Imbersago: centauro morì nell'urto con una Panda. Pena di un anno per l'autista
Ha patteggiato un anno di condanna - con il beneficio della pena sospesa - il 35enne di Calco che il 26 aprile dello scorso anno era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale verificatosi a Imbersago con vittima Alessandro Osio, residente a Colico ma con casa a Verderio. Per il 53enne che viaggiava in sella alla propria motocicletta non c'era stato nulla da fare; troppo gravi le lesioni riportate a seguito del violento impatto - avvenuto all'altezza della scalinata del Santuario di Madonna del Bosco - con la Fiat Panda condotta da G.A.
Secondo la ricostruzione del sinistro emersa nell'immediatezza dei fatti, sembra che il motociclista stesse percorrendo la SP56 attorno alle 19.30 in sella a una Honda Dominator di colore rosso quando - poco prima della scalinata del santuario - era avvenuto lo scontro con l'utilitaria che proveniva dalla parte opposta, dunque da Imbersago, ed era in procinto di svoltare a sinistra in Via Molera, la traversa che conduce al nucleo storico di Arlate. La moto aveva terminato la sua corsa contro il muretto della scalinata e Alessandro era stato sbalzato dalla sella atterrando sull'asfalto una decina di metri più in là, di fronte all'ingresso della trattoria. I primi a prestargli soccorso erano stati due avventori che, corsi in strada dopo aver sentito il botto e le grida di aiuto, gli avevano praticato il massaggio cardiaco, alternandosi in attesa dell'ambulanza. I mezzi del 118 erano arrivati in una manciata di minuti e subito la situazione era apparsa drammatica. Tutti i tentativi erano risultati vani e nonostante il trasporto in elicottero fino al Manzoni, il cuore del 53enne aveva cessato di battere.Iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di omicidio stradale, il 35enne calchese alla guida della Panda era risultato positivo all'alcoltest a seguito degli accertamenti, seppur con un valore solo leggermente superiore ai limiti.
Difeso di fiducia dall'avvocato Luca Marsigli, stamani l'imputato ha patteggiato la condanna sentenziata dal giudice per l'udienza preliminare Salvatore Catalano, dopo l'accordo sulla pena finale di un anno già raggiungo con il pubblico ministero Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo d'indagine e quest'oggi sostituito dal collega Andrea Figoni. Il calchese aveva già risarcito la moglie, i figli e il fratello della vittima.
Articoli correlati