Imbersago: l’ingegnere Krayenbühl ospite del Rotary per parlare del ponte di Paderno

Al fine di sostenere l'ingresso del ponte di Paderno d'Adda nell'Heritage List - l'elenco dei siti considerati patrimonio dell'umanità da UNESCO - il Rotary Club di Merate Brianza è sceso in campo organizzando due speciali incontri presso l'Università degli Studi di Bergamo e il Politecnico di Milano niente meno che con l'ingegnere Vincent Krayenbühl: il pronipote e il custode degli archivi dell'ingegnere Jules Röthlisberger, progettista del ponte San Michele.

Gli incontri, tenutisi nella giornata di venerdì 11 novembre, sono stati anticipati da una grande cena con l'importante ospite, le autorità rotariane e alcuni sindaci del territorio giovedì 10 novembre.

 

L’assessore di Merate Fiorenza Albani, il sindaco di Imbersago Fabio Vergani, il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio,
il sindaco di Calusco Michele Pellegrini, l’ingegnere Vincent Krayenbühl e l’architetto Gabriele Panzeri

 

A dare il benvenuto ai presenti è stato il presidente del club Massimo Meroni, che ha tenuto a salutare e ringraziare in particolar modo l'architetto Gabriele Panzeri, organizzatore della serata. Dopo l'intervento delle autorità rotariane hanno rivolto i propri saluti anche il sindaco di Imbersago Fabio Vergani, l'assessore alla cultura di Merate Fiorenza Albani e il vicesindaco di Olgiate Molgora Matteo Fratangeli, oltre ai sindaci di Paderno d'Adda e di Calusco d'Adda Gianpaolo Torchio e Michele Pellegrini, che hanno citato entrambi la possibile realizzazione di nuovi ponti vicini all'esistente. "Grazie al Rotary per quanto sta facendo - ha detto Torchio - il riconoscimento di UNESCO è un obiettivo altissimo, ma che il nostro ponte merita. La relazione di questa sera ci potrà ispirare, soprattutto adesso che si sta progettando di costruire due ponti limitrofi all'attuale. Credo che la spinta all'attenzione, all'essenzialità e alla bellezza siano indispensabili, perché si rischia di rovinare non solo un contesto ambientale prezioso, ma anche un'opera importantissima". "È importante assistere a questa presentazione, - ha detto invece il sindaco di Calusco, Pellegrini. - Sosteniamo la candidatura, ma ritengo che ci siano anche altre esigenze prioritarie che riguardano la viabilità. Come comunità di Calusco e dell'Isola Bergamasca auspichiamo che vengano costruiti al più presto sia il ponte ferroviario che il ponte viario".

L’ingegnere Vincent Krayenbühl

 

 

È stato dunque l'architetto Panzeri a introdurre il tema della serata e il relatore Vincent Krayenbühl - ingegnere civile laureatosi al Politecnico di Losanna e specializzatosi in trasporti al Massachusetts Institute of Technology di Boston, e successivamente laureatosi in economia aziendale all'Università di Losanna - che negli anni è stato a capo dell'ufficio di trasporti del dipartimento dei lavori del cantone di Vaud e poco prima di andare in pensione ha preparato per il Governo dello stesso cantone la legge sui trasporti pubblici adottata dal proprio parlamento. "Per parlare del ponte ci vuole molto tempo - ha detto l'architetto Panzeri, - voglio solo raccontare perché è fatto così. C'erano quattro progetti, tre prevedevano pile in muratura e una travata a chiusura. Ha vinto questo progetto perché la consegna del cantiere era prevista in un anno e mezzo, il costo era basso e poi perché richiamava un progetto di Eiffel".

Il ponte - ha svelato Panzeri prima di cedere la parola a Krayenbühl - è sempre stato accompagnato da una leggenda secondo cui Röthlisberger si sarebbe buttato dal ponte stesso il giorno del collaudo. "Se siamo qui con il pronipote evidentemente non è successo, ma c'è un fondamento di verità". Il giorno del collaudo infatti pioveva e un operaio era ancora in mezzo al ponte quando arrivarono le locomotive che dovevano transitare sopra. Per schivarle, l'uomo cadde nell'Adda, ma alla fine sopravvisse.

