Robbiate: stanco di restare ai 'domiciliari' si presenta dai CC. Arrestato per evasione
Si è presentato presso la stazione dei carabinieri di Via Gramsci a Merate lamentandosi delle condizioni impostegli dalla misura degli arresti domiciliari, cui era sottoposto.
Un gesto che è costato ad A.L. (queste le iniziali dell'imputato ndr) l'immediato arresto per evasione. Il giovane marocchino classe 2000 si trovava in stato di detenzione dallo scorso 25 ottobre presso l'abitazione del fratello, a Robbiate. A disporre il cambio della misura era stata la corte d'appello di Milano, scarcerando il 22enne che sino a quel momento si trovava detenuto in carcere a Monza, avendo alle spalle un patteggiamento per furto e una condanna in primo grado (nel frattempo appellata dal difensore), per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
La convivenza con il fratello e la sua famiglia non è durata più di una settimana: lunedì sera intorno alle 21, il giovane ha pedalato fino alla caserma di Merate chiedendo ai militari di poter tornare in cella, per di più nel penitenziario monzese. La casa del congiunto era piccola e senza la possibilità di uscire di casa nemmeno un'ora al giorno per fare la spesa "non era vita". Questa la motivazione addotta per giustificare l'evasione volontaria dal 22enne senza fissa dimora (ma con precedente residenza a Bernareggio), stanco di restare ai domiciliari 24 ore su 24.
Il presentarsi dai carabinieri per esporre le sue rimostranze gli è però costato l'arresto e l'immediata traduzione presso la casa circondariale di Lecco. Stamani in tribunale si è svolto il processo con rito direttissimo alla presenza del fermato, assistito d'ufficio dall'avvocato Letizia Semeraro. A raccontare le circostanze che hanno portato al fermo del 22enne è stato il maresciallo Matteo Fersini della stazione di Merate, in servizio l'altra sera proprio negli istanti in cui l'imputato si è recato negli uffici della Benemerita e ha interloquito con gli operanti, presentando la sua situazione.
Al termine dell'udienza odierna il giudice Paolo Salvatore ha disposto la convalida dell'arresto, con il giovane che resterà ai domiciliari a casa del fratello sino ad un'eventuale modifica della misura. Impossibile, stante il reato contestato al 22enne (privo peraltro della recidiva), collocarlo in carcere, come ipotizzato in un primo momento dal vpo Caterina Scarselli.
Tenuto conto del termine a difesa chiesto dal difensore, si torna in aula il prossimo 22 novembre per la definizione della pena.
Un gesto che è costato ad A.L. (queste le iniziali dell'imputato ndr) l'immediato arresto per evasione. Il giovane marocchino classe 2000 si trovava in stato di detenzione dallo scorso 25 ottobre presso l'abitazione del fratello, a Robbiate. A disporre il cambio della misura era stata la corte d'appello di Milano, scarcerando il 22enne che sino a quel momento si trovava detenuto in carcere a Monza, avendo alle spalle un patteggiamento per furto e una condanna in primo grado (nel frattempo appellata dal difensore), per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
La convivenza con il fratello e la sua famiglia non è durata più di una settimana: lunedì sera intorno alle 21, il giovane ha pedalato fino alla caserma di Merate chiedendo ai militari di poter tornare in cella, per di più nel penitenziario monzese. La casa del congiunto era piccola e senza la possibilità di uscire di casa nemmeno un'ora al giorno per fare la spesa "non era vita". Questa la motivazione addotta per giustificare l'evasione volontaria dal 22enne senza fissa dimora (ma con precedente residenza a Bernareggio), stanco di restare ai domiciliari 24 ore su 24.
Il presentarsi dai carabinieri per esporre le sue rimostranze gli è però costato l'arresto e l'immediata traduzione presso la casa circondariale di Lecco. Stamani in tribunale si è svolto il processo con rito direttissimo alla presenza del fermato, assistito d'ufficio dall'avvocato Letizia Semeraro. A raccontare le circostanze che hanno portato al fermo del 22enne è stato il maresciallo Matteo Fersini della stazione di Merate, in servizio l'altra sera proprio negli istanti in cui l'imputato si è recato negli uffici della Benemerita e ha interloquito con gli operanti, presentando la sua situazione.
Al termine dell'udienza odierna il giudice Paolo Salvatore ha disposto la convalida dell'arresto, con il giovane che resterà ai domiciliari a casa del fratello sino ad un'eventuale modifica della misura. Impossibile, stante il reato contestato al 22enne (privo peraltro della recidiva), collocarlo in carcere, come ipotizzato in un primo momento dal vpo Caterina Scarselli.
Tenuto conto del termine a difesa chiesto dal difensore, si torna in aula il prossimo 22 novembre per la definizione della pena.
G. C.