Plastic New Deal: le aziende che hanno ''imparato'' a ridurre la plastica con Ambiente Lavoro, Legambiente, comune di Osnago

Quella della riduzione del consumo delle plastiche nelle aziende così come tra i singoli cittadini appare spesso una sfida impossibile. Per questioni tecniche, logistiche, economiche. E viene relegata nella categoria dei vezzi ambientalisti. Proprio in questa sommaria considerazione si annida il nocciolo del vero problema: non è ancora avvenuto il necessario cambio di passo culturale che stabilisca la centralità e l'urgenza del cambiamento nelle prassi e nelle abitudini e che individui anche la sostenibilità economiche delle scelte ecologiche.

 

Il progetto Plastic New Deal, che ha coinvolto una moltitudine di soggetti, ha portato una ventata di aria fresca con dei risultati incoraggianti. L'esito dell'iniziativa è stato presentato nella giornata di venerdì 14 ottobre 2022, presso la sede di Confindustria a Lecco, in via Caprera.

Capofila del progetto, vincitore di un contributo Cariplo, è stata l'associazione Ambiente e Lavoro (che si occupa di sostenibilità, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro). Come partner principali, Legambiente Lombardia e il Comune di Osnago, che ha avuto un ruolo determinante nel condurre la costruzione della rete territorio che sorreggesse "Plastic New Deal". Il sindaco Paolo Brivio ha trovato una sponda fertile nelle amministrazioni comunali limitrofe di Cernusco Lombardone, Lomagna, Montevecchia, Oggiono, Paderno d'Adda, Robbiate e Verderio, dal Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, dalle società pubbliche Silea e Lario Reti Holding. Osnago ha inoltre indirizzato il capofila del progetto verso alcune delle aziende che hanno poi aderito al patto: Novatex Spa di Oggiono, Top Glass di Osnago, Calvi Spa di Merate e Novacart spa di Garbagnate Monastero, che però in una seconda fase si è ritirata dalla progettazione. Impegnate in settori produttivi differenti l'una dalle altre.

 

Primo a sinistra Paolo Brivio, sindaco di Osnago

"Sono rimasto soddisfatto di come si è evoluto il progetto dall'inizio alla fine, compreso la presentazione di oggi, che è stata partecipata anche da aziende esterne al progetto. Il loro interesse mi spinge a credere che il progetto possa essere replicabile e che si possa diffondere" ha argomentato il segretario di Ambiente e Lavoro Wolfango Pirelli. Soddisfazione motivata anche dal fatto che si può dire raggiunto l'obiettivo di ridurre del 25% il consumo di plastica di origine fossile.

Ambiente e Lavoro ha accompagnato le aziende in questo percorso di consapevolezza critica, grazie al confronto con due Istituti del CNR, che hanno corroborato sotto un profilo tecnico e scientifico la bontà delle scelte da assumere, fornendo un prezioso contributo di consulenza alle ditte stesse. L'IPCB di Napoli e Lecco ha fornito le soluzioni tecniche possibili nel settore del packaging industriale, mentre STIIMA di Milano ha effettuato le valutazioni finali. Il dott. Carlo Brondi, che ha seguito il progetto insieme alla dott.ssa Elisabetta Abbate, ha dichiarato: "Abbiamo effettuato una puntuale diagnosi delle risorse. Abbiamo cioè svolto una radiografia della situazione iniziale, individuando dove la plastica fosse impiegata dalle aziende. Abbiamo indicato come sostituirla, calcolando l'impatto positivo generato".

Novatex si occupa della produzione di reti per rotopresse, utilizzate quindi dagli agricoli per i balloni di foraggio e paglie. Per i suoi dirigenti le azioni anti-consumo di plastica non si arrestano con la fine del progetto. Certi cambiamenti, quelli più radicali e complessi, richiedono più tempo di un anno. L'installazione di erogatori di acqua in azienda e l'utilizzo di packaging monouso per le aree break è stato solo il primo passo. È poi cominciato una ricerca a 360 gradi sulla linea produttiva. Ma lo sguardo al futuro è puntato alla sostituzione del polietilene ad alta densità con polimeri, compositi e materiali alleggeriti, ottenuti da risorse rinnovabili, compostabili e che possano essere riciclati a loro volta. La collaborazione con il CNR potrebbe solo essere all'inizio. Novatex si è impegnata nella diminuzione dello spessore del packaging e per un suo riciclo.

