I tre volti del combattente per la salvezza della sua (e nostra) città
Se fossimo sul set di un western spaghetti lo definirei i tre volti della vendetta. Ma siamo in emergenza coronavirus. E Poi il Beppe nazionale - lasciamelo dire direttore perché in coda a Lupi ha girato l'Italia ed è apparso su tutti gli schermi tv - non ha il viso scavato di Clint Eastwood né il ghigno di Lee Van Cleef. Azzarderei un paragone piuttosto con Eli Wallach anche se, seduto a tavola, potrebbe fare la controfigura di Antonio Casas. Ma questo nella sua ultima versione. Nella prima lo vedo bene vestire di panni di Christopher Atkins, il Richard dell'indimenticato Laguna Blu. Nella seconda versione lo immagino nell'indaffarato, decisionista Michael Douglas il Gekko di Wall Street, sempre attaccato al telefono. Nella terza... beh fai tu, Wallach o Casas per me va sempre bene. Anzi lascio la scelta al nostro Vice Sindaco che certo accoglierà con un sorriso questo accostamento, utile a combattere il "iorestoincasa".
Per cui, caro direttore, ti regalo queste immagini del Procopio nostro nei tre momenti "caldi" del suo ultimo quindicennio: quando si è presentato agli elettori per la terza volta, col viso imberbe e l'espressione del gattino in cerca della tazza di latte, quella del manager al telefono mentre consola qualche anziana sola guardando però diritto l'obiettivo della macchina fotografica e l'ultimo, con la barba non rasata da giorni di defatigante lavoro, in una delle sue leggendarie dirette streaming.
Chissà quale volto mostrerà nella prossima intervista che sicuramente qualche residuato del giornalismo lecchese gli proporrà.
Gli suggerisco una veste lunga fino ai piedi, la barba incolta e il viso stravolto. Di colui che solo, a mani nude, ha combattuto il virus per la salvezza della sua città.
Eroico.