Virus: questa esperienza è una occasione per scoprire ciò che va oltre la velocità, oltre al fare

Enrico Magni
La primavera è arrivata, l'inverno è saltato, l'autunno è stato lungo e secco, dai fiumi e dal lago emergono le rive che si estendono. Se così continua, ci troveremo di fronte oltre al coronavisrus a un altro problema.
Da incauti, senza essere preparati, ci siamo trovati dentro a un processo di trasformazioni climatiche, biologiche e sociali drammatiche. Gli autori di questo mutamento terrestre siamo noi. L'umano ha sempre avuto un alto concetto di onnipotenza. E' convinto di essere il soggetto dominante, di essere in grado di sottomettere la natura, la biosfera, le leggi dell'universo, di controllare le galassie impazzite: ritiene di possedere il sapere, la tecnica, la scienza.
Al centro della sua esistenza ha collocato l'economia mettendola al primo posto e la considera generatrice del possibile. La politica, che dovrebbe essere l'arte del governare i processi sociali, è diventata un giocattolo regalato dall'economia utile per ammorbidire o esasperare i contrasti e i conflitti sociali.
E' bastato un microelemento della specie animale, composto semplicemente dall'acido  desossiribonucleico e dell'acido ribonucleico per far capovolgere, saltare, scardinare tutte le certezze e rigettarci nel caos più profondo: dal caos proveniamo e nel caos ritorniamo, non seguendo però la mitica linea del tempo del progresso permanente o quella del divenire costante di Eraclito che diceva che “non si può entrare due volte nella stessa acqua”.
Il tempo fisico, quello cronologico scandito dall'orologio, è un tempo costruito della specie umana per organizzarsi e ordinare il mondo.
Oggi stiamo vivendo un tempo personale, psicologico regressivo che ci riporta nella nostra caverna casa. Dentro questa casa-caverna-uterina cerchiamo protezione e costruiamo un tempo personale diverso dal tempo del consumo, della produzione. Non è il tempo lineare del progresso, del divenire e della globalizzazione.
Ci chiediamo se il tempo che stiamo vivendo sia un tempo sospeso, fermo, immobile. No. Non c'è immobilità, stabilità nella psiche. La persona stando rinchiusa in una stanza può costruire, scoprire, sentire sensazioni e mondi che vanno oltre la linea del tempo cronologico. E' quello che facciamo prevalentemente tutti i giorni.
Il coronavirus ci dà la possibilità di scoprire che il tempo vissuto non è scandito dal cronometro. Il tempo fisico è altro da quello psichico. La memoria psichica contiene in sé quello che il tempo cronologico definisce con passato, presente e futuro. Quest’attuale condizione sociale ci obbliga a riprendere contatto con questa dimensione, ci costringe a inventare qualcosa fuori dall'abitudinario: le condizioni che escono dall'abitudine sollecitano la creazione di nuove costellazioni psichiche.
Come specie, questa condizione, pur stando nella casa-caverna-uterina, è un’opportunità per rimettersi in cammino ed esplorare nuovi territori stando fermi. Questa condizione di cattività è un'esperienza che va vissuta per scoprire la nostra capacità impensabile di adattabilità e resilienza.
In questo periodo ci si domanda come fa il bambino a resistere a stare in casa. Il bambino non possiede il tempo cronologico, il suo stare nel mondo e al mondo è determinato dal cibo, dal ciclo sonno-veglia, dal gioco, dalle fantasie, dal sogna. Invece, il bambino più grandicello convive giocando con oggetti o con amici illusionali. Il preadolescente e l'adolescente si mettono in contatto con gli amici con video-chiamate e non solo. E' una cosa che facevano già prima. Il tempo psichico è altro da quello sociale, economico e della mobilità. Questa esperienza è un’occasione per scoprire ciò che va oltre alla velocità, al dinamismo, al fare.
Dr. Enrico Magni
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