 

Il presidente del Rotary Club di Merate Brianza Massimo Meroni, l’ingegnere Vincent Krayenbühl e l’architetto Gabriele Panzeri

 

 

 

L'ingegnere Krayenbühl ha esordito raccontato di quando sua nonna, per la sua laurea ottenuta nel '76, gli mandò un regalo accompagnato dal messaggio: "2a + 1b + 1c = 4 ingegneri civili in linea diretta". I nonni di sua nonna Isabelle Krayenbühl-Gubser - Beat Gubser e il citato Jules Röthlisberger - erano due famosi costruttori di ponti e il padre di sua nonna - Robert Gubser - era ingegnere. Vincent era appena diventato dunque il quarto ingegnere della famiglia. "In quell'occasione mia nonna mi regalò l'archivio professionale di suo nonno Röthlisberger" ha spiegato. A questo prezioso regalo, nel 2016 si aggiunse l'archivio di famiglia contenente le lettere che Röthlisberger mandò alla moglie e altre sue carte professionali. Grazie a questo materiale Krayenbühl ha pubblicato un libro per la famiglia nel 2020 intitolato "Origines - Les archives de la famille Krayenbühl-Gubser: 1850 - 1990". Nell'aprile del 2022 invece, a seguito della richiesta del presidente della storica rivista di Neuchâtel, ha pubblicato un testo incentrato su Röthlisberger.

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È così che il pronipote si è addentrato nella vita del progettista del ponte di Paderno, nato nel febbraio del 1851 a Neuchâtel e divenuto ingegnere a soli 21 anni sotto la guida del rinomato professor Carl Culmann, raccontando di quanto l'abbia appassionato immergersi nel passato e nei documenti del suo trisnonno. "A 24 anni progettò un ponte destinato al passaggio del treno sopra al fiume Reuss a Mellingen. Fu il suo primo ponte" ha racconto, citando poi i tre ponti in ferro che progettò tra1879 e il 1883 - il Javroz, il Schwarzwasser e il Kirchenfeldbrücke - e scendendo in tecnicismi che sono stati graditi dagli esperti presenti. Proiettando poi un pubblicità apparsa sul giornale del Politecnico nel 1884, ha raccontato di quando, insieme allo specialista di fondazioni Paul Simons, Röthlisberger si insediò a Milano aprendo uno studio in via Passerella. I due insieme progettarono un ponte per Cernavoda (Romania) che attraversasse il Danubio, ma alla fine il progetto non vinse il concorso. Krayenbühl è quindi arrivato a raccontare di quando, nell'autunno del 1884, il suo trisnonno venne nominato capo ingegnere della Società Nazionale delle Officine di Savigliano, che realizzò anche il ponte di Trezzo d'Adda e per cui lui progettò l'allora denominato "Viadotto di Paderno sull'Adda". La copia del progetto, risalente al 1889, Röthlisberger la dedicò alla moglie. Infine, sono stati citati gli altri ponti italiani frutto dell'ingegno dell'autore del San Michele: i ponti di Casalmaggiore, Cremona e Piacenza che attraversano il Po, e i ponti di Pavia e della Becca che attraversano il Ticino. Rispondendo ad alcune domande, anche relative al ponte Morandi, Krayenbühl ha concluso parlando dell'importanza della profonda conoscenza dei materiali in fase di progettazione.

 

L’architetto Gabriele Panzeri

All'ospite è stato consegnato un piccolo gagliardetto del Rotary e un libro sulla parrocchia di Arlate. Krayenbühl ha contraccambiato distribuendo alle autorità copie del libro che ha pubblicato nel 2020.

 

L'ingegnere Krayenbühl e l'architetto Panzeri al Politecnico di Milano venerdì 11 novembre con il professor De Miranda, esperto di ponti e progettista del nuovo ponte di Paderno

E.Ma.
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