Meratese, madre porta in tribunale il figlio per maltrattamenti: per lui ero il Bancomat
E' di qualche giorno fa la notizia della denuncia sporta da Patrizia Mirigliani nei confronti del figlio, gravato da problemi di tossicodipendenza. Pur avendo fatto scalpore, il caso della Patron di "Miss Italia" è tutt'altro che isolato. Nella mattinata odierna, in Tribunale a Lecco, una madre si è vista costretta sedersi al banco dei testimoni, per raccontare, con tutte le fatiche del caso, il travagliato rapporto con il suo ragazzo, anch'egli "rovinato" dalla droga. Maltrattamenti e lesioni aggravate le accuse mosse nei confronti del giovane - residente nel meratese - a seguito delle querele presentate a suo carico dalla donna, esasperata, dopo il dicembre 2018, dall'acuirsi di una situazione già compromessa da tempo.
"In me vedeva solo il Bancomat: io non ero la sua mamma" ha detto per chiarire il contesto delle vessazioni narrate al giudice monocratico Martina Beggio, rispondendo alle domande poste dal viceprocuratore onorario Caterina Scarselli e dall'avvocato difensore Francesca Rusconi.
Due nel dettaglio gli episodi esposti in denuncia, il primo risalente al 7 maggio 2019 ed il secondo a qualche giorno di distanza.
Nella prima circostanza il figlio sarebbe arrivato a minacciarla con una spada, annodandole poi un cappotto attorno al collo tra le urla della vittima e della di lei suocera, molto avanti con gli anni, spesso spettatrice di comportamenti sopra le righe e a sua volta oggetto di richieste di denaro e insulti da parte di quel nipote sempre alla ricerca di contante, troppo spesso desideroso di "attaccar briga" per sfogare una rabbia incontenibile. Come quando il 30 maggio ha mandato sua madre in ospedale per averle lanciato del brodo caldo addosso, dopo averla accusata, sembrerebbe, - senza alcuna ragione - di aver fatto apposta a far rumore per svegliarlo. "Eppure ero ancora in pigiama anch'io, non mi ero nemmeno preparata la colazione" ha raccontato la denunciate, aggiungendo come anche quel giorno sia stata presa per la gola, con uno strofinaccio da cucina.
"Tante cose le ho cancellate: l'ho sempre considerato malato" ha risposto poi al giudice che le chiedeva di dettagliare le minacce e gli insulti ricevuti nonché di elencare quanto spaccato dall'imputato in casa, nei suoi momenti di ira. "Voi due a domani mattina non ci arrivate", una delle frasi rimaste impresse nella mente della donna, riferita a lei e alla fidanzata del figlio, una "brava ragazza che gli voleva bene davvero" allontanata poi proprio dalla tossicodipendenza, dopo i diversi tentativi di aiutarlo a uscirne. "Ero così felice quando ha preso appuntamento con una comunità" ha confessato la meratese. Inutile dire che a quel primo incontro conoscitivo il giovane non si è però presentato. Potrà comparire, invece, in Tribunale il prossimo 7 aprile quando avrà la possibilità di raccontare la propria versione dei fatti in contestazione.
"In me vedeva solo il Bancomat: io non ero la sua mamma" ha detto per chiarire il contesto delle vessazioni narrate al giudice monocratico Martina Beggio, rispondendo alle domande poste dal viceprocuratore onorario Caterina Scarselli e dall'avvocato difensore Francesca Rusconi.
Due nel dettaglio gli episodi esposti in denuncia, il primo risalente al 7 maggio 2019 ed il secondo a qualche giorno di distanza.
Nella prima circostanza il figlio sarebbe arrivato a minacciarla con una spada, annodandole poi un cappotto attorno al collo tra le urla della vittima e della di lei suocera, molto avanti con gli anni, spesso spettatrice di comportamenti sopra le righe e a sua volta oggetto di richieste di denaro e insulti da parte di quel nipote sempre alla ricerca di contante, troppo spesso desideroso di "attaccar briga" per sfogare una rabbia incontenibile. Come quando il 30 maggio ha mandato sua madre in ospedale per averle lanciato del brodo caldo addosso, dopo averla accusata, sembrerebbe, - senza alcuna ragione - di aver fatto apposta a far rumore per svegliarlo. "Eppure ero ancora in pigiama anch'io, non mi ero nemmeno preparata la colazione" ha raccontato la denunciate, aggiungendo come anche quel giorno sia stata presa per la gola, con uno strofinaccio da cucina.
"Tante cose le ho cancellate: l'ho sempre considerato malato" ha risposto poi al giudice che le chiedeva di dettagliare le minacce e gli insulti ricevuti nonché di elencare quanto spaccato dall'imputato in casa, nei suoi momenti di ira. "Voi due a domani mattina non ci arrivate", una delle frasi rimaste impresse nella mente della donna, riferita a lei e alla fidanzata del figlio, una "brava ragazza che gli voleva bene davvero" allontanata poi proprio dalla tossicodipendenza, dopo i diversi tentativi di aiutarlo a uscirne. "Ero così felice quando ha preso appuntamento con una comunità" ha confessato la meratese. Inutile dire che a quel primo incontro conoscitivo il giovane non si è però presentato. Potrà comparire, invece, in Tribunale il prossimo 7 aprile quando avrà la possibilità di raccontare la propria versione dei fatti in contestazione.
A. M.