Panificatori al bivio: aumentare i prezzi a 2 cifre o chiudere. Viaggio tra gli artigiani lecchesi massacrati dai costi ormai insostenibili per l'energia elettrica, il gas e le materie prime


Negli ultimi 24 mesi il costo dell'energia elettrica è salito da 20 centesimi al kilowatt ora a circa 65 centesimi con un incremento del 225%. Il costo della farina in 12 mesi è passato mediamente da 37 euro al quintale ai 90 attuali con un incremento del 140%. Il burro in sei mesi è aumentato del 101%. Per i panificatori e pasticceri, che lavorano con farina, burro, margarina, lieviti vari e forni elettrici o a gas, scaricare questi costi sul prodotto finale, quindi sull'utilizzatore finale è sempre più pericoloso perché innesca inevitabilmente un processo di contrazione dei consumi. Mediamente i prezzi sono aumentati tra il 25 e il 30% da luglio 2021. Ma la variabile costi che è letteralmente fuori controllo minaccia di far chiudere tantissime attività anche storiche.

La bolletta di un panificatore/pasticcere nello stesso periodo 2021/2022

Abbiamo fatto un viaggio tra i panificatori della provincia. Molti esasperati parlano, altri preferiscono non esporsi anche se a taccuini chiusi confermano che, di questo passo, dovranno sospendere la produzione.

Ecco uno spaccato del settore.


AREA MERATESE


LOMAGNA - "Dolce Forno Mì...Rò"



Il "Dolce Forno Mì...Rò" di Lomagna è gestito da una coppia, marito e moglie. Abbiamo parlato con il titolare Roberto Maggioni, che da sette anni è attivo in paese ma nel mondo della panificazione lavora da 20 anni. Per lui questo è il periodo peggiore, raggiungendo un picco assoluto, in un quadro di difficoltà crescente da tempo. "Vedo la differenza con i primi anni, quando c'erano le licenze concesse in base al numero di abitanti della zona e la grande distribuzione non panificava - ricorda il panettiere - Poi le catene di supermercati hanno iniziato ad acquistare le licenze dei piccoli prestinai che chiudevano fino a quando il settore non è stato liberalizzato del tutto per favorire appunto le grandi catene. Nel frattempo sono aumentate le tasse, servono i requisiti di sicurezza, il medico del lavoro. Con i continui aumenti a cui stiamo assistendo, la situazione non è più gestibile".
 
La speculazione sul grano, così come quella sul petrolio e a ruota su molti altri settori, è cominciata ben prima dell'invasione dell'Ucraina. Un fulmine a ciel sereno. "Eravamo nell'agosto dello scorso anno, quando abbiamo ricevuto una lettera dal mulino da cui ci riforniamo, in cui ci comunicavano che i prezzi sarebbero aumentati di lì a poco. Pensavo che il costo passasse da 62 a 65 euro al quintale. Siamo rimasti spiazzati quando abbiamo visto che era all'improvviso schizzato a 90 euro. Adesso costa 95 euro al quintale". Il negozio di Maggioni non vende solo pane, da lui si trovano anche alimentari. Gli aumenti sono diventati trasversali. Ogni settimana ormai i fornitori variano il listino. L'olio di semi costava 2,9 euro mentre ora va a 4,9. L'extra vergine di oliva è arrivato a superare i 5 euro al litro. Il lievito viene a 7 euro a scatola, registrando un + 40%. "Sono aumenti non sostenibili. Come si fa a campare. Prima o poi chiudono tutti, a meno che non iniziamo a vendere il pane a 20 euro al chilo. Non possiamo però alzare ancora i prezzi per i nostri clienti, che continuano a lamentarsi dei nostri rincari. È frustrante sentirselo dire perché il nostro non è un lavoro leggero, lavoriamo di notte, facciamo sacrifici. È un cane che si morde la coda. Di gente che comprerà il pane ce ne sarà sempre meno".
 
Quanto alle bollette dell'elettricità, fino ad ora, in attesa degli ulteriori rincari annunciati da Arera, si è passati dai 1.400 ai 2.400 euro. Il forno che usano a Lomagna ha una doppia alimentazione: elettrico per l'accensione e a gas a regime. Però a consumare ci sono anche le celle frigorifere che devono restare accese 24 ore su 24. Roberto Maggioni e sua moglie qualche settimana fa hanno rilevato le quote societarie degli altri due soci, che hanno lasciato. La nuova fase non è partita con l'entusiasmo che meriterebbe. Si sta con i piedi per terra: "Se capita l'imprevisto non ci si sta più dentro. Siamo tutti sulla stessa barca. Si salva forse solo chi non è in affitto". Chiediamo a Maggioni quali soluzioni vede lui personalmente e se esiste un'associazione di categoria dalla quale si sente rappresentato. La risposta è negativa in entrambi i casi. "Stringiamo i denti e cerchiamo di far capire ai clienti il perché dei nostri aumenti. Le associazioni di categoria esistono solo per farsi vedere alle fiere. L'Unione dei Panificatori dovrebbe intervenire e farsi veramente sentire. Vorrei vedere cosa succede se scioperiamo".

