Lamp, Verderio: l’utilizzo degli impianti è al 70%, la domanda di alcuni nostri prodotti è elevata ma non riusciamo a essere ottimisti

Anna Galbiati
Non si sono mai fermati, nonostante l'emergenza Covid-19. Alla Lamp Spa di Verderio, azienda che produce pellicole plastiche per packaging alimentare, medicale e tissue, l'attività non si è mai interrotta. Essendo tra le aziende la cui attività è considerata "essenziale" per il Paese, la produzione è proseguita a pieno regime. L'aver messo in atto per tempo e addirittura in anticipo rispetto alle disposizioni delle autorità, tutte le precauzioni contro la diffusione del contagio, ha consentito alla Lamp di garantire la produzione di materiale indispensabile per affrontare la pandemia. Basta pensare alla pellicola in plastica, con cui in questo periodo vengono avvolti ormai quasi tutti i prodotti alimentari.

Infatti in questo momento storico, più che mai si stanno rivelando preziosi i film plastici utilizzati per il packaging anche di ferri chirurgici, mascherine e materiale vario, già sterilizzato e pronto per l'uso, così da proteggerlo da un eventuale contagio. "La richiesta dal settore medicale, come è facilmente immaginabile, è cresciuta molto in questo periodo, ma anche quella di pellicole per il settore alimentare con l'emergenza Coronavirus è cresciuta" ci ha spiegato Anna Galbiati, che con le figlie Alessia e Anita gestisce la storica azienda leader nel settore della plastica.  "I consumatori per motivi di sicurezza privilegiano i prodotti lavorati e confezionati in ambiente sterile e poi sigillati.  Anche la produzione dei film plastici, il settore del tissue, utilizzati per confezionare per esempio fazzoletti e carta igienica ma anche bottiglie dell'acqua non ha potuto fermarsi. E' invece sospesa la produzione del film per l'imballaggio di lavatrici, forni, cucine... quella che noi chiamiamo "il bianco", come pure il packaging della cosmesi, dei profumi eccetera. In questo momento stiamo lavorando al 70 % delle potenzialità". Ovviamente anche l'azienda di Verderio ha dovuto mettere in campo tutte le misure di prevenzione sul lavoro a causa della pandemia. "A fine febbraio avevamo già predisposto un piano di prevenzione, anche perché si sapeva che l'epidemia sarebbe arrivata anche da noi a giudicare da quello che stava succedendo in Cina. E così ci siamo mossi per tempo reperendo con facilità mascherine, alcol, candeggina e tutto il necessario per poter lavorare in sicurezza. Nei primi giorni di marzo abbiamo iniziato a misurare la temperatura ai dipendenti. Quello che invece non capisco è perché il Governo non si sia preparato per tempo all'emergenza, predisponendo con tutti i governatori regionali, i rappresentanti dei medici e tutte le altre categorie interessate, un piano nazionale, senza attendere di essere investiti dalla pandemia". Ora le cose per quanto riguarda l'emergenza sembrano andare meglio. Come vede da imprenditrice il futuro del Paese? "Non riesco ad essere ottimista. Credo che quello che stiamo vivendo non sia altro che un fuoco di paglia. Nelle scorse settimane c'è stata una situazione anomala, i supermercati venivano sistematicamente svuotati e di conseguenza i nostri clienti ci chiedevano materiale per il packaging in grande quantità. Ora però temo che con il ritorno alla normalità tutti si ritrovino con i magazzini pieni e quindi la domanda nel migliore dei casi è destinata a rallentare". Come giudica le iniziative del Governo a sostegno delle aziende? "In questo momento le banche stanno ancora valutando la situazione. Il rischio che vedo è che i soldi vengano dati ancora una volta a chi ne ha meno bisogno... Mi spiego, c'è il rischio che gli istituti di credito finanzino chi è in grado di dare delle garanzie e non chi è realmente in difficoltà, però non è in grado di dare delle garanzie. Le società di assicurazione sui crediti stanno già riducendo i fidi dei nostri clienti perché non vogliono rischiare. Se quelle sono assimiliate a banche avrebbero l'obbligo di mantenere invariati i fidi, ma nell'incertezza delle interpretazioni sembra che queste finanziarie possano agire senza limiti né divieti. Quindi stanno correndo ai ripari e il rischio ricade ancora sulle aziende". La Lamp di Verderio, occupa oltre quaranta dipendenti ed è considerata una delle aziende più innovative del settore. Questa battuta d'arresto rischia però di compromettere i progetti a medio e lungo termine. "Avevamo in programma un investimento di una certa portata  ma in questa situazione abbiamo fermato tutto. Non c'è la serenità sufficiente per guardare avanti, per fare dei progetti...".
Angelo Baiguini
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