Imbersago: alla scoperta dei siti di Petra e Hegra in Medio Oriente con l'architetto Marco Comencini


Marco Comencini è un architetto veronese con una grande propensione per il trekking e l'archeologia. Entrambe le passioni sono le protagoniste dei suoi viaggi che compie da ormai trent'anni. Ieri sera è stato ospite presso la Mediateca di Imbersago, per parlare delle sue "incursioni" in Medio Oriente alla scoperta dei deserti e delle meraviglie archeologiche che sono da sempre il suo primo interesse e che ogni volta lo inducono a spingersi sempre un po' più in là, a visitare anche i più remoti angoli di cui solo pochi conoscono l'esistenza. Ma per un appassionato come lui di archeologia, le torride temperature del deserto, i chilometri da percorrere, e altri eventuali ostacoli che incontra sul cammino non fanno da deterrente perché la volontà di scoprire i siti archeologici, ammirarne la bellezza, e tornare a casa con una ricchezza nuova, batte ogni cosa. È stato 7 volte in Egitto, 3 in Israele, e ha percorso tutto il Cammino di Santiago.

Marco Comencini


Il suo ultimo viaggio è stato a Hegra, in Arabia Saudita, uno dei più grandi siti archeologici in cui si possono ammirare i resti delle rovine della civiltà Nabatea - popolazione di nomadi commercianti vissuti a cavallo tra il VI secolo a.C. e l'VIII secolo d.C. nei territori che oggi corrispondono a Giordania, Arabia Saudita, Egitto - in particolare le gigantesche tombe, maestosi colossi che si ergono nel deserto, fatte costruire dai ricchi sovrani per deporre le proprie spoglie.

Hegra, Arabia Saudita

Santuario di Aron


Hegra è considerata una sorta di "piccola Petra", località dell'attuale Giordania, importantissimo sito archeologico, meta del turismo mondiale, e inserita dal 1985 tra i luoghi definiti patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco. Da qui l'architetto ha collegato il suo ultimo viaggio a quello fatto proprio a Petra, facendo scorrere, nel corso della narrazione, le immagini di tombe, templi e monumenti scavati nei muri di pietra arenaria rosa, elemento dal quale il sito si è aggiudicato il nome di "città rosa scolpita nella roccia". I presenti hanno ripercorso con lui il cammino che ha fatto a partire da un grosso Siq lungo circa un 1,5 chilometri, una sorta di pre accesso al sito, una gola gigante scavata dall'erosione delle acque che era una volta il luogo in cui si fermavano le carovane cariche di merci da commerciare prima di accedere a Petra. I luoghi menzionati da Comencini sono stati innumerevoli, tutti degni di sosta: la strada Colonnata, la strada delle Facciate, il Teatro realizzato in epoca romana, le Tombe Reali scavate nella roccia, la tomba Palazzo, Corinzia, la tomba della Seta e dell'Urna. L'altura di Al-Habis, il piccolo forte costruito dai crociati e infine la salita fino al monastero di Al-Deir. L'ultimo punto del cammino, uno in particolare che l'architetto Marco ha raccontato con grande emozione, è stato la salita al Jebel Haroun, sulla cui sommità si trova il santuario di Aron, in cui si dice sia sepolto il fratello di Mosè, Aronne. Meta religiosa cara sia ai cristiani che ai musulmani.

Jebel Haroun e il santuario di Aron, Petra (Giordania)


Il metaforico viaggio di Comencini sì è concluso rispondendo ad alcune curiosità dei presenti. Com'è la vita in Arabia Saudita, e in Giordania, e come si sta evolvendo il turismo locale.

F.Fu.
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