Merate: la Via Crucis al tempo del coronavirus, i sacerdoti con la croce per le vie della città. ''Dio è con noi nella sofferenza''

Una via crucis mai come quest’anno inedita, al tempo del coronavirus, ma anche mai così carica di significato. Il dolore, la sofferenza e la passione di Cristo, nelle sue quattordici stazioni, mai sono state così tanto aderenti alla realtà che oggi tutti insieme, più o meno direttamente, viviamo.

Una croce e tre sacerdoti, qualche fotografo ed un ragazzo dell’oratorio che ha ripreso l’intera processione con il suo smartphone, trasmettendo in diretta il percorso per chi ha comunque voluto esserci, anche se seduto nella sua casa a fissare uno schermo.

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A ciò si è ridotto a Merate uno degli appuntamenti più attesi della Quaresima cristiana, la solenne via crucis del Venerdì Santo, iniziata simbolicamente all’ingresso della residenza per anziani Frisia, luogo dove in queste settimane si sono registrati numerosi decessi e sul quale sono puntati, come per altre RSA, i riflettori della cronaca e della magistratura. Il cammino, partito alle 20.30, è proseguito per via Alpini, via Cernuschi, via Cazzaniga, passando poi per il centro storico e raggiungendo infine l’Ospedale Mandic di Merate, dove il Covid-19 ormai contraddistingue quasi tutta l’attività degli operatori sanitari.

Don Luigi Peraboni

Don Luca Rognone

Ed è proprio a loro, insieme alle persone che sono venute a mancare, che si è rivolta la riflessione che don Luigi Peraboni, che ha presieduto la Via Crucis con don Luca Rognone e don Arivu Mariappan, ha esternato una volta giunto di fronte alla hall del presidio ospedaliero.




''Invochiamo la benedizione del signore al termine di questo nostro cammino dove abbiamo voluto portare la Croce di Cristo per le vie della nostra città'' ha detto.

Don Arivu Mariappan

''Vogliamo benedire questo ospedale e ricordare tutte le persone che per questa pandemia sono morte, ricordando tutti gli ammalati che in questo momento di dolore e sofferenza forse possono sentirsi soli e abbandonati. Invochiamo la benedizione del signore su tutti gli operatori sanitari che in queste settimane hanno dato una bellissima testimonianza di dono di sé, di altruismo e professionalità. Su tutte queste persone la Croce di Cristo non è distante''.

Don Biagio Fumagalli, cappellano del Mandic

La preghiera di fronte al pronto soccorso

La processione si è conclusa poco più tardi di fronte al pronto soccorso, altro simbolo suo malgrado di questo momento particolarmente duro della nostra storia.
A.S.
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