Montevecchia: il ''Discorso sulle donne'' di Natalia Ginzburg per dire basta alla violenza

"Donne" e "violenza", due parole che sfortunatamente troppo spesso si sentono pronunciate nella medesima frase. E' proprio su di esse che si è incentrato l'evento tenutosi giovedì 25 novembre presso la casetta bis di Montevecchia. Una serata dedicata alla sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, sostenuta dall'amministrazione comunale e dalla Proloco, che ha visto la presenza di Amalia Bonfanti, presidentessa dell'associazione "L'altra metà del cielo" - Telefono Donna di Merate - Centro Antiviolenza e della scrittrice Elena Rausa, introdotte da Sara Manzella, neoeletta consigliere comunale con delega alla cultura.


Il pubblico è stato sin da subito rapito dall'intensa lettura della scrittrice Rausa, la quale proposto ai presenti il celebre "Discorso sulle donne" scritto da Natalia Ginzburg nel 1948 e pubblicato all'epoca sulla rivista "Mercurio" (CLICCA QUI per il testo integrale). Questa lunga lettera si focalizza sul genere femminile in tutte le sue sfaccettature, su donne così diverse e così uguali allo stesso tempo, perchè, come cita Ginzburg "a tutte capita di cadere nel pozzo quando si pensa in modo febbrile a se stesse". Ma cos'è questo "pozzo" di cui si parla? Ebbene, è quel posticino buio in cui ad ogni donna capita di sprofondare "perchè sono troppo alta, troppo bassa, troppo magra, troppo grassa". Secondo l'autrice bisogna difendersi da questo pozzo, in quanto il genere femminile nel corso dei secoli è sempre stato un "popolo disgraziato".

La consigliera Sara Manzella e il sindaco Ivan Pendeggia

Conclusa la lettura, è intervenuto il sindaco Ivan Pendeggia che, con le spille rosse al petto e le cifre 1522 del numero antiviolenza, ha detto "da uomo c'è da ascoltare ed imparare da queste donne forti, senza smettere mai di guardarsi intorno per far sì che le violenze non si ripetano".

 

Amalia Bonfanti

La parola è poi passata ad Amalia Bonfanti che ha spiegato lo scopo della onlus che presiede ponendo al pubblico una domanda: quando scatta la violenza?
"Quando manca il rispetto" ha risposto lei stessa per passare poi a spiegare l'attività, le modalità di azione, gli strumenti e le risorse messe in campo per aiutare le vittime di violenza, purtroppo tante anche nel nostro territorio. Si offre il sostegno di un avvocato e di uno psicologo; e nei casi più gravi c'è l'immediata messa in protezione della persona, spesso assieme alla prole.
Si lavora per portare la donna alla completa autonomia "per non farla ricadere nel pozzo" ed essere quindi dipendente dal maltrattante. Interventi resi possibile grazie alle tante volontarie che si rendono reperibili ventiquattro ore su ventiquattro e a una fitta rete di aiuti in grado di finanziare ad esempio le rette universitarie, le patenti di guida, i corsi d'istruzione di tutte quelle donne che stanno cercando passo dopo passo di riprendersi in mano la propria vita.

Si è tornati poi ad ascoltare la voce di Elena Rausa che ha declamato la "Lettera di risposta a Natalia Ginzburg" scritta da Alba De Cespedes, direttrice della rivista "Mercurio". Se la Ginzburg definiva i pozzi una "debolezza" femminile, Alba li ha classificati come la forza di ogni donna perchè in essi ognuna viene in contatto con sentimenti che forgiano l'animo umano, "gli uomini infatti non sanno cosa si cela nel pozzo in quanto non ci sono mai stati. Le donne devono diffondere la luce che si cela in fondo al pozzo, perchè a parer mio le donne sono esseri liberi".

La chiusura della serata è stata affidata all'intervento del presidente della cooperativa Nuova idea che gestisce la casetta, "scardiniamo quelle normalità quotidiane che non sono affatto normali" perchè la violenza non è normale, i maltrattamenti non sono normali, l'amore è tutta un'altra cosa".

G.Pa.
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