Mandic, storie dal fronte: ''Mio marito un infermiere in corsia, senza tamponi nè RX ora è ricoverato. Ne è valsa davvero la pena?''

In ogni guerra che si rispetti ci sono gli eroi, le prime linee, il fronte e le lettere dal fronte. Sono quelle che gli operatori sanitari scrivono a coloro che decidono la strategia della battaglia, ma soprattutto le sorti delle loro vite.
Spesso si tratta di famiglie, che stanno combattendo la stessa battaglia, su fronti diversi ma all'interno della stessa Azienda sanitaria. Mariti e mogli che condividono la vita, quella di tutti i giorni, ma anche quella lavorativa. Ci si confronta, ci si sostiene a vicenda, fino a quando non scopri che il "nemico" ti ha colpito, ti ha infettato...

"Sono un'infermiera e lavoro presso la struttura ospedaliera meratese - inizia così una delle lettera dal fronte - Il mio compagno anche. Voglio raccontarvi una storia tra mille che probabilmente avete già sentito, senza cercare polemiche inutili  di fronte a  tutto quello che sta accadendo.
Forse voglio solo condividere  le nostre paure (anche noi siamo esseri umani) per cercare di capire che strada stiamo percorrendo...
Mio marito si è ammalato, che strano, di polmonite Covid....
Da quindici giorni stava chiedendo con altri colleghi il tampone perché avendo lavorato con un medico che aveva assistito sul territorio  un paziente, poi deceduto per Covid. Il medico, nell'attesa dell'esito del tampone, nei giorni successivi non indossava mascherina, su indicazione della medicina preventiva che riteneva non necessaria. Peccato che l'anestesista poi fosse positivo.
A questo punto gli operatori che sono stati in contatto con il soggetto chiedono il tampone, vengono segnalati ma solo per sintomi minori, quindi non si può fare...
"Finalmente" a mio marito compare febbre alta e tutto il correlato, quindi prendiamo appuntamento per il tanto sospirato tampone. Con estrema fatica arriviamo all'ambulatorio dove ci informano che oltre il tampone non possono fare altro, chiedevamo solo una radiografia del torace ma la sintomatologia respiratoria non era ancora sufficiente, al massimo potevamo contattare medico di base....
Risultato accesso al Pronto Soccorso, accolto dai colleghi in modo egregio...
Ad oggi mio marito sta male ovviamente, viviamo con tutte le ansie correlate, io ho  sintomi minori per cui il tampone non può essere eseguito, (dovrei recarmi al lavoro magari positiva nonostante le nuove indicazioni del D.M.) e ci chiediamo alla fine se per questa azienda dove noi abbiamo passato una intera vita,  questo lavoro che abbiamo cercato di svolgere con tutto il nostro impegno sia veramente valso a qualcosa... Soprattutto in questo momento storico ci sentiamo come i soldati durante la Prima guerra mondiale, al fronte senza niente....
In attesa di risposte".

E mentre l'autrice della "lettera dal fronte" attendeva quelle rispose che non sono mai arrivate, il virus non si è fermato. Le condizioni del marito, che è bene ricordare, lavora presso il Pronto soccorsi dell'ospedale di Merate, sono andate via via peggiorando. Ora è ricoverato, sta combattendo una nuova battaglia, la sua...
A.Ba.
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