Retesalute: si fa chiarezza sui bilanci con il revisore. Incarico a un consulente esterno

Siamo in piena emergenza Coronavirus. Ci si aspetterebbe che l'Assemblea di Retesalute, dopo mesi che non si riunisce, faccia tesoro delle sollecitazioni giunte ai sindaci direttamente dai cittadini (parenti di anziani, disabili, minori in comunità, ecc.), e che li condivida collegialmente per suggerire delle idee su come modellare le prestazioni dei servizi nei prossimi mesi. Idee che poi saranno meglio declinate operativamente dalla Direzione dell'azienda speciale. Nell'assemblea di ieri sera, mercoledì 22 aprile, c'era a buona ragione qualcosa di più gravoso e incombente - può sembrare assurdo - di cui discutere. Un problema che sta a monte. I conti del bilancio rimasti poco trasparenti troppo a lungo, che se non sistemati insieme a un nuovo modello di gestione rischiano di far implodere il sistema associato dei servizi rivolti alle persone con fragilità.


Sul tema Coronavirus, per la verità, un rapido accenno è stato mosso dal sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati, che ha parlato di segnali di insofferenza da parte delle famiglie supportate da Retesalute per l'interruzione temporanea di alcune prestazioni. "Non possiamo stare fermi per troppo tempo fino all'estate o oltre" ha indicato. Alessandra Colombo ha replicato che il CdA da lei presieduto ha già fornito un indirizzo analogo alla Direzione per prevedere una riorganizzazione del servizio degli educatori in vista della Fase 2. "Abbiamo avuto l'accesso alla cassa integrazione per quella parte di stipendi che non abbiamo potuto pagare in questo periodo, ma dopo le nove settimane non ne avremo più la disponibilità. Non è solo un problema di costo, ma di risposta nuova al territorio" ha detto in merito Alessandra Colombo.   Proprio il presidente del CdA si è resa protagonista di una relazione che ha messo in luce le numerose criticità di bilancio. "Una delle relazioni più drammatiche che io abbia ascoltato nel mio periodo da sindaco" ha poi commentato Davide Maggioni di Sirtori.   Il Consiglio di Amministrazione in questa sua prima fase di mandato si è avvalso delle risorse interne (la nuova responsabile amministrativa Laura Mattiello e il revisore dei conti Stefano Maffi) per ricostruire le perdite fino al 2015. Il CdA, raccogliendo il suggerimento del revisore dei conti, si è impegnato ad incaricare poi un consulente esterno - esperto di finanza locale e di aziende speciali - per offrire un supporto ai Comuni soci nella delicata fase di riconoscimento della perdita nei propri bilanci comunali. Anche l'assemblea ha concordato su questo punto, tant'è che il vicepresidente Fabio Crippa ha tra l'altro sollecitato la Presidente Colombo a conferire questo incarico "già da domani mattina" (NDR: oggi per chi legge). Da quanto abbiamo appreso al termine dell'assemblea si tratterebbe del dottor Giuseppe Munafò, che dal sito dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano si apprende essere Consigliere con delega proprio alla commissione Enti e Aziende pubbliche, un esperto del settore quindi.  

