Retesalute: presentata bozza di bilancio 2019 con la perdita di 565mila euro e la ripresa di 3,3 milioni degli anni passati

La ragione che ha indotto l'avvocata Alessandra Colombo a dedicare alla stampa (cattiva per definizione) gran parte della lettera indirizzata ai sindaci in allegato al bilancio 2019 non riusciamo a comprenderla. La stampa fa il suo dovere: cerca notizie e quando riesce a trovarle le pubblica. Se fatica a trovarle insiste anche, e soprattutto, se queste notizie riguardano una società al 100% pubblica. Una ostilità del genere appartiene solo a chi auspica il serrato controllo della stampa, come nei paesi dell'ex Unione sovietica ma non crediamo affatto che chi è stato comunista convinto una volta lo sia per sempre. Noi ci siamo messi a disposizione, quando richiesti, all'avvocata Colombo con sincero slancio collaborativo. E rispondiamo per quanto abbiamo scritto. A ognuno il suo. Veniamo quindi a quanto abbiamo scritto.

I membri del cda: la presidente Alessandra Colombo, Enrico Bianchini, Marco Stocola e Patrizia Monti

Per iniziare prendiamo atto che la situazione economica negativa creatasi negli anni ha dato luogo a una ripresa nei conti dell'1 gennaio 2019 di 3.374.175 euro riclassificati come perdite a nuovo.

Non si riprende quindi l'esercizio 2018 anche in previsione di un budget negativo per il 2020. La perdita dell'anno precedente è di 565.744 euro.

La posizione debitoria lorda a breve è di 5.646.949 euro, quella netta, considerando 2.432.497 di crediti a breve è di 3.214.452 euro che sale a 3.893.000 come indebitamento complessivo. Una situazione grave, certamente, con un patrimonio netto negativo di 3.716.509 euro ma che potrebbe essere affrontata senza ricorrere alla liquidazione dell'azienda.

Occorre precisare che la cifra di 2.432.497 euro, generata anche nel 2019 viene ora correttamente classificata come debiti dell'ente strumentale per conto dell'ambito di Merate, mentre in precedenza anche nelle note degli esperti era trascritta come "Debiti verso l'Ambito" il quale, come noto, non ha personalità giuridica. Questo debito coinvolge maggiormente il Comitato d'Ambito in termini di responsabilità (presieduto prima da Adele Gatti e ora da Filippo Galbiati), competente per la programmazione di queste risorse. Il Consiglio di Amministrazione di Retesalute riceve da tale organismo le indicazioni che poi trasferisce nei bilanci approvati dall'Assemblea dei Soci. Assemblea che vede la presenza e la partecipazione degli stessi soggetti che formano il Comitato d'Ambito. Non riusciamo a spiegarci quindi, come sia stato possibile "occultare" quasi 2,5 milioni di euro se, nella sostanza, debitori e creditori sono i medesimi soggetti.

Chiedere - alziamo la mano, siamo stati noi - l'esposizione dei debiti non era lesa maestà, solo desiderio di conoscere meglio delle poste evidenziate da uno studio che portava l'ammontare dell'esposizione debitoria a ben 6 milioni. Trascurando però l'esistenza dei crediti che, come abbiamo visto, sono pur sempre quasi 2,5 milioni. Acuti commentatori sostengono che saranno i cittadini a pagare: bene se fosse così avremmo ancor più diritto di conoscere e sapere. Ma le cose stanno in maniera ben diversa e un po' più complicata.

Esempio: si è sempre parlato di un debito verso le banche di 400mila euro mentre noi sommessamente facevamo notare che si trattava in realtà di un anticipo su fatture non un fido di cassa in bianco. E ora la nota integrativa conferma che si tratta di anticipi su fatture ancora in essere al 31 dicembre 2019.

Chiedevamo conto della massa di quasi 2,6 milioni di debiti verso fornitori perché stante l'ammontare del costo per servizi l'indice di rotazione dei debiti sarebbe stato pari a circa 165 giorni. Ma ci dicevano che i pagamenti avvenivano tra 60 e 120 giorni. Ora nella nota si precisa che i debiti verso fornitori ammontano a 1.637.642 che riduce l'indice a 106 giorni. Ci sono fatture da ricevere per 935.000 euro ma le prestazioni corrispondenti sono ancora da fatturare ai clienti?

Non risultano debiti verso i dipendenti dato che nella nota si spiega come gli oneri sociali siano stati correttamente versati con la liquidazione F 24 di gennaio. E l'accantonamento al fondo di fine rapporto per 548.184 euro si dice congruo.

Aggiungiamo che isolando la sola "partita" verso i comuni abbiamo una posizione finanziaria netta (PFN) addirittura positiva per € 532mila (crediti v/comuni al 31/12 € 1.335mila, debiti v/comuni al 31/12 € 803mila). Ergo, Retesalute oltre che essere in deficit economico aiuta i Comuni finanziariamente.

Non compete a noi l'analisi del bilancio ma questo per dire all'avvocata Colombo verso cui manteniamo la stima iniziale, che non ci sarebbe stato alcun nocumento all'azienda - cui lei e noi teniamo particolarmente - rendendo noti via via i conti. Al contrario avrebbe forse evitato taluni articoli volti proprio a demolire Retesalute per chissà quali fini.

Anche stavolta - accidenti ci stiamo ripetendo - sottoscriviamo in pieno le parole di Massimo Augusto Panzeri: attivando il centro estivo con Retesalute il comune di Merate ha dimostrato di credere nell'azienda speciale cui si è affidato. A differenza di tanti comuni che a parole dicono di credere in Retesalute e poi si sono affidati ad altri noi abbiamo dato fiducia alla nostra Azienda.

 

Anche noi. E auspichiamo che vada avanti trovando la modalità di ristrutturare il debito e rimettere in equilibrio i servizi. L'affidamento dell'incarico di consulenza al dottor Francesco Munafò e all'avvocato Attilio Ferrari, a nostro parere, va nella giusta direzione.

 

P.S. Un rilievo a quanto letto: le gravi manipolazioni non hanno prodotto un debito di 3,7 milioni, perché per quanto censurabili sono spostamenti temporali da un esercizio all'altro che hanno "occultato" perdite effettive. Ma tali perdite - i debiti sono altra cosa - sono la conseguenza di una divaricazione negativa tra costi di produzione e prezzi di vendita. Le parole hanno un peso e la terminologia non può essere derubricata a chiacchiera al bar.


 

  • CLICCA QUI per la lettera accompagnatoria della presidente del Cda

Claudio Brambilla
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