Merate, la testimonianza di un caso sospetto di coronavirus: mio fratello forse lo ha avuto, ma nessuno gli ha fatto il test

All'inizio di febbraio il coronavirus, in Italia, era collettivamente riconosciuto come un problema di altri, lontano migliaia di chilometri e per questo innocuo. Ad oggi sappiamo invece che non è un azzardo affermare che il virus era tra noi già da gennaio, nascosto in coloro che presentavano dai semplici sintomi influenzali a polmoniti più gravi, ma pur sempre polmoniti, ovvero niente che non fosse di mai stato osservato prima di allora. Una situazione, tra le tante, che ci ha trascinati nel profondo della più devastante pandemia della storia recente dove trovano spazio decine e decine di vicende incerte, casi di Covid-19 mai provati eppure esisti. Quello che sembrerebbe essere capitato al fratello di un impresario edile di Merate, il signor Mario, che ha voluto raccontare la sua personale esperienza con il morbo. Il fratello, ha raccontato, un uomo in salute di 58 anni, era stato ricoverato agli inizi di febbraio all'Ospedale Mandic di Merate con una polmonite decisamente grave. ''Aveva iniziato ad accusare forti dolori intercostali alla fine di gennaio. In una settimana abbiamo fatto diverse visite senza che emergesse nulla di particolare fino al giorno in cui mio fratello non riuscì più a respirare e fu ricoverato. Lo assegnano al reparto di cardiologia e in una decina di giorni si rimette e viene dimesso. In questo periodo ho avuto modo di fargli visita praticamente ogni giorno e posso assicurare che nessuno tra medici e infermieri ha mai messo una mascherina per curarlo e peraltro era nella stanza con un altro signore che aveva avuto altri problemi''.

 

Ma allora questo aspetto non poteva fare sorgere le domande che oggi verrebbero spontanee a chiunque, come sono sorte al signor Mario. ''Mi chiedo come mai prima che scoppiasse questa emergenza negli ospedali non si prendevano le dovute precauzioni, oppure come mai nessuno si è accorto che mio fratello probabilmente aveva il Covid. Oggi sta bene fortunatamente, ma non sappiamo se nostra madre che ha più di 80 anni sia al sicuro. Nessuno ente o medico del sistema sanitario si è fatto sentire. Di relazioni sociali dopo le dimissioni di mio fratello, avvenute un paio di settimane prima che partisse l'emergenza vera e propria, ne abbiamo avute normalmente ed pochi giorni fa è venuto a mancare un nostro collega, ad esempio, con cui avevamo avuto contatti molto stretti. Trovo questa situazione decisamente surreale''.

Surreale, il mondo in cui ci siamo ritrovati, lo è probabilmente per tutti, anche chi ha avuto la fortuna di non perdere nessun caro. E purtroppo l'emergenza, una volta che sarà passata, lascerà inevitabilmente in eredità vicende che non troveranno mai una spiegazione - se non solamente ipotizzabile - come quella raccontata dal signor Mario.

 

A.S.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.