Imbersago: tanti artisti al Festival di Circo, sul ''palco'' Los Gonzalos e Joan Català

È arrivato il circo a Imbersago. Visto che la consueta Convention di Giocoleria, giunta ormai alla sua tredicesima edizione, ha dovuto fermarsi a causa dell'emergenza sanitaria, quest'anno si è riusciti a ovviare con "SBAAM!", la prima edizione del Festival di Circo, che ha preso il via giovedì sera,12 agosto, e giungerà al termine domenica 15.


Location dei quattro giorni di festa sono stati gli spazi dell'Area Polifunzionale di Imbersago dove è stato allestito il suggestivo tendone del Side, anima della compagnia teatrale MyLaika / Side kunst-cirque, nonché ideatrice e coordinatrice dell'evento in collaborazione con Play Juggling s.r.l.

Il tendone e la spaziosa arena sono stati "il palcoscenico" in cui hanno preso vita le performances dei vari artisti, accompagnati dalla magica atmosfera tropicale di lucine, ghirlande e festoni colorati, che si è fatta ancor più affascinante con il calare della sera.


Ieri, due dei primi artisti a esibirsi sono stati i fratelli "Gonzalos" con "Dale!", una sorta di spettacolo delirante che ha fatto letteralmente "crepare" il pubblico dalle risate. La commedia inscenata dal duo e dialogata in spagnolo ha coinvolto gli spettatori in una messa in scena che andava dall'autoironia alla semplice stupidità con in sottofondo una colonna sonora di finto flamenco che ha reso l'atmosfera ancor più "caliente".

Los Gonzalos

Gli artisti in questione sono, Salvo ed Edoardo, i due fratelli di origine italiana, che da ormai vent'anni girano l'Europa con la loro compagnia teatrale e hanno fatto dell'arte il loro lavoro, "Se non siamo in scena, montiamo il tendone, o ci prepariamo per gli spettacoli. Siamo una compagnia con artisti di diverse nazionalità, italiani, tedeschi, argentini e francesi" - hanno spiegato non appena terminato lo show - "siamo cresciuti principalmente come artisti di strada ma abbiamo formazioni diverse alle spalle. Chi è autodidatta, chi ha studiato teatro e chi ha fatto master intensivi, ma tante cose le impariamo proprio facendo e sperimentando - hanno proseguito nel racconto i due artisti, raccontando anche come hanno vissuto i mesi di pandemia - "abbiamo continuato a esibirci in Spagna, l'unico paese che non ha adottato differenziazioni di settore. La nostra arte valeva al pari ogni altra attività rimasta aperta e quindi abbiamo potuto continuare a lavorare con le dovute misure di sicurezza". Il flamenco è un aspetto molto importante che accompagna le loro performances, infatti, come ha spiegato uno dei fratelli Gonzalos, "non vi è l'intenzione di prenderlo in giro. A me piace chiamarlo "Fake Flamenco" ma noi in realtà gli siamo profondamente legati, ed è da proprio da questa musica che abbiamo preso ispirazione per i nostri spettacoli".

 Joan Català"


Se l'esibizione dei Gonzalos si è tradotta in un miscuglio di suoni forti, urla, canti e fragorose risate, quella a seguire, che ha visto in scena un solo artista, Joan Català, è stata esattamente l'opposto: il silenzio, interrotto soltanto da qualche suono prodotto dalla corde vocali dell'artista e dagli applausi del pubblico, ha dominato la scena. Joan Català ha fatto il suo ingresso, senza aprir bocca, con un palo di legno poggiato sulla spalla e un secchio contenente oggetti vari appeso a una estremità. Con equilibrio, senza mai scomporsi, e con il palo in spalla, ha messo in fila una serie di movimenti e di azioni, si è spostato in lungo e in largo per l'arena arrivando a sfiorare con il palo i volti degli spettatori seduti che, totalmente rapiti dal momento, non hanno gli hanno mai staccato gli occhi di dosso. Gli oggetti e il corpo sono il cuore dell'arte di Joan Català e del suo spettacolo, "Pelat" che in spagnolo vuole dire qualcosa come "sin piel", calvo, senza pelle, proprio come il legno del suo palo, e spoglio come la sua arte, artigiana, fatta di gesti, mimica, contatto, e semplici oggetti. Un'arte nuda, semplice e ricca di ricordi propri che è anche un omaggio alla sua famiglia - come ha poi raccontato - impiegata nella lavorazione del ferro, quindi una riconoscenza anche alla fatica e alla forza del lavoro manuale.

Nel corso della performance, Català, ha coinvolto anche quattro persone del pubblico rendendo lo spettacolo molto più divertente e coinvolgente fino a giungere al momento di maggior suspense dell'intera esibizione: quando l'artista di Barcellona si è arrampicato in cima al palo posizionato al centro dell'arena e teso dalle funi sorrette dai quattro "aiutanti" del pubblico. Lì, in cima, su un piattello, è rimasto immobile, per qualche istante, per poi farsi scivolare giù e atterrare al suolo accolto dai calori applausi del pubblico. "La mia specialità è la danza contemporanea e la manipolazione degli oggetti - ha raccontato l'artista catalano, nato a Barcellona nel 1978 - parallelamente allo studio della danza ho studiato come acrobata e ho unito anche alcuni studi per la voce". La prima volta che ha inscenato "Pelat" è stata nel 2013 e lo ha descritto come "il suo modo di fare arte profondamente legato con il lavoro manuale". Per Català questa è la prima volta a Imbersago e anche uno dei primi spettacoli dopo le chiusure a causa dell'emergenza sanitaria, "È stato molto difficile - ha detto l'artista con la voce ancora affannata dopo la sforzo della performance - i miei pezzi coinvolgono il pubblico, devo toccare gli oggetti e poi farli toccare agli altri. Per questo mi sono dovuto interrompere per un anno e mezzo. È stata davvero molto dura - ha ripetuto nuovamente l'artista, che però, ieri sera ha avuto la possibilità di fare quello che ama e di far divertire le persone, e lo stesso farà questa sera, riproponendo il suo cavallo di battaglia, alle 19, all'interno dell'arena.

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Tanti altri spettacoli sono in programma per oggi e per la giornata di domani. Per accedere è necessario prenotarsi chiamando il numero 345 8701417 (dalle 10.30 alle 17) oppure presentandosi all'ingresso dell'Area Polifunzionale di via Resegone, dove c'è la biglietteria, durante gli orari del festival. All'interno vi è anche un'area bar e il servizio cucina.

F.Fu.
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