Il flagello dei morti da Covid 19 nelle Rsa conferma che la lezione di Basaglia è quanto mai attuale

Enrico Magni
Ogni giorno che passa, sentendo il triste, tragico flagello dei morti da coronavirs all’interno delle case di riposo, diventa attuale il problema posto negli anni settanta da Franco Basaglia
La questione sollevata riguardava l'apertura degli ospedali psichiatrici, manicomi e partiva da un dato fattuale tangibile che evidenziava la funzione negativa delle strutture chiuse: ospedali, carceri, case di ricovero o di riposo, orfanotrofi, collegi. Erano luoghi di contenzione, di limitazioni delle libertà individuali. I manicomi e le strutture chiuse di lunga degenza erano luoghi in cui la salute fisica, psichica e morale erano deprivate dalla libertà individuale.
Franco Basaglia, per democratizzare la malattia mentale, ha azzerato i manicomi, riportando i pazienti sul territorio, ridando cittadinanza alla malattia mentale. C'erano psichiatri, autorevoli opinionisti scientifici, lobby farmaceutiche e politiche che proponevano di riconvertire i manicomi in cliniche pubbliche e/o private modernizzate. Basaglia, Popper, Foucault, Laing, de Martino e tanti altri tematizzavano la necessità di una società aperta e inclusiva.
La legge sanitaria n.883 è stata legiferata in quel clima politico e sociale, s'ispirava al superamento privatistico, categoriale delle mutue, prevedeva l'integrazione dei vari servizi sanitari ponendo al primo posto la salute territoriale, la prevenzione, la riabilitazione e l'ospedale come luogo di cura.
Invece, in questi quarant’anni il sistema sociosanitario è diventato ospedalocentrico, iperspecialistico. Poco si è fatto sul piano epidemiologico e virologico. La mossa in quest’ambito è avvenuta con l'HIV. Anche allora c'è stato un atteggiamento sociale e biomedico d’incertezza. Con il passare degli anni si sono trovati farmaci per curare l'HIV ma non si è trovato il vaccino, infatti, in Africa ci sono milioni di HIV positivi. Anche allora ci fu un dibattito serrato tra il prof. Gallo e Montagnier. Non c’è da meravigliarsi delle discussioni tra esperti con pareri diversi sul coronavirus. Una cosa è certa. Si doveva investire di più nella ricerca perché i virus e i batteri vivono con noi e dentro di noi.
Nel frattempo il mondo si è globalizzato producendo disuguaglianze sociali, sanitarie, economiche e pandemiche. Nel frattempo all'interno di questa situazione sociale sono sorte nuove caserme per anziani come le case di ricovero: RSA. In occidente, in Europa sono disseminate sui vari territori e sono gestite da società private o pubblico/privato o da enti religiosi.
La lezione di Franco Basaglia è più che mai attuale perché evidenzia il pericolo che si nasconde dentro le organizzazioni chiuse; di solito, essendo strutture apicali, triangolari sviluppano un meccanismo poco democratico. Non è un caso che da anni, in alcune RSA, avvengono comportamenti violenti e dei protocolli aziendali legittimano la contenzione.
Basaglia aveva intuito il pericolo profondo di questi sistemi socioassistenziali e sanitari.
Il coronavirus sta mettendo in discussione totalmente quest’organizzazione. Bisogna pensare a welfare state decontaminato; pensare a strutturare aperte con servizi tecnologici assistenziali e abitativi avanzati che permettano nuove forme di convivenza.
Le strutture attuali, come il Trivulzio, sono il frutto di una concezione che si rifà all'ottocento: la stessa cosa riguarda altre RSA. Sono tutte strutture sviluppate grazie a lasciti di facoltosi, oppure sorte dopo le guerre per assistere abbandonati, invalidi: ora sono dei cronicari. La lezione di Franco Basaglia è più che mai attuale.
dr. Enrico Magni
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