Merate: si attende una manovra di riduzione delle tasse ma dal palazzo nessun afflato
Una città morta, paralizzata. Una Giunta municipale capace solo di esporsi sui social con inutili sermoni. Ma di concreto nulla, a parte aver seguito i suggerimenti di informare la popolazione sull'andamento del contagio attraverso il sito ufficiale e non un social privato, l'apoteosi dell'improvvisazione. La città lo chiedeva compatta, con qualche rara e inqualificabile eccezione.
Dal Governo centrale, dalla regione, è tutto un susseguirsi di iniziative sul piano economico - oltre che sanitario ovviamente - per cercare di parare i colpi di una recessione che sarà durissima e che colpirà soprattutto le partite iva, i negozi, i piccoli artigiani e le micro aziende.
Considerando che la fiscalità locale di Merate è tra le più alte in assoluto della provincia con le aliquote Imu al massimo, a un mese dallo scoppio della crisi, era legittimo attendersi una immediata manovra economico-finanziaria nonché un successivo avviso per tranquillizzare imprese e famiglie che il Comune c'è - come direbbe Conte - e siccome scoppia di liquidità può fare a meno di incassare per un giro la Tari, ad esempio, le tasse su insegne e suolo pubblico (esattamente come avrebbe fatto per la notte bianca che dopo la soppressione delle olimpiadi si spera sia rinviata di un anno) e una riduzione di Imu e addizionale Irpef.
Per farlo, ci rendiamo conto, occorre un assessore di vertice che sappia dare l'indirizzo al sindaco e ai colleghi di Giunta. Ma qui i ruoli sono bizzarri: il responsabile del bilancio è un avvocato, Alfredo Casaletto, la cui competenza specifica è ancora tutta da dimostrare; così come l'assessore all'urbanistica è un altro avvocato Giuseppe Procopio sulla cui preparazione in argomento nutriamo seri dubbi.
Così la città attende indicazioni, mentre i negozi restano chiusi, e lo saranno ancora per una decina di giorni, e le attività professionali e artigianali si sono fermate. Quando e come sarà la ripresa nessuno oggi è in grado di prevederlo. Ma certo ci attendono tempi durissimi visto che a livello macro si perdono 100 miliardi al mese di prodotto interno lordo.
Possibile che un'idea che sia un'idea, i nostri amministratori comunali proprio non ce l'hanno?
Dal Governo centrale, dalla regione, è tutto un susseguirsi di iniziative sul piano economico - oltre che sanitario ovviamente - per cercare di parare i colpi di una recessione che sarà durissima e che colpirà soprattutto le partite iva, i negozi, i piccoli artigiani e le micro aziende.
Considerando che la fiscalità locale di Merate è tra le più alte in assoluto della provincia con le aliquote Imu al massimo, a un mese dallo scoppio della crisi, era legittimo attendersi una immediata manovra economico-finanziaria nonché un successivo avviso per tranquillizzare imprese e famiglie che il Comune c'è - come direbbe Conte - e siccome scoppia di liquidità può fare a meno di incassare per un giro la Tari, ad esempio, le tasse su insegne e suolo pubblico (esattamente come avrebbe fatto per la notte bianca che dopo la soppressione delle olimpiadi si spera sia rinviata di un anno) e una riduzione di Imu e addizionale Irpef.
Per farlo, ci rendiamo conto, occorre un assessore di vertice che sappia dare l'indirizzo al sindaco e ai colleghi di Giunta. Ma qui i ruoli sono bizzarri: il responsabile del bilancio è un avvocato, Alfredo Casaletto, la cui competenza specifica è ancora tutta da dimostrare; così come l'assessore all'urbanistica è un altro avvocato Giuseppe Procopio sulla cui preparazione in argomento nutriamo seri dubbi.
Così la città attende indicazioni, mentre i negozi restano chiusi, e lo saranno ancora per una decina di giorni, e le attività professionali e artigianali si sono fermate. Quando e come sarà la ripresa nessuno oggi è in grado di prevederlo. Ma certo ci attendono tempi durissimi visto che a livello macro si perdono 100 miliardi al mese di prodotto interno lordo.
Possibile che un'idea che sia un'idea, i nostri amministratori comunali proprio non ce l'hanno?
Claudio Brambilla