Imbersago: la commemorazione dei caduti e la lettera di Antonio Bergamas alla madre


Non è stato il maltempo di lunedì 1 novembre a cambiare il programma per la commemorazione del IV novembre, giornata dell'Unita Nazionale e festa delle Forze Armate che infatti si è svolto regolarmente.

Alle 11:30, dopo aver seguito la santa messa celebrata nella chiesa parrocchiale dei santi Marcellino e Pietro, i cittadini hanno preso parte al corteo insieme al sindaco Fabio Vergani, una rappresentanza dell'Arma dei carabinieri, i membri del Consiglio, gli agenti di Polizia Locale, il gruppo Alpini e gli operatori della Protezione Civile e di varie associazioni, diretti al cimitero per depositare la corona di alloro sulla lapide dei caduti. Non ha potuto accompagnare il corteo, causa pioggia, la Banda Sociale Meratese.

Successivamente il gruppo si è mosso verso piazza Garibaldi, dove si è tenuto il solenne rito dell'alzabandiera, è stato suonato l'inno ai caduti -‘Il silenzio'- e sono state depositate due corone sul monumento ai caduti.

l'Unita Nazionale e festa delle Forze Armate che infatti si è svolto regolarmente.

 

 

Spostati in sala consiliare, al riparo dalla pioggia, il primo cittadino ha potuto tenere il suo discorso:

"Cari Concittadini,
la ricorrenza della Giornata dell'Unità d'Italia ci fa riflettere, ad ogni celebrazione, sul concetto di Patria, di sacrificio, di senso del dovere: tutti termini che oggi sembrano essere un po' fuori moda, relegati nell'angolo nascosto del nostro vocabolario di tutti giorni. Cent'anni fa, all'altare della Patria a Roma venivano tumulate le spoglie del Milite Ignoto, spoglie destinate a rappresentare tutti i 650 mila soldati italiani caduti sui vari fronti della Grande Guerra. A scegliere, nella basilica di Aquileia, le spoglie del soldato sconosciuto fu Maria Bergamas, la madre del Sottotenente Antonio Bergamas, caduto in battaglia, irredentista al pari di Sauro e Battisti; nomi, questi, perlopiù sconosciuti alle giovani generazioni.
Antonio Bergamas fu uno dei duemila tra trentini, giuliani, istriani, dalmati - italiani di lingua e di cuore ma sudditi del Kaiser - che disertarono dall'esercito austriaco, il quale mandava gli italiani in Serbia o in Galizia a combattere contro i russi.
Antonio Bergamas cadde invece in combattimento indossando l'uniforme italiana e nella lettera che inviata alla madre per spiegarle la sua scelta scrisse. «Domani partirò per chissà dove, quasi certo per andare alla morte. Quando tu riceverai questa mia, io non sarò più. Forse tu non comprenderai questo, non potrai capire come non essendo io costretto sia andato a morire sui campi di battaglia... Credilo, mi riesce le mille volte più dolce il morire in faccia al mio paese natale, al mare nostro, per la Patria mia naturale, che il morire laggiù nei campi ghiacciati della Galizia o in quelli sassosi della Serbia, per una patria che non era la mia e che io odiavo... ».
Nella stessa data viene celebrata la Giornata delle Forze Armate: 7500 militari italiani stanno attualmente operando in 23 paesi del mondo in operazioni molto spesso rischiose, per garantire la sicurezza, il ripristino e il mantenimento della pace. A loro deve andare il nostro sostegno e la nostra solidarietà per chi opera sotto la Bandiera d'Italia per ridare speranza agli oppressi per un futuro migliore e di pace.
Le Forze Armate italiane sono sempre più impegnate in operazioni aeree e navali per prestare soccorso alle migliaia di profughi che affrontano le insidie per mare alla ricerca di condizioni di vita migliori.
Infine, non possiamo dimenticare lo sforzo che il nostro Paese ha compiuto, anche grazie alle nostre Forze Armate, per affrontare con mezzi, uomini, competenza e determinazione l'emergenza sanitaria in corso. Il ricondurre con troppa superficialità il tema della Difesa a mere questioni di bilancio, peraltro fondamentali, ci riporta una visione distorta di quella che è una realtà ben più articolata del sistema Difesa del nostro Paese.
Mi auguro infine che l'esempio di migliaia di giovani morti sui campi di battaglia di tutte le guerre, possa essere d'esempio a quei figli del personalismo, della paura, della moda e dell'egoismo che si sottraggono al comune senso di appartenenza che ci deve spingere invece verso scelte di responsabilità condivise e comuni."

l'Unita Nazionale e festa delle Forze Armate che infatti si è svolto regolarmente.

 

Una volta terminato, il sindaco Vergani ha rivolto i suoi ringraziamenti ai cittadini che hanno preso parte alla commemorazione, agli Alpini, alla Protezione Civile, alla Pro Loco, ai volontari Avis, le associazioni, l'Arma dei Carabinieri, la parrocchia di san Marcellino e don Bruno.
È stato quindi il momento di un brindisi, accompagnato da un buon buffet.

l'Unita Nazionale e festa delle Forze Armate che infatti si è svolto regolarmente.

 

 

E.Ma.
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