Non sono eroi di un momento, sono donne e uomini che combattono una guerra per noi dentro un avamposto pubblico che va difeso oggi e anche domani quando la situazione si normalizzerà. A loro diciamo grazie di cuore

Oggi sono sulla bocca di tutti, nell’enfasi popolare sono assurti al rango di eroi. Per noi che conosciamo molti di loro da ben prima dell’emergenza, sono donne e uomini che hanno a cuore il loro lavoro di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari. Certo in queste ultime sei settimane i sacrifici – e i rischi – sono stati enormi rispetto al lavoro ordinario. Molti hanno lasciato le case in cui abitano, e dove vivono tuttora mogli, mariti, padri, madri, figli, per non rischiare di contagiarli dal virus che loro stessi potrebbero aver contratto in corsia, soprattutto nelle fasi iniziali dell’epidemia quando i dispositivi di protezione erano scarsi e spesso inefficaci. Si sono sottoposti a turni massacranti, si sono ammalati. Hanno guardato negli occhi il paziente prima di intubare per raccoglierne lo sguardo implorante di aiuto, forse il testamento, l’ultimo volto prima del grande sonno. Impotenti hanno visto morire anziani senza poter fare nulla per salvarli.


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Hanno dato l’estrema carezza a chi non ha potuto avere accanto i propri cari. Qualcuno tra loro porterà a lungo dentro di sé le immagini, le parole e gli occhi di tanti ultimi momenti, il rumore dei respiri affannosi, il pulsare incessante delle macchine. Torneranno di notte queste immagini e non sarà facile rientrare nella normalità. No, non sono eroi ma meritano il nostro abbraccio sincero, il nostro grazie sentito e la riconoscenza che dovrà durare per sempre. C’è chi questa riconoscenza l’ha dimostrata donando dispositivi di protezione, chi alimenti, torte, pizze, colombe; chi ha scelto il suono delle sirene. Noi abbiamo preferito mostrare i volti di donne e uomini che hanno combattuto per noi ogni giorno e ogni notte. Non sono tutti anzi, quelli che vi mostriamo sono una minoranza e invitiamo chi lo volesse a inviarci la propria foto per farne domani un vero e proprio album dei ricordi (cell. 340.957.40.11 oppure redazione@merateonline.it). Ricordi di un tempo tragico segnato dai lutti e dal rintocco delle campane. Ma un tempo nel quale la solidarietà non è stata una parola retorica. GRAZIE
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