9. LEZIONI DI BICI
9. Lezioni di bici
sei tu che trascorri o son io?
(Giovanni Pascoli, La bicicletta, Canti di Castelvecchio)
non si può né correre né fare la spesa
ciascuno impari a starsene in casa,
a leggere e scrivere, e persino dormire.
Il fatto è che il sole di fuori è un richiamo
per chi è abituato a non starsene fermo,
e non c'è natura che dentro uno schermo
sia uguale a quella di quando voliamo.
e la bici è un aereo, i capelli son onde,
le ruote vascelli per solcare il mondo,
le gambe potenti che girano in tondo,
il sudore che scende lungo la fronte.
E Giorgio didietro, nel seggiolino,
che fa da zavorra e dice la strada:
a destra a sinistra, ovunque si vada
lui ride e strombetta col suo sederino.
"Ti aiuto in salita, per darti una spinta"
sussurra al papà che sbuffa sudato,
perché il piccolino adesso è ingrassato
e pesa sul serio, mica per finta.
Adesso che il virus chi ha chiusi un po' in casa
gli tocca pedalare di sopra in palestra
il mondo è soltanto una grossa finestra
la maglia però è la maglia rosa.
E Giorgio pretende di stargli didietro:
"Sulla bici da spinning non possiamo andare,
il tuo seggiolino non si può montare",
gli dice il papà, allargando le mani.
"Papà stai attento che passano i treni!"
"Ma no, piccolino, in mansarda si può
pedalare un po' a caso distraendosi un po'"
"Allora mi prendi? Posso stare lì in piedi!"
Seduto al contrario sopra il manubrio
il bimbo incoraggia il papà: "Più veloce!"
Il papi ci prova, spingendo con forza,
tenendosi indietro, in equilibrio.
Puoi essere al parco, per strada o in mansarda
non contano gli alberi, il parco, la strada,
se tuo figlio ci crede e ti dice di andare,
c'è una svolta e un sorriso sotto ogni pedale,
che il mondo non è solo quello di fuori,
il mondo è ciò che ci portiamo dentro,
se credi a un bambino anche sul pavimento
con la fantasia possono nascere fiori.