Mandic: corridoi deserti, reparti riconvertiti, ambulatori chiusi, interventi rinviati. Così il virus cambia il volto dell'ospedale
C'è un clima spettrale tra i corridoi dell'ospedale Mandic. Poche, pochissime le persone che si incrociano tra l'atrio, i corridoi, le sale di attesa. Il clima si sta facendo pesante e carico di angoscia ma le indicazioni diramate dal ministero della salute sono chiare e devono essere rispettate: restare in casa, evitare contatti e luoghi affollati, uscire solo per lo stretto necessario, ridurre al minimo se non azzerare le relazioni sociali. Questo, come ripetuto da più parti, l'unico modo con cui la popolazione può contribuire a contenere l'espandersi del virus.
Gli ospedali hanno subito e così lo sarà ancora per molto, una trasformazione di cui non si ha memoria nel tempo: interi reparti sono stati "smantellati" per essere adibiti a ricovero di pazienti sospetti in attesa dell'esito del tampone. Congelate le attività ambulatoriali e gli interventi di chirurgia elettiva. Al Mandic, dopo la Ginecologia spostata in parte in Ostetricia e la Chirurgia in Ortopedia, anche la Medicina A è stata precettata per diventare area di "degenza" per i sospetti che continuano ad aumentare. Le rianimazioni di Lecco e Merate sono sature anche perchè oltre ai casi locali (che si avvicinano alla ventina) arrivano quelli da fuori provincia soprattutto Bergamo dove la situazione è ormai esplosa. In Terapia intensiva al Mandic la notte scorsa sono stati ricoverati due anziani.
Oggi una donna di una settantina d'anni è stata trovata positiva al tampone. Una paziente sarebbe transitata dalla Cardiologia e ora, se confermato, i sindacati si preparano a chiedere se siano stati messi in atto tutti gli accorgimenti a tutela degli operatori. L'altro giorno in 4 sono stati trasferiti agli infettivi al Manzoni dove la situazione è speculare a Merate, con altrettanti reparti riconvertiti in "polmoni" per l'emergenza.
Le ambulanze in fila all'ingresso del Pronto Soccorso
E sono di oggi i casi di cui si ha avuta notizia tra Bellano, Civate, Carenno, Cesana, Suello, Montevecchia, Olgiate cui si aggiungono quelli dei giorni scordi di Cassago, Missaglia, Calolziocorte, Usmate, Ronco Briantino, Cornate, Trezzo d'Adda, Solza, Suisio, Cisano, Terno d'Isola. Prosegue senza sosta il lavoro di personale medico, infermieristico e ausiliario che, pur sotto organico a livello umano ma anche di strumentazioni, sta cercando di dare risposta alla domanda esponenziale. E sempre tra il personale iniziano a esserci i primi malati con un depauperamento delle forze che può essere fatale in questa fase.