L'attenzione al packaging è stata avvertita da tutte le imprese coinvolte, comprendendo quanto sia importante identificarne l'origine in modo da trovare soluzioni il cui bilancio finale sia positivo in termini ambientali.

 

Wolfango Pirelli e Carlo Brondi

 

Top Glass ha spiegato che già negli Anni Novanta l'azienda ha brevettato un metodo per riciclare la vetroresina, mentre è del 2021 un nuovo sistema certificato per il riciclo e riuso degli scarti aziendali. Quello che era un rifiuto ha acquisito valore e può essere quindi commercializzato: non è più un costo, ma un guadagno. Con Plastic New Deal, Top Glass si è concentrata sul ciclo di vita degli imballaggi. In particolare l'azienda si è impegnata a riconsegnare ai fornitori il 50% degli imballi di plastica delle merci acquistate e ricevute in entrata. È stato calcolato che i dispenser di acqua e l'uso di bicchieri compostabili hanno ridotto rispettivamente del 7 e del 4% la CO2 equivalente precedentemente "prodotta".

Calvi Spa ha spiegato di aver intrapreso contatti con società specializzate per la sostituzione dei prodotti usati per gli imballaggi con versioni biodegradabili a parità di performance. Percorsi di sensibilizzazione anche verso i dipendenti, anche tramite l'esempio dato con l'eliminazione delle bottiglie di plastica e altri prodotti mono-uso.

Tutti i dipendenti delle imprese coinvolte nel progetto sono stati sollecitati ma, ad eccezione di alcune "eco-famiglie", un netto cambiamento nelle pratiche quotidiane domestiche non si è avvertito. Era questo forse l'obiettivo più ambizioso, rallentato magari anche dal periodo Covid dal quale non si è ancora del tutto usciti. Gli Enti locali hanno proposto alcuni momenti di approfondimento sul riciclo e riuso dei materiali e sulla riduzione dell'utilizzo di plastiche, ma non sono riusciti a elaborare un Regolamento comunale che incentivasse tramite una riduzione percentuale della TARI per quelle famiglie che si fossero dimostrate virtuose. Qualcosa di simile avviene in molti Comuni per chi fa compostaggio domestico o per gli esercizi commerciali che tolgono le slot machine per contrastare il gioco d'azzardo. Difficile però stabilire parametri e criteri per le famiglie che possano essere considerate "ecologiche". Questa prospettiva è dunque naufragata.

I Comuni stanno puntando su altro. "Tra pochi giorni gli Enti locali soci di Silea approveranno un atto di indirizzo al nuovo CdA, come si fa ogni triennio. Il punto 6 indica come linea di sviluppo quella di offrire forme di consulenza e collaborazione alle aziende per riciclare meglio e ridurre la produzione di rifiuti. E questo punto risente dell'esperienza di Plastic New Deal - ha dichiarato il sindaco di Osnago Paolo Brivio - L'interesse di noi Comuni affinché si riduca sensibilmente l'uso delle plastiche è che la nostra società pubblica Silea investa in tecnologie, come sta facendo, e nella condivisione di competenze alle imprese del territorio e alla cittadinanza in generale".

Una sostanziale conferma di questo approccio è arrivata da Alessandro Ghioni, membro del CdA di Silea, società a partecipazione pubblica che si occupa principalmente del ciclo dei rifiuti. "Per Plastic New Deal abbiamo fornito una serie di dati al CNR e all'associazione Ambiente e Lavoro. Abbiamo impiegato ore lavoro dei nostri dipendenti per la redazione di modelli di documenti utilizzati poi dalle aziende e a loro abbiamo iniziato a condividere il nostro know how - ha affermato Ghioni - Vorremmo che questo progetto venga rinnovato e che Silea si qualifichi non solo come uno dei partner tecnici ma come uno dei soggetti principali. L'intenzione della nostra società per il futuro è quella di essere da guida per le aziende del territorio nella scelta dei materiali utilizzati nelle varie fasi della loro produzione affinché l'attività sia più sostenibile".

M.P.
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