 
OSNAGO - "Il Forno di Bonanomi"


A destra Matteo Bonanomi


Quando si entra ne "Il Forno" di Matteo Bonanomi a Osnago, in via Roma, si ha a che fare anche con la storia del paese brianzolo. L'attività a conduzione familiare è cominciata ai primi del Novecento e ha ampiamente superato il centenario dalla sua nascita. Bonanomi fa subito presente che i costi dell'energia sono già triplicati per le loro utenze, nonostante d'estate abbiano evitato di tenere acceso il condizionatore. "In questo periodo teniamo acceso il forno dalle 4 alle 7-8 del mattino. Di sabato cominciamo prima, alle 2. Partiamo con la sfoglia a 210° C e poi con il pane a 200° C. Non sono temperature elevatissime ma il forno consuma tanto lo stesso. Non so come faremo a dicembre e gennaio quando lo dovremo tenere acceso anche di pomeriggio per i panettoni". Il periodo natalizio è associato alle leccornie, cioè zucchero, uova, latte, burro. Tutti ingredienti che sono aumentati di prezzo. Il burro ha raggiunto i 9 euro al chilo e, riferisce Bonanomi, si dice che nei prossimi mesi arriverà a 11 euro. Nel loro caso le farine al momento non hanno subito un'impennata come per altri panificatori. "È un circolo vizioso, tutti aumentano e di soluzioni non ne vedo all'orizzonte. Dobbiamo tenere duro, cercando di ridurre gli sprechi ed evitare che a fine giornata ci avanzi del pane. In confronto, il periodo del Covid non si è sentito. Adesso la situazione è molto peggio".



IMBERSAGO - "Mandelli Alimentari"


 
 
A fronte della difficile situazione la famiglia Mandelli, che da generazioni gestisce l'omonima panetteria di Via Cesare Cantù a Imbersago, ha lanciato attraverso i social network un invito ai commercianti della zona a unirsi. "L'idea sarebbe quella di creare un'unione dei commercianti - spiega il giovane Loris Mandelli - in modo da unirci, consultarci, affrontare questa cosa insieme e quantomeno avere una voce univoca nella nostra richiesta di supporto". Anche il piccolo alimentari imbersaghese infatti sta risentendo dell'aumento del costo dell'energia. "Abbiamo constatato un forte aumento dell'energia elettrica . Se nel luglio del 2021 infatti la bolletta si aggirava sui 500 euro e a settembre 2021 era già passata a 800 euro, non c'è paragone con i 2.000 euro di bolletta arrivati a settembre 2022. "Per fine ottobre aspettiamo quella del gas. Non nascondiamo un po' di paura, visto che il nostro forno è a metano". Per far fronte a questa crisi, la famiglia Mandelli aveva lievemente aumentato il prezzo dei propri prodotti, ma non in modo tale da risolvere la situazione: "vendiamo pane, un bene di prima necessità. Non possiamo aumentare il prezzo di chissà quanto. La situazione però è difficile, perché oltre ai due anni di covid, al rincaro dell'energia si aggiunge l'aumento del costo della farina e poi anche l'obbligo di pagamenti con il pos". La famiglia Mandelli ha riscontrato un aumento del 30/35% sul costo della farina, che ormai da anni acquista sempre a Voghera. "Non vogliamo cambiare fornitore, perché non vogliamo abbassare la qualità dei nostri prodotti. Però in questo modo la situazione è insostenibile. Ora con l'introduzione del pos c'è anche chi paga 50 centesimi di spesa con la carta. Per quello che paghiamo di commissione, facciamo prima a regalare il prodotto. Vorremmo che qualcuno ci ascoltasse, perché seppur commercianti, siamo sempre una famiglia e dobbiamo affrontare le stesse difficoltà che vivono tutti".  
 