La presidente Alessandra Colombo

Il j'accuse della neo-presidente sulle precedenti esperienze di bilancio di Retesalute è stato sonoro: "È bene che vi sia la consapevolezza che i bilanci che avete approvato negli scorsi anni, oltre ad essere stati elaborati con metodologia e contabilità irregolari, contengono false dichiarazioni ai soci che non hanno permesso alla vostra assemblea di conferire immediatamente mandato per affrontare e risolvere i problemi che sussistevano e che inopinatamente sono stati occultati". Questo il passaggio maggiormente significativo dell'intervento di Colombo.   La presidente ha poi sintetizzato le ragioni di questa grave condizione. "Le cause del dissesto sono riconducibili a diverse responsabilità che possono essere riassunte nei seguenti macro-comparti: una modalità errata di contabilizzazione, una confusione nella gestione delle risorse dell'Ambito, una tenuta irregolare della contabilità, la mancata sorveglianza sulla tenuta della contabilità, debolezze professionali nella gestione delle molteplici problematiche, la mancata sorveglianza sulle tariffe e sui centri di costo" ha dichiarato con fermezza. Nel suo intervento ha ribadito che la forma dell'azienda speciale non è mai stata in discussione. La totale partecipazione pubblica è stata confermata come la migliore soluzione per garantire la qualità del servizio e la risposta ai bisogni. Ha invitato ad evitare polemiche "tediose, inutili e distruttive" su possibili altri scenari che sarebbero stati vagliati dal CdA. È stato chiesto il mandato, alla luce del "manifesto e acclarato disavanzo" di rivedere da parte del Consiglio di Amministrazione la struttura organizzativa di Retesalute, rivalutare i centri di costi e rivisitati alcuni servizi, alcuni dei quali potrebbero essere soppressi. Ha però tenuto a precisare: "Nessuno sta dismettendo Faresalute e nessuno ha messo in discussione il supporto psicologico agli oncologici". I servizi coordinati da Retesalute possono oggi essere così raggruppati: 9 sull'area anziani, 18 sull'area minori e giovani, 8 sull'area disabili, 10 sull'area adulti in difficoltà). "Bisogna essere in grado di dare risposte che non siano solo emergenziali, ma di prevenzione al fenomeno. Non possiamo più prescindere da una programmazione di servizi efficaci e una programmazione di lungo periodo e che riveda con puntualità tutti i servizi, molti dei quali oltre ad essere inefficaci sono immotivatamente in perdita".  

Il dottor Stefano Maffi

Tra le altre affermazioni fatte dalla presidente vi è quella che il bilancio 2018 è a suo avviso un "bilancio nullo". Successivamente il revisore dei conti Stefano Maffi ha precisato che "Tecnicamente si potrebbe parlare di una delibera di approvazione del bilancio nulla ". Tra l'altro proprio il Revisore ha informato che aveva valutato egli stesso di proporre un'azione di nullità di tale delibera, interrogandosi però sulla modalità e sui dubbi di applicazione di una tale disposizione civilistica ad un'azienda speciale, che come ha avuto modo di rimarcare nel suo intervento non segue le norme del codice civile, se non per alcuni articoli legati al bilancio. Un'altra ipotesi che il Revisore ha offerto ai soci sarebbe la riapprovazione del bilancio 2018, lasciando ogni valutazione ai soci aggiungendo però un certo scetticismo: "A che pro? Che cosa vi darebbe in più come informativa avere un bilancio riapprovato? Il bilancio 2019 offrirà ampia informativa sul passato". Nella nuova documentazione di bilancio viene evidenziata la separazione tra la perdita del 2019, inserita nel conto economico, e quella degli esercizi precedenti, ricaduta nel patrimonio netto, seguendo - come evidenziato dal revisore e dalla dottoressa Mattiello - i corretti principi contabili. "L'azienda ha operato costantemente togliendo costi e ribaltandoli sui conti futuri. Sono costi anche significativi che abbiamo fatto fatica a scoprire perché queste cose vengono nascoste nelle pieghe della contabilità e nei momenti più remoti dell'esercizio - ha sostenuto il dott. Maffi - In alcuni casi non sono state registrate alcune fatture. Negli anni sono stati contabilizzati contributi che non erano risorse che Retesalute avrebbe dovuto trattenere tra i ricavi e non è stato stabilito il vincolo di restituzione di questi soldi che spettavano a terzi". Secondo il revisore dei conti gli Enti soci non hanno subito alcun danno erariale, rassicurandoli. Come ha chiarito che non si possa nemmeno parlare di fallibilità dell'azienda. Chiarendo infine che è però necessario, per non incorrere si questa volta in situazioni che potrebbero attenzionare la Corte dei Conti, riconoscere e provvedere ad elaborare un piano di ripianamento della perdita di bilancio attraverso l'aiuto dell'esperto esterno in contabilità e finanza locale e in aziende speciali, il quale dovrà offrire una soluzione per tutti gli Enti interessati, senza che nessuno sia lasciato solo.

M.P.
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