Merate, appello al sindaco: alla sepoltura in cimitero conceda la presenza almeno dei famigliari del defunto e non solo due. E’ un gesto di umanità che è condiviso da quasi tutti i comuni
Caro sindaco di Merate, credo che quello che è avvenuto in queste settimane ha messo tutti noi a dura prova. Non oso neppure immaginare cosa abbia significato per i sindaci la pandemia che si è abbattuta sul nostro Paese. Questa è la necessaria premessa per dire che quanto andrò a scrivere non vuole essere una critica e ancora meno un’accusa. Ma da cittadino prima ancora che da giornalista, vorrei chiederti di porre fine già nelle prossime ore ad una disparità grave tra coloro che vengono sepolti a Merate, rispetto a chi viene tumulato in altri comuni. Una disparità di trattamento che inevitabilmente diventa un atto di crudeltà, seppur involontario immagino da parte tua, per quanti hanno perso un loro caro.
Mi riferisco alle cerimonie di sepoltura, semplici funzioni che avvengono all’interno del cimitero con una breve benedizione del feretro prima che venga sepolto. Nel Comune di Merate, in base all’ordinanza firmata da te il 24 marzo scorso e prorogata il 3 aprile, possono assistere un massimo di due persone… oltre al celebrante e agli addetti delle pompe funebri. Una disposizione che mi era già stata riferita nel corso dei numerosi servizi che durante queste settimane abbiano dedicato alle vittime del Coronavirus, ma alla quale non ho colpevolmente dato peso. Quindi, se mai si dovesse parlare di colpe sono “colpevole” quanto te per questo tardivo mio intervento.
La lettera inviataci nei giorni scorsi da una lettrice e pubblicata dal nostro giornale, mi ha improvvisamente riportato l’attenzione su questo dettaglio.
Già per i motivi sanitari che tutti conosciamo, sono stati annullati i funerali con la cerimonia in chiesa e il relativo corteo funebre.
Ti renderai conto che due persone, sono un numero estremamente esiguo. Solo una famiglia con un figlio unico corrisponde ad un numero tanto esiguo, nel momento in cui un componente viene a mancare. Nelle altre famiglie la tua ordinanza costringe a tirare a sorte, in un’angosciante roulette della “fortuna”, chi può partecipare al veloce saluto in cimitero. Gli altri a casa, colpevoli di essere in sovrannumero…
In base all’ordinanza in questione, infatti, neppure tutti i figli, se più di uno e con un genitore in vita possono partecipare alla cerimonia di commiato a un proprio caro e dare l’ultimo saluto alla propria madre o padre.
Già ci ha pensato il Coronavirus a rendere crudele la dipartita di molti. Infatti, molti defunti uccisi dal Covid non hanno avuto la presenza di un congiunto alla loro sepoltura, essendo i familiari in quarantena, non potendo lasciare il loro domicilio.
Ho fatto una breve ricerca nei comuni vicini: Robbiate, Brivio, Imbersago, Olgiate, Missaglia, Casatenovo, Lomagna… Tutti hanno emesso un’analoga ordinanza vietando i funerali, ma: “ammettendo la presenza per l’estremo saluto dei soli congiunti e comunque in numero massimo di 10 persone oltre all’ufficiale celebrante ed agli addetti ai servizi cimiteriali”. Ovviamente i presenti dovranno evitare assembramenti e rispettare la distanza di un metro oltre ad indossare le previste protezioni.
Credo che sia evidente che è necessario una tempestiva modifica dell’Ordinanza in oggetto per eliminare questa “crudele” disposizione, passami il termine, e adeguare le disposizioni adeguandole a quelle dei comuni del meratese, a conferma della “compattezza” di intenti tra i sindaci da te annunciata.
Da questo momento in poi, ogni funerale celebrato con le attuali restrizioni non potrà che aggiungere un'inutile sofferenza a un dolore già grande.
Angelo Baiguini