Un patentino di immunità senza valenza scientifica sembra essere la strada scelta dalle aziende per riavviare la produzione
Nell’intervista accanto il dottor Colombo, primario di Pneumologia ci ha fornito una serie di informazioni che fanno chiarezza e anche giustizia di tanti, troppi luoghi comuni che oggi dilagano in telegiornali e talk show da parte di veri o presunti esperti. Spesso, puntualmente, con pareri diversi se non opposti.
E quando non c’è chiarezza si rischia di ingenerare confusione. Così può succedere che un imprenditore veneto decida di sottoporre i propri dipendenti al test sierologico a sue spese. Di fatto ha deciso di acquistare il “patentino di immunità” per i propri operai, in modo che possano recarsi a Montecarlo a ultimare i lavori in un cantiere. Cinquanta euro per ogni test e via… Chi risulta immune può partire subito e lavorare, senza quarantene di sorta.
Gli imprenditori hanno deciso di aggrapparsi all’esame sierologico come scialuppa di salvataggio. Le associazioni industriali di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono subissate di richiese di informazione, scrive il Corriere. E quindi c’è da crederci. Ma non sono solo gli imprenditori a pestare i piedi per poter ripartire. La Regione Lombardia avvierà martedì prossimo i test, il Veneto è già partito seguito da Toscana e Lazio.
Ma ci sono iniziative anche a livello Municipale. A Cisliano, a pochi chilometri da Milano, un sindaco sta “testando” tutti gli abitanti, che si sono diligentemente messi in fila davanti alla palestra, trasformata in centro prelievi. La stessa cosa sta succedendo a Robbio, in provincia di Pavia. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha fatto in modo, attraverso un accordo con il Sacco, di sottoporre all’esame sierologico quattromila autisti dell’Atm. Si tratta di un test rapido, che consiste in una puntura sul polpastrello e si ottiene risultato in una manciata di minuti. Più facile di così…
Quindi a breve rischiamo di avere miglia di cittadini muniti di “patentino di immunità” ottenuto grazie ai test più disparati, senza una valenza scientifica. Inoltre bisogna anche tenere conto che l’esame sierologico non è infallibile, come del resto non lo è neppure il tampone. Insomma, il rischio è che si ingeneri tanta confusione, che certamente non favorirà l’uscita e il superamento della fase di emergenza.
Ovviamente ci sarà anche chi cercherà si sfruttare la situazione per fare business, per non aggiungere altro.
Del resto non arrivando segnali precisi dal Governo - sembrerebbe che i test in tutta Italia partiranno tra… settimane - e nessuna validazione di un test piuttosto che un altro da parte della Regione, ognuno per il suo, sta riscoprendo l’italica abilità dell’arrangiarsi.
Difficile dar loro torto, ma come abbiamo imparato a nostre spese, il Covid-19 non perdona neppure il minimo errore. Per questo ci sentiamo di condividere la prudenza del dottor Daniele Colombo, primario del reparto di Pneumologia dell’ospedale di Merate, che preferisce attenersi a protocolli precisi e validati. In attesa che Governo e Regione battano un colpo.
Una ripartenza in ordine sparso, alla ricerca dell’immunità di gregge… rischierebbe di sterminare le pecore.
E quando non c’è chiarezza si rischia di ingenerare confusione. Così può succedere che un imprenditore veneto decida di sottoporre i propri dipendenti al test sierologico a sue spese. Di fatto ha deciso di acquistare il “patentino di immunità” per i propri operai, in modo che possano recarsi a Montecarlo a ultimare i lavori in un cantiere. Cinquanta euro per ogni test e via… Chi risulta immune può partire subito e lavorare, senza quarantene di sorta.
Gli imprenditori hanno deciso di aggrapparsi all’esame sierologico come scialuppa di salvataggio. Le associazioni industriali di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono subissate di richiese di informazione, scrive il Corriere. E quindi c’è da crederci. Ma non sono solo gli imprenditori a pestare i piedi per poter ripartire. La Regione Lombardia avvierà martedì prossimo i test, il Veneto è già partito seguito da Toscana e Lazio.
Ma ci sono iniziative anche a livello Municipale. A Cisliano, a pochi chilometri da Milano, un sindaco sta “testando” tutti gli abitanti, che si sono diligentemente messi in fila davanti alla palestra, trasformata in centro prelievi. La stessa cosa sta succedendo a Robbio, in provincia di Pavia. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha fatto in modo, attraverso un accordo con il Sacco, di sottoporre all’esame sierologico quattromila autisti dell’Atm. Si tratta di un test rapido, che consiste in una puntura sul polpastrello e si ottiene risultato in una manciata di minuti. Più facile di così…
Quindi a breve rischiamo di avere miglia di cittadini muniti di “patentino di immunità” ottenuto grazie ai test più disparati, senza una valenza scientifica. Inoltre bisogna anche tenere conto che l’esame sierologico non è infallibile, come del resto non lo è neppure il tampone. Insomma, il rischio è che si ingeneri tanta confusione, che certamente non favorirà l’uscita e il superamento della fase di emergenza.
Ovviamente ci sarà anche chi cercherà si sfruttare la situazione per fare business, per non aggiungere altro.
Del resto non arrivando segnali precisi dal Governo - sembrerebbe che i test in tutta Italia partiranno tra… settimane - e nessuna validazione di un test piuttosto che un altro da parte della Regione, ognuno per il suo, sta riscoprendo l’italica abilità dell’arrangiarsi.
Difficile dar loro torto, ma come abbiamo imparato a nostre spese, il Covid-19 non perdona neppure il minimo errore. Per questo ci sentiamo di condividere la prudenza del dottor Daniele Colombo, primario del reparto di Pneumologia dell’ospedale di Merate, che preferisce attenersi a protocolli precisi e validati. In attesa che Governo e Regione battano un colpo.
Una ripartenza in ordine sparso, alla ricerca dell’immunità di gregge… rischierebbe di sterminare le pecore.
Angelo Baiguini