprietà privata è a questo punto dichiarata un diritto naturale perché corrisponde alla destinazione universale dei beni della terra: Dio dà vita al creato lo consegna all'uomo. Di conseguenza è importante parlare dello stato ovvero la società organizzata per il bene comune e la gestione dei beni. Il primo esempio di società è la famiglia, che è il nucleo fondante della vita e che mantiene il primato della persona.

Padre Giulio Binaghi rettore del santuario, il cardinale Angelo Bagnano e il sindaco di Imbersago Fabio Vergani


Lo Stato ne è una sua evoluzione, esso deve assicurare i beni materiali al suo interno per garantire la sopravvivenza dei cittadini e tutelarne i diritti onde evitare di arrivare alla concezione dello stato presentata nel Leviatano di Thomas Hobbes, nel quale il sovrano detiene tutti i poteri senza limiti per evitare l'estinzione della razza umana. Lo Stato deve, al contrario, preservare le condizioni di vita dei lavoratori spronando lo sviluppo produttivo in favore al progresso sociale. Vige perciò il principio di sussidiarietà: l'autorità maggiore deve intervenire dove il singolo, ma anche la comunità, non può arrivare, senza però sostituirsi all'iniziativa privata.

Dopo aver delineato i fondamenti della società, Roncalli fornisce la vera indicazione che ne determina la sua realizzazione e che scaturisce da una domanda spontanea dell'uomo: qual è la bussola necessaria per restare all'interno di queste questioni sociali? La risposta, che attraversa la storia, è l'ordine morale, un'educazione della coscienza su valori che oggi si fanno sempre più rarefatti. Questo perché alla base dello sviluppo non c'è una migliore organizzazione o un progresso tecnologico, ma una base morale.


Per delineare meglio questo concetto Bagnasco si è concentrato su un aspetto che nell'enciclica non è trattato ma che secondo il Cardinale sta alla base delle parole del Papa: la sfida antropologica. Oggi vige il mito della libertà assoluta che vuole cambiare l'uomo in un processo di metamorfosi antropologica che è il dramma più grave della nostra epoca, perché agisce inevitabilmente sopra le nostre teste senza che ce ne accorgiamo. La cultura occidentale, di cui siamo protagonisti, è dettata da valori enormi ma è al contempo malata di imperialismo culturale, di un'arroganza che spinge ad imporsi in altri paesi e continenti dove le usanze sono tutt'altro. Questa colonizzazione culturale viene spronata e facilitata dalle legislazioni già in atto, quelle già proposte e approvate. Questa è la sorgente autodistruttiva dell'umanità che nega l'uomo come frutto della natura considerandolo invece figlio di diverse culture, della storia, delle circostanze. Si è quindi tolta la parola alla natura, parola a cui è stato sottratto il suo significato universale e che insieme all'incapacità di riconoscere la verità oggettiva ha dato il via a questo cambiamento che genera confusione, smarrimento e paura. Sono queste sensazioni che spingono i giovani a guardare al passato per trovare un punto riferimento per plasmare il proprio presente. Non si tratta però di un atto di debolezza. La nuova generazione non vuole aggrapparsi a predecessori in maniera nostalgica, ma vuole riportare cardini fondamentali come la famiglia, la scuola, la religione e la politica nella sua realtà facendone i suoi punti di forza.

Bagnasco ha concluso affermando che la prospettiva al futuro che dobbiamo avere sta nel giudizio sul presente veritiero e senza paura che ci permette di individuare i rimedi e le necessarie proposte per vincere lo spirito di inerzia, stanchezza e depressione che può colpire chiunque: "il presente insidia le incertezze ma ci dà le indicazioni per combatterle".


Al termine della serata il sindaco Fabio Vergani e Padre Giulio Binaghi hanno donato il libro di Imbersago e quello sul Santuario della Madonna del Bosco al Cardinale per ringraziarlo di essersi posto come un maestro per la comunità, aprendo i cuori e le menti dei fedeli in questi due giorni trascorsi al Santuario.


L'ultima conferenza in onore di Papa Giovanni XXIII si terrà mercoledì 7 giugno alle ore 20.45 a cura del Professor Ezio Bolis, che parlerà di un'altra enciclica scritta dal Santo: "Pacem in terris".


I.Bi.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.