BRIVIO - "Panificio Saldarini"


 
 
Per fronteggiare la crisi energetica Pietro Saldarini, titolare della panetteria pasticceria Saldarini di Brivio, ha iniziato dai piccoli gesti, quelli che possono sembrare più banali: "Per adesso teniamo tutte le luci spente e il nostro forno a metano lo accendiamo solo nel momento in cui serve, stando attendi a spegnerlo non appena abbiamo finito di utilizzarlo". Al momento la panetteria affacciata sul lungofiume di Brivio non ha ancora riscontrato un grosso aumento sulle bollette: "Abbiamo bollette bimestrali dell'energia e l'aumento di qualche centinaio di euro l'abbiamo registrato, ma per fortuna ancora nessun raddoppio. Siamo invece in attesa di quella del gas, dalla quale non sappiamo davvero cosa aspettarci". 



 
AREA CASATESE-OGGIONESE


COLLE BRIANZA - "Panificio Tavola"


 
''I rincari ci sono, è innegabile, ma cerchiamo di andare avanti con qualche sforzo in più, sperando in tempi migliori''. E' il commento del panificio Tavola di Colle Brianza: una realtà famigliare che - al pari delle altre attività del settore - ha già toccato con mano gli aumenti di luce ed elettricità in bolletta. ''Non possiamo e nemmeno vogliamo alzare i prezzi, quindi per ora cerchiamo di arrangiarci, sopperendo noi. Siamo una piccola realtà e in questo momento riusciamo ancora a lavorare. Certo, i tempi che si profilano non sono i migliori, ma guardiamo al futuro con fiducia sperando anche in qualche azione da parte del governo neo eletto''.


 
CASATENOVO - "Il Forno di Sara"


Una situazione davvero al limite su tutta la linea quella descrittaci dalla titolare de ''Il forno di Sara'', attività situata nel cuore di Casatenovo. Non solo l'aumento dell'energia elettrica, ma anche delle materie prime, con il settore ''messo in ginocchio''.
''Il prezzo della farina è in crescita ormai da ottobre dello scorso anno, e non solo: il latte e le verdure, con le zucchine che sono arrivate a costare 3.50 euro al chilo, solo per fare un esempio'. 'C'è poi la corrente, che è letteralmente triplicata e nel nostro caso di energia ne facciamo largo uso tra il forno e i frigoriferi. Non so cosa potrebbe succedere al settore se le cose non dovessero migliorare. Del resto le difficoltà economiche interessano anche la gente, quindi aumentare i prezzi non è possibile''.
Per il momento l'unico correttivo messo in campo dall'attività casatese per limitare i consumi è stato lo spegnimento del banco frigo nelle ore pomeridiane, nella speranza di non essere costretti ad assumere ulteriori accorgimenti. ''Questi aumenti stanno iniziando ad essere troppi, così come gli sforzi che siamo costretti a compiere. Io mi alzo ogni giorno alle tre del mattino, se poi tutto questo gioco non vale la candela....anche no, grazie''.


MISSAGLIA - "Panificio Cazzaniga"


 
Più ottimista Franco Cazzaniga, titolare del panificio di Via Cavour a Missaglia. I rincari ci sono, è innegabile, ma a detta dell'esercente non bisogna abbattersi oltremodo, al contrario cercare di ottimizzare il più possibile le risorse e limitare i consumi.
''Gli aumenti hanno riguardato non soltanto le utenze, praticamente triplicate, ma anche le materie prime. Il costo del frumento era salito già prima della guerra in Ucraina, poi si è abbassato leggermente, ma lo stesso non è accaduto per la farina perchè nel frattempo si è assistito ad un incremento dell'energia elettrica. Da parte nostra però, cerchiamo di ottimizzare il lavoro, sapendo che purtroppo in questo momento non si può fare altro. Stiamo attenti al massimo ai consumi: sto attento alle luci, non accendo il forno per una sola pizza, come magari potevo permettermi di fare fino a qualche tempo fa. Del resto la situazione è cambiata e sta a noi farle fronte, confidando nel buon senso di tutti''.
 
 
 
 
AREA LECCHESE
 
 
VERCURAGO - "Il pane di Vera"


