Sartirana: Paolo 22 anni in una struttura per disabili chiusa  per Covid. La mamma: non sappiamo cosa succede e che fa


40 operatori tra medici, infermieri, assistenti, educatori di una struttura per disabili di Cocquio Trevisago in provincia di Varese sono risultati positivi al Covid 19 e con loro anche metà degli ospiti. Una situazione che ha portato a far scattare la zona rossa e a blindare la struttura senza più possibilità per gli esterni di fare visita ai parenti e, chiaramente, di lasciare la residenza per gli ospiti.

Fra costoro c'è anche Paolo, un 22enne di Sartirana con una grave forma di autismo e la cui situazione è stata raccontata questa sera al TG1 dalla mamma Sonia Milani. "Quasi tutte le persone che seguivano mio figlio o buona parte di loro non ci sono. Mi chiedo: che cosa succede, cosa starà facendo, come saranno le sue giornate?". Alla cronista la donna, che di professione è psicologa, racconta che quando è scoppiata la bomba covid, nonostante l'istituto superiore della sanità avesse indicato che nelle residenze per disabili andava ridotto al minimo il rischio di infezione, c'è stato un iniziale black out. "Noi abbiamo saputo dell'esito del tampone di Paolo, risultato positivo, solo due giorni dopo".


A lanciare l'allarme è stato anche il sindaco stesso del paese che denuncia "C'è stato un mancato utilizzo delle mascherine per soggetti esterni che erano interni alla struttura, un mancato uso dei guanti. C'erano imprese di pulizie che timbravano in un padiglione per poi spostarsi in un altro a lavorare (aumentando quindi la promiscuità e il rischio di diffusione del virus, ndr)". Scattata la zona rossa, la struttura è stata blindata da e per l'esterno e ora punta il dito contro le istituzioni che, secondo il racconto fatto durante il servizio andato in onda, si sarebbero dimenticate dei disabili, mandando una serie di mail tutte in contraddizione l'una con l'altra. La procura sul caso ha aperto un'inchiesta.
S.V.
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