Merate: la Nostra mela chiede la stop per il 2020 delle imposte. Negozi chiusi ormai da settimane. E alla ripartenza chi aprirà?
Ornella Comi
La gran parte delle attività commerciali – scrive la Comi – è stata chiusa ancor prima che fosse emanato il decreto di chiusura obbligatoria. Così ci sono negozi chiusi ormai da oltre due settimane. Si tratta di piccole attività, spesso gestite a livello famigliare o con pochi dipendenti che a saracinesca abbassata non incassano nulla, ma debbono sostenere i costi fissi e, per chi non è proprietario dello stabile, anche l’affitto notoriamente elevato in città.
Il rischio concreto è che quando – e chissà quando – sarà possibile ripartire qualcuno, forse diversi, non riapriranno.
Il soccorso statale e regionale al momento è minimo: 600 euro alle partite iva e ai soci di società di persone, forse agli amministratori di Srl ma ancora il quadro normativo non è chiaro, mentre la Lombardia ha sospeso il versamento dell’Irap.
E il Comune? Come dicevano in altro articolo gli avvocati deputati a varare misure economiche a favore degli esercenti il commercio, Alfredo Casaletto (bilancio) e Giuseppe Procopio (commercio) non si sentono e, quando si intercettano loro notizie è sui soliti social (ai quali grazie a Dio ha rinunciato persino il presidente Conte); anche se normalmente si tratta di banalità che nulla portano di profittevole al cittadino.
La Nostra Mela chiede una cosa molto semplice: l’esonero delle imposte per l’anno 2020 per tutte le attività commerciali di vicinato.
Ora si tratterà di distinguere tra imposte come l’Imu e tasse a tariffa prestabilita (pareggio di bilancio tra costi e ricavi) come la tassa rifiuti.
Aspettiamo. Qualcosa prima o poi da Palazzo Tettamanti arriverà.
Intanto il comune di Cantù ha rinviato il versamento di Tari. Imu e Tasi a fine giugno e quello di Bologna a fine settembre, in coincidenza con la fine della moratoria su mutui e leasing.
Luisa Biella