 
Nel suo caso, dice già tutto il cartello affisso sul vetro della porta d'ingresso: "Si comunica che dal giorno 20/09/2022, a causa del forte rincaro del pellet e dell'energia elettrica, siamo costretti ad aumentare provvisoriamente il prezzo del pane di € 0,50 al kg". Nel commentarlo, non può fare altro che scuotere la testa Gessica Pettinato, dietro al bancone de "Il pane di Vera" a Vercurago: "Sì, purtroppo siamo stati costretti a farlo: a luglio la bolletta ci è costata più di 900 euro, e altrettanti ad agosto nonostante fossimo chiusi. Il costo del pellet è schizzato alle stelle, passando da 4.40 a circa 9 euro a sacchetto, iva esclusa. La farina era già aumentata parecchio a seguito dello scoppio della guerra, ma adesso la situazione è diventata insostenibile e non abbiamo potuto fare diversamente". Nel concreto, quindi, nel negozio affacciato su via Roma adesso i panini più grandi vengono venduti a 4 euro e 50 al chilo anzichè a 4, quelli più piccoli a 2.20 anzichè a 2. "Purtroppo è difficile per tutti, si cerca di risparmiare ma tra tasse, bollette e spese varie è sempre più complesso far quadrare i conti" ha aggiunto Gessica, che in otto anni di lavoro è stata costretta ad aumentare il prezzo dei suoi prodotti di 1 euro al chilo, in totale, secondo una tendenza tristemente in crescita. "Il lato positivo è che stiamo andando incontro ai mesi più freddi: solitamente tra novembre e dicembre si lavora di più, ma in un contesto come quello attuale è tutto da vedere. Chissà se con il nuovo Governo cambierà qualcosa...".

 

LECCO  - "Panificio Pozzoni"

 
Molto simile lo scenario descritto da Francesco Pozzoni dell'omonimo panificio di viale Adamello a Lecco. "È una condizione nuova e drammatica, non eravamo mai passati da una congiuntura di questo tipo, motivo per cui facciamo anche fatica a capire come muoverci" ha commentato quest'ultimo. "Siamo stati lasciati a noi stessi, pertanto di fronte al raddoppio (o quasi) del costo delle materie prime non abbiamo potuto fare altro che aumentare i prezzi. Ed è la terza volta quest'anno: a gennaio, ad essere onesti, si era trattato di un piccolo adeguamento, mentre a giugno e poi adesso a settembre l'incremento è stato più evidente, con ripercussioni purtroppo anche sulle realtà come le mense scolastiche di cui siamo fornitori. È anche difficile capire come evolverà la situazione, ma i segnali non sembrano particolarmente incoraggianti. Per quanto riguarda le bollette, la previsione è quella di un aumento del 600% per l'energia elettrica e del 400-500% per il gas, con il mercato libero. Di fronte a un quadro del genere, era praticamente impossibile non ritoccare i prezzi".

 

MAGGIANICO-VERCURAGO - "Il dolce Forno" -


 
Obbligato a qualche "aggiustamento" anche Cristian Valsecchi, titolare insieme ai famigliari più stretti de "Il dolce forno", nel doppio negozio di Maggianico e Vercurago: "Per le materie prime, purtroppo, i rincari non sono cosa recente, ormai è quasi un anno che se ne parla senza che cambi nulla. Quella di luce e gas è una questione più "nuova", che ovviamente non ha fatto altro che complicare ulteriormente tutto, e a ottobre pare che la situazione possa peggiorare ancora". "A questo punto - ha concluso, con un sorriso amaro - viene quasi voglia di mollare tutto e richiedere il Reddito di Cittadinanza".

 

 OLGINATE e CALOLZIOCORTE - "P&G" e " Panificio Perego"


 
Cercano invece di resistere, almeno finché sarà possibile, John Gilardi e la famiglia Perego, titolari rispettivamente del negozio affacciato su via Redaelli a Olginate, aperto un anno fa di questi tempi, e del Forno in Corso Dante a Calolzio. "Al momento non abbiamo aumentato quasi niente se non in maniera lieve i prezzi dei prodotti di pasticceria, per andare incontro ai clienti che hanno già le loro difficoltà, ma se si va avanti così diventerà complicato non farlo, perché i rincari si sentono eccome" ha sostenuto il primo. "In tutto ciò mi chiedo sempre come faccia la Grande Distribuzione a uscirne praticamente indenne: le nostre piccole botteghe fanno molta fatica e risultano sempre penalizzate". Dello stesso avviso anche i colleghi del panificio calolziese: "Siamo sconsolati, la situazione è difficile. L'unica speranza è che possa arrivarci qualche aiuto dal Governo, altrimenti aumentare i prezzi sarà inevitabile".
 
 
 
INTROBIO - "Panificio Acquistapace"


 
La situazione non cambia in Valsassina. "E' aumentato tutto, dall'energia elettrica alla farina - spiega Aldo Acquistapace, dell'omonimo panificio di Introbio - Il forno che utilizzo io è a metano: ha subito rincari forse ancora maggiori della corrente. E le ripercussioni si notano sul prezzo di vendita. Aumenta perchè tutto aumenta. E continuerà a aumentare".

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