Imbersago: la storia artistica e creativa di 'Jack' Perego, pittore e street artist

Qual è il momento esatto in cui un artista viene a conoscenza della sua vocazione? Difficile a dirsi, ma Giacomo Perego, pittore, street-artist e disegnatore imbersaghese di 34 anni quel momento della sua vita forse l’ha individuato. “Ho sempre avuto la passione del disegno, ma non ne ho avevo mai fatto una ragione di vita – racconta Giacomo, che le sue opere firma solo come ‘Jack’. – A scuola le maestre mi dicevano che ero portato, ma io non l’ho mai ritenuto così importante. Crescendo, mi sono appassionato all'arte di strada. C’è stato un periodo in cui ho fatto giocoleria. Finita la scuola, ho iniziato a lavorare e ho potuto permettermi alcuni viaggi. Durante una vacanza in Giappone, nel 2015, una sera ero fuori con degli amici. Eravamo a un tavolo e io, un po’ per gioco, ho preso carta e penna e mi sono messo a fare degli schizzi. Non avevo idea di dove fosse finito poi il foglio, ma terminata la vacanza ho scoperto che un’amica che era in viaggio con me aveva tenuto quel disegno. Mi ha detto che l’aveva trovato davvero bello e che dentro ci aveva rivisto tutto il nostro viaggio. Da quel momento sono stati gli amici a spronarmi a continuare a disegnare”.



E così ha fatto. “Ho deciso di provare e informandomi ho scoperto che a Merate c’era una scuola d’arte, quella di Massimo Bollani. Sono andato a vederla e mi è piaciuta subito. Grazie a Massimo la mia passione è cresciuta ancora di più e ho realizzato che disegnare mi gratificava molto.” A questo punto per Giacomo è iniziata una nuova vita, fatta di lavoro, scuola d’arte e disegno a casa. “Non avevo una routine stabile, perché al lavoro facevo i turni, per cui a scuola andavo quando potevo, ma fortunatamente era sempre aperta. Se non andavo a scuola rimanevo a casa a disegnare da solo”.


È stato proprio in questi anni che Giacomo ha messo a punto il suo stile: “Ho iniziato usando tecniche a olio, poi ho cambiato, sono passato agli acrilici. Poi sono arrivato addirittura a mischiare tutto, usando anche i pennarelli. È stata una crescita artistica. A tutto quello che imparavo ci mettevo del mio, per personalizzare il mio stile. In questo senso ho apprezzato la libertà che mi ha lasciato la scuola”. I suoi sforzi e il suo talento sono stati ben presto notati e apprezzati da qualcuno: “Ho iniziato a fare delle mostre, ma soprattutto la gente ha iniziato a chiedermi delle opere e così, preso anche dal lavoro, ho scelto di lasciare la scuola, ma solo per una questione di tempo”. Le opere di Giacomo sono comparse all’interno di mostre a Imbersago, a Viganò, a Calusco e altri comuni del territorio, ma persino in paesi molto lontani da casa, al momento infatti ha dei quadri in esposizione a Pescara e in diverse gallerie.



Tuttavia Giacomo ha ammesso di non andare pazzo per le mostre. “Io pubblico le mie opere sulla mia pagina Instagram (@giacomo_jack_perego). Credo sia bello perché anche io attraverso i social scopro spesso nuovi artisti, magari dall’altra parte del mondo. Gente che spesso è molto più brava di me”.
E così Giacomo ha iniziato a farsi conoscere anche nell’ambiente artistico, a venire apprezzato e soprattutto richiesto per realizzare le sue coloratissime opere, sia su muro che su tela. Non a caso, infatti, ci si può imbattere nelle sue creazioni anche all’interno di locali e ristoranti. Ma non è tutto: “Mi è capitato che dei genitori mi chiedessero di insegnare ai loro figli a disegnare, anche se non mi piace usare questo termine. Preferisco dire che ho mostrato il mio modo di fare arte”.



Proprio in merito ai bambini Giacomo ha ammesso che uno dei sogni sarebbe quello di portare la sua arte all’interno degli ospedali per far divertire i piccoli malati. “È una cosa che mi piacerebbe molto e sulla quale sto riflettendo. Sono un po’ preoccupato dal mio coinvolgimento emotivo…” Sempre a proposito di ospedali, recentemente Giacomo ha anche donato alcune opere all’ospedale di Bergamo.



Ma quali sono i punti di riferimento artistici di Giacomo Perego alias Jack? “Ammiro molto Banksy, di cui ho visto molte mostre. Poi sicuramente Andy Warhol, ma anche Van Gogh, il mio quadro preferito è suo: La notte stellata sul Rodano. Artisticamente però mi sento più vicino a Banksy e Warhol”. I soggetti ritratti da Giacomo infatti sono riconducibili alla pop-art. “Mi piace ritrarre personaggi di cartoni animati, o anche opere classiche che posso rivisitare con il mio stile. Solitamente scelto soggetti sulla quale posso ‘ironizzare’ con i colori. Ma spesso la scelta avviene a colpo di fulmine".



In merito al futuro, pur dichiarando di trovarsi in una sorta di “limbo”, Giacomo ha le idee chiare: “Voglio continuare a vivere la mia passione e fare arte. Il mio sogno sarebbe quello di staccarmi dal mio lavoro, quello che per il momento mi dà da vivere, e potermi dedicare solo e unicamente al disegno. Sarebbe bello poter vivere di questo, ma per il momento si trarrebbe di un salto nel vuoto e in futuro non si può mai sapere…”.
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.