Virus, dr. Perego: ''La gravità non dipende da dove abito, la diffusione sì. Non minimizziamo come vorrebbe l’inconscio''
Dario Perego, medico di medicina generale con specializzazioni in odontoiatria e geriatria, ha il polso della situazione di Merate in materia di Covid-19. Esercita da moltissimi anni ma nonostante il gravoso impegno come medico di famiglia ha dato la disponibilità a coprire qualche turno al Mandic come volontario, soprattutto nei festivi quando il personale ha assoluta necessità di riposare. Abbiamo chiesto a lui una valutazione di questa emergenza che sta cambiando radicalmente le vite di tutti noi. Al termine della quale, chissà quando, forse niente sarà più come prima.
Dottor Perego, ogni sera il dottor Borrelli capo della protezione Civile e l’avvocato Gallera, assessore lombardo al welfare ci informano sui numeri del contagio. Numeri ufficiali si ritiene. Ma secondo lei sono attendibili?
“I numeri dei contagi crescono in modo esponenziale rapido di giorno in giorno e questo ci allarma sempre più. Questi numeri tuttavia non riflettono la reale situazione della diffusione del Covid19 in quanto non tengono conto di tutte le persone con le quali veniamo in contatto quotidianamente e che vengono curate a casa senza la possibilità di confermare o meno la positività al virus tramite l'esecuzione del tampone. E sono tanti, troppi”!
Dal punto di vista di un medico di medicina generale, pur con le specializzazioni in odontoiatria e geriatria, come valuta la situazione a Merate?
“Merate non è diversa dal resto del Paese. La gravità della patologia non dipende da dove abito. La diffusione sì! Certo Merate non è una metropoli e questo dovrebbe aiutare il rallentamento della diffusione del contagio ma, mi creda, non è così. Il numero delle persone alle quali riscontriamo una sintomatologia riferibile al coronavirus è in aumento costante; non ne abbiamo la certezza ma la replicabilità dei sintomi ci fa pensare, con ragionevole convinzione, che dobbiamo trattare un paziente con patologia da Covid19. Questo significa che anche a Merate bisogna fare di più per arginare il contagio”.
Che cosa deve fare il paziente che avverte qualcuno dei sintomi in qualche modo riferibili al coronavirus?
“Contattare il proprio medico e da lui e con lui avere i mezzi ed il supporto necessario per controllare i sintomi e monitorare l'andamento della malattia. Deve poi prendere coscienza dell'importanza fondamentale dell'isolamento. Mi sembrerebbe superfluo dire che lui non deve assolutamente uscire di casa, ma forse non lo è, anche se i sintomi non sono così debilitanti; ma anche i familiari devono mettere in atto tutte le precauzioni che da tempo ci stanno indicando e che dovrebbero ormai esserci entrate nella testa. Si tende a minimizzare, come se il nostro inconscio volesse convincerci che non possiamo essere stati contagiati dal coronavirus e che si tratti invece di una "normale influenza". La consapevolezza deve smuovere in noi un grado elevatissimo di auto-responsabilità per il bene di noi stessi e degli altri”.
Ci sono casi particolari che le sono capitati di affrontare in queste settimane?
“Credo come tutti i miei colleghi. Ci siamo trovati ad affrontare casi complicati e situazioni gestibili a casa che, grazie a Dio, sono le più numerose. Ma ci sono casi in cui subentrano, a seguito di patologia grave, situazioni che si complicano dal punto di vista familiare e che necessitano del supporto dei servizi sociali. Mi permetta ancora un invito. Se ci vogliamo bene: stiamo a casa”!
Il dr. Dario Perego
“I numeri dei contagi crescono in modo esponenziale rapido di giorno in giorno e questo ci allarma sempre più. Questi numeri tuttavia non riflettono la reale situazione della diffusione del Covid19 in quanto non tengono conto di tutte le persone con le quali veniamo in contatto quotidianamente e che vengono curate a casa senza la possibilità di confermare o meno la positività al virus tramite l'esecuzione del tampone. E sono tanti, troppi”!
Dal punto di vista di un medico di medicina generale, pur con le specializzazioni in odontoiatria e geriatria, come valuta la situazione a Merate?
“Merate non è diversa dal resto del Paese. La gravità della patologia non dipende da dove abito. La diffusione sì! Certo Merate non è una metropoli e questo dovrebbe aiutare il rallentamento della diffusione del contagio ma, mi creda, non è così. Il numero delle persone alle quali riscontriamo una sintomatologia riferibile al coronavirus è in aumento costante; non ne abbiamo la certezza ma la replicabilità dei sintomi ci fa pensare, con ragionevole convinzione, che dobbiamo trattare un paziente con patologia da Covid19. Questo significa che anche a Merate bisogna fare di più per arginare il contagio”.
Che cosa deve fare il paziente che avverte qualcuno dei sintomi in qualche modo riferibili al coronavirus?
“Contattare il proprio medico e da lui e con lui avere i mezzi ed il supporto necessario per controllare i sintomi e monitorare l'andamento della malattia. Deve poi prendere coscienza dell'importanza fondamentale dell'isolamento. Mi sembrerebbe superfluo dire che lui non deve assolutamente uscire di casa, ma forse non lo è, anche se i sintomi non sono così debilitanti; ma anche i familiari devono mettere in atto tutte le precauzioni che da tempo ci stanno indicando e che dovrebbero ormai esserci entrate nella testa. Si tende a minimizzare, come se il nostro inconscio volesse convincerci che non possiamo essere stati contagiati dal coronavirus e che si tratti invece di una "normale influenza". La consapevolezza deve smuovere in noi un grado elevatissimo di auto-responsabilità per il bene di noi stessi e degli altri”.
Ci sono casi particolari che le sono capitati di affrontare in queste settimane?
“Credo come tutti i miei colleghi. Ci siamo trovati ad affrontare casi complicati e situazioni gestibili a casa che, grazie a Dio, sono le più numerose. Ma ci sono casi in cui subentrano, a seguito di patologia grave, situazioni che si complicano dal punto di vista familiare e che necessitano del supporto dei servizi sociali. Mi permetta ancora un invito. Se ci vogliamo bene: stiamo a casa”!